Borderlands 3 Provato dalla gamescom 2019

Borderlands 3 Provato | Ogni volta che lo rivediamo, fatichiamo a nascondere il nostro totale e incondizionato amore nei confronti di Borderlands 3 in favore degli spunti di riflessione che da sempre muovono ogni discussione critica. L’esageratissimo looter shooter di Gearbox, in effetti, vuole raggiungere un obiettivo e uno soltanto: quello di divertire i propri fan, senza puntare più di tanto ad espandere il proprio pubblico grazie a feature inflazionate, ma piuttosto massimizzando la formula che ha da sempre contraddistinto i suoi predecessori. Noi ce ne siamo resi pian piano conto in questi mesi, a suon di prove all’E3 e in altri eventi internazionali, che ci hanno confermato come il terzo capitolo della serie pubblicata da 2K sia un serio candidato a diventare il dominatore del prossimo mese di settembre, pur non avendo avuto conferme su elementi come la longevità e la godibilità della struttura di gioco sulla lunga distanza, elemento che nell’ultimo Borderlands: The Pre-Sequel andava un po’ a perdersi.

Borderlands 3

Borderlands 3 è ogni volta sempre più esagerato

Stavolta gli elementi per crederci davvero (e di nuovo) ci sono tutti, e non solo perché Gearbox Software è tornata da sola al timone del progetto. Le capacità di Borderlands 3 di poter camminare tranquillamente sulle proprie gambe ed essere un FPS chiassoso, esagerato e ad alto tasso di umorismo le avevamo avute già in occasione dello scorso E3, quando abbiamo avuto modo di provare una delle missioni iniziali del gioco ai comandi della sirena Amara, specializzata in danni elementali e con una super abilità che si preannuncia devastante, di Zane, un letale cacciatore con la capacità di proiettare ologrammi di sé stesso, e della letale gunner Moze. Stavolta, invece, ospiti dell’enorme booth di Microsoft alla gamescom, abbiamo sciolto le ultime riserve anche sull’ultimo personaggio, ossia FL4K, rigiocando per circa mezz’ora la medesima missione, la terza della questline principale.

Non che ci dispiacesse, in realtà: lo scenario proposto, pieno di psycho, banditi e bestie di ogni sorta, era una sorta di vecchia industria in disuso dall’aspetto perfettamente Borderlandesco, con l’aggiunta di nuove voci a una direzione artistica già mozzafiato nei precedenti capitoli della serie. Le considerazioni su quanto giocato, dunque, non cambiano e potete perlopiù fare riferimento al vecchio test in compagnia del gioco per saperne di più: riassumendo, la missione provata non presentava particolari guizzi in termini di ispirazioni – cosa di per sé piuttosto normale per essere una fra quelle iniziali – limitandosi a un semplice corridoio entro i cui confini far fuori un sacco di nemici, corazzati e non e in possesso di una quantità esagerata di armi. Il combattimento contro l’enorme e letale Mouthpiece, il boss finale del livello, ci convinceva invece allora e ci convince adesso, pieno com’è di un’inventiva che ai precedenti Borderlands, in molte boss fight, mancava. L’intero combattimento, in una spettacolare arena dalle connotazioni stroboscopiche e con luci al neon ovunque, è diviso in fasi differenti e, tra gli altri elementi, prevede danni ad area provocati dagli enormi altoparlanti che circondano il centro, costringendo il giocatore a continuare a muoversi per evitarli.

Borderlands 3

Finiti i dejà vu è tempo di dedicarsi alle novità che Gearbox ha finalmente deciso di condividere e permetterci di provare in tarda estate, qualche settimana prima del lancio del gioco. Questa build, pressoché definitiva, ci ha permesso di affrontare la medesima missione – sopracitata – con tutti e quattro gli eroi principali, compreso quindi anche FL4K, che, in pieno stile Borderlands, ci è parso un personaggio nient’affatto banale, studiato, come in altri casi passati (qualcuno ha detto Claptrap?), per inserirsi in una classe con abilità non del tutto convenzionali. Ma andiamo con ordine: nel gioco, FL4K ricopre il ruolo del Beastmaster, variante del classico cacciatore della cripta che, a differenza degli altri tre compagni, non possiede vere e proprie Action Skills (le super abilità che, in maniera simile a Destiny, offrono ai nostri alter-ego delle skill potentissime su cui fare affidamento), ma al contrario può domare ed evocare delle bestie in grado di assisterlo in battaglia. I tre rami possibili, nel caso del Beastmaster, sono Cacciatore, Padrone e Implacabile: il primo è legato alle abilità d’azione, ossia le capacità effettivamente attive sul campo di battaglia, il secondo a quelle passive, il terzo alle abilità “augmented”, che fanno principalmente riferimento all’efficacia degli animali e alle loro possibili evoluzioni.

Borderlands 3

Le build a disposizione sono tantissime, e l’ovvio consiglio è di sceglierle in base al proprio stile di gioco e a quello dei propri compagni, nel caso (quasi ovvio per un titolo come Borderlands) in cui si giochi in cooperativa. Con dei compagni ad assisterci, potrebbe essere divertente privilegiare il ramo che rende FL4K invisibile, grazie ad una action skill unica denominata Sparizione, in modo da in avanscoperta in modo da fare piazza pulita, o al contrario utilizzarla solamente in casi di emergenza e per rianimare tutti in assoluta sicurezza. Il secondo ramo, peraltro, permette di salvare il gruppo in vari modi, e l’invisibilità è solo uno dei tanti: esistono infatti anche alcune skill legate alla possibilità di spartirsi la rigenerazione di energia con i compagni, che ipotizziamo possano essere di vitale importanza o comunque caldamente consigliate nelle fasi avanzate del gioco. Infine, il terzo ramo è legato alle capacità da DPS di FL4K: quest’ultimo, infatti, privilegia maggiormente i colpi critici ed è fonte di inesauribili esaltazioni per chiunque sia in possesso di una buona mira, conferendo buff su buff a loro volta cumulabili. Combinare i colpi critici con gli attacchi dei propri compagni animali può essere un’ottima idea per levarsi di torno quasi subito nemici particolarmente ostici. Proprio gli animali (che possono essere enormi vespe, minacciosi skag o formiragni) rappresentano la chiave del combattimento mentre si usa FL4K e sono perfetti, a seconda di come li buildiamo, sia per “distrarre” i nemici mentre il loro padrone mette a segno un colpo critico, sia per fare loro stessi una buona parte del lavoro – sotto nostre indicazioni o meno – e consentirci di combattere un po’ più a distanza. Con le giuste skill, pensate, possiamo addirittura equipaggiarli con delle armi, che variano da una mitraglietta a (addirittura!) un lanciarazzi. Insomma, nel dar vita a FL4K Gearbox ha voluto sbizzarrirsi, mettendoci ai comandi di un personaggio non proprio convenzionale e soprattutto con una discreta libertà nella scelta del proprio stile di gioco, elemento che da sempre contraddistingue la filosofia alla base di Borderlands.

Nel sempre più breve percorso che ci condurrà poi al lancio del prossimo 13 settembre, Borderlands 3 ci convince ogni volta un po’ di più, dimostrandosi un looter shooter solido e con tutti i tasselli al posto giusto, forte di un decennio di esperienza che, alla lunga, ha infine dato i suoi frutti e gli permetterà di affrontare senza paura alcuna la concorrenza di videogiochi come Anthem, The Division 2 e persino Destiny 2, che nell’ultimo anno si sta riprendendo come meglio non potrebbe. Borderlands è diverso da tutti e tre, com’è sempre, orgogliosamente stato. E a noi va benissimo così.

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.

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