Christopher Smith, il Game Director in persona, ci accoglie negli uffici di Koch Media a Milano per parlare del suo nuovo gioco, GRID. Nuovo capitolo dell’omonima saga, GRID serve come reboot della serie automobilista, dopo alti e bassi non tanto nella qualità, ma nella calibrazione del suo pubblico. È Christopher stesso ad ammettere che i capitoli precedenti hanno a turno respinto tanto i giocatori più casual quanto quelli invece più hardcore. Ma non è questo il caso di GRID. Il nuovo titolo è il giusto mezzo fra i due universi prima citati, e al contempo perfetto per entrambi. Confusi? Lasciateci spiegare.
La fedeltà dei veicoli è impressinante.
GRID: Realismo al servizio dell’accessibilità
Con il suo “80% realismo e 20% iperrealismo”, come definito dal GD, il gioco si basa su uno stile di guida realistico ma senza sfociare nella realtà. In fondo, chi mai ti lascerebbe guidare una Ferrari per le strade dell’Havana? Il realismo sta nell’offrire macchine perfettamente ricreate, belle da vedere ma soprattutto da giocare. La veridicità d’azione verrà a mancare quando potrete prendere il veicolo in questione e sfrecciare senza regole e vincoli di sorta. Perciò, compiendo un esempio, niente sottrazione di punti per scontri contro le altre auto. Ma qui viene il bello: sì, le altre auto, ognuna guidata da una delle 400 I.A. del gioco, si possono tamponare, usare come “muro da curva” e sfruttare nei modi più impensabili per trarne vantaggio, ma la pazienza non è infinita. I vari corridori infatti potranno prendere più o meno sul personale i vostri poco gentili tocchi e, raggiunto un certo limite, diventare le vostre Nemesi. Per una Nemesi l’obiettivo rimane chiaramente sempre la vittoria, ma sarà anche importante che voi non possiate neanche avvicinarvi al podio. Vi verranno contro, vi bloccheranno la strada e vi ostacolerranno in ogni modo possibile.
Intelligenza artificiale al top
Parlando di IA, il loro obiettivo non è “non fare vincere il giocatore” ma “vincere la gara”. La stessa cosa? Non proprio. Queste sofisticate intelligenze artificiali non vedono il player come il protagonista, ma esattamente come uno degli altri partecipanti con cui stanno correndo. Come un essere umano, vogliono arrivare prima, non porsi come sfida all’eroe. E credeteci se vi diciamo che le intelligenze artificiali sono agguerrite: i due giocatori professionisti, ingaggiati per aiutare lo studio a perfezionare il gioco, ormai non riescono più a battere i loro “fantasmi” digitali, tanto forti sono diventati. Ma per fortuna non siamo soli contro le macchine. Come nel film Terminator 2, abbiamo alcune di loro dalla nostra parte. I nostri teammates infatti, presi fra i 72 disponibili, avranno una mente tutta loro, rendendoli in tutto e per tutto come dei giocatori veri: magari delle teste calde che non rispondono agli ordini, ma comunque piloti più che eccezionali, o magari piloti precisi e leali, ma non così bravi alla guida.
Parlavamo di come anche i più casual potranno affrontare la produzione, e finora abbiamo descritto solo spaventosi ostacoli ai meno avvezzi a questo genere. Il gioco presenterà moltissimi slider personalizzabili per poter aiutare i fruitori ai livelli di difficoltà più bassi, con avversari che, a mano a mano che si allontaneranno dal giocatore, perderanno abilità alla guida, riprendendola soltanto appena torneremo vicini. Inoltre, abbiamo apprezzato molto la tradizionale striscia luminosa che apparirà sulla strada, la quale ci consiglierà come meglio posizionarci nella gara e, poco prima di una curva, ci avvertirà – brillando di rosso – se stiamo andando troppo veloci per riuscire a farcela.
La modalità Carriera
Ma parliamo ora della carriera. Essa sarà presente nella produzione, anche perché non tutto sarà sbloccato fin dagli inizi. Tristi? Arrabbiati? Non lo siate, poiché il GD stesso odia la situazione nei giochi di guida dove, se non si arriva primi a una determinata gara, non si può procedere e proseguire nell’avventura. Per questo motivo, non importa in che posizione vi qualificate: al completamento di un evento se ne sbloccheranno altri, fino ad arrivare alla gara finale, tutto senza mai essere dovuti obbligatoriamente salire sul podio. Il piacere, insomma, della scoperta di novità, senza però la frustrazione della vittoria richiesta.
Ma non tutto sarà sbloccabile senza bisogno di vincere. Sennò, alla fine, che gioco competitivo sarebbe? A rappresentarci online avremo un nostro personale scudo, personalizzabile con tutti i trofei che abbiamo vinto, come più preferiamo, per vantarci con i nostri amici e rivali. Questi trofei sono ottenibili al raggiungimento di certi risultati, e sono davvero tanti. Vi è anche un sistema di livelli, più di 500 per essere precisi, con XP ottenibili a seconda di come guideremo.
Il gioco offre probabilmente una delle esperienza più welcoming presenti in un racing game, garantendo a chiunque l’opportunità di approcciare la produzione, anche i meno avvezzi al genere. Ancora è presto per trarre conclusioni ed esprimere giudizi certi, ma – è proprio il caso di affermarlo a squarciagola – siamo davvero sulla “strada” giusta.