Xbox Game Pass è chiaramente al centro dei progetti Microsoft, sia per il presente che per il futuro. La recente introduzione del Game Pass Ultimate, così come quella del Game Pass per PC, sono una chiara indicazione di quanto stiano puntando su questa iniziativa. Ma in che modo gli editori e gli sviluppatori di terze parti hanno accolto tale servizio?
Xbox Game Pass: l’ex CEO di Paradox vorrebe un modello di business simile a quello di OnLive
A questa domanda ha dato una risposta non propriamente positiva Fred Wester, ex-CEO di Paradox Interactive, che ritiene che, sebbene il modello di business dell’Xbox Game Pass sia dignitoso, alcuni sviluppatori non vengono pagati in modo proporzionato a quanto i consumatori giocano i loro giochi attraverso il servizio.
OnLive, il servizio di streaming acquisito poi da Sony, ad esempio pagava in base al numero di ore di gioco, e l’ex CEO di Paradox preferirebbe un modello simile, invece di ricevere un pagamento fisso in base a quanto Microsoft reputa che valga il gioco inserito nel Game Pass.
C’è anche da sottolineare il fatto che se gli sviluppatori fossero effettivamente pagati in base a quanto tempo i loro titoli sono stati giocati, i piccoli sviluppatori indie con giochi brevi si troverebbero in una posizione di svantaggio. Quindi le valutazioni da fare sono tante, è indubbio che l’Xbox Game Pass sia un servizio fantastico per i consumatori, ma a lungo termine sarà remunerativo per delle compagnie abituate a vendere i loro giochi a prezzi che variano dai 40 ai 70 euro?
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