Hideo Kojima è uno di quei (pochi) autori destinati a far discutere e a far parlare di sé nel mondo dei videogiochi per anni, se non decadi: il game designer giapponese si è sempre caratterizzato per avere una mentalità unica, volta al mettere al centro di tutto la propria creatività piuttosto che cavalcare le mode.
Proprio per questo, nel corso del suo panel al Comic-Con di San Diego, Kojima ha affrontato diversi argomenti relativi al suo modo di approcciarsi ai videogiochi, parlando di Death Stranding e del genere che da un paio d’anni è considerato più inflazionato, quello dei battle royale.
Durante il suo intervento, largamente documentato sui social dai presenti alla manifestazione, Hideo-san ha posto con forza l’accento sul suo modo di lavorare, che lo porta a sviluppare giochi spesso molto differenti da quel che va di moda in quel momento: Death Stranding, per esempio, non è stato pensato per vendere decine di milioni di copie o per generare centinaia di milioni in guadagni, ma per piacere ai fan ed essere loro d’ispirazione.
Ciò, secondo Kojima, è quasi l’opposto di quel che fanno videogiochi come Fortnite e simili, a riguardo dei quali ha detto che “Il modo migliore per far soldi è realizzare un videogioco in cui tutti sono su un’isola cercando di spararsi a vicenda. Io non realizzerei mai un gioco del genere”. A suo dire, insomma, i battle royale avrebbero scelto “la via facile” per far soldi, contando sulle microtransazioni e su un sistema di gioco semplice ma di sicuro impatto.
E voi che ne pensate dei ragionamenti di Kojima? Preferite la filosofia di Death Stranding a quella dei battle royale? A proposito, sapevate che proprio dal Comic-Con sono uscite tantissime informazioni su Death Stranding e che l’ultimo videogioco di Kojima Productions potrebbe non essere un’esclusiva PlayStation 4?