Il rapporto tra NVIDIA e il mondo dei videogiochi è sempre stato palese agli occhi di tutti: da GeForce Experience all’esperimento di Shield, passando per gli innumerevoli driver e le schede grafiche sempre all’avanguardia, NVIDIA ha sempre fatto il possibile per avvicinarsi ai giocatori e mantenere un ruolo in primo piano nel visual computing dei PC. Negli ultimi giorni, tuttavia, l’azienda statunitense ha fatto ciò che molte altre compagnie avrebbero evitato come la peste, soprattutto in concomitanza con un evento essenziale come gamescom. Invitando molti dei giornalisti già in lizza per girovagare nella kermesse tedesca, abbiamo avuto la possibilità di vedere un futuro dei videogiochi governato dalla tecnologia del ray tracing, ossia una tecnica di geometria che si basa sullo spostamento della luce in un determinato scenario, migliorando il realismo generale dei raggi solari e del loro riflesso in qualsivoglia ambientazione virtuale. Da Minecraft a Control, passando per l’open world di Watch Dogs: Legion e le colorazioni della guerra in Call of Duty: Modern Warfare, ci siamo immersi a 360 gradi in tutti i connotati del cosiddetto RTX.
NVIDIA e Control: la musa ispiratrice di Remedy
Il primo fra i videogiochi che abbiamo avuto modo di provare da NVIDIA è forse anche quello che, fino ad oggi, beneficia maggiormente dell’implementazione del ray tracing: Control. Non è esagerato affermare che il titolo di Remedy Entertainment sia praticamente nato attorno a questa tecnologia, fungendo addirittura da musa ispiratrice per gli artisti dello studio finlandese, che hanno potuto sbizzarrirsi con l’implementazione di un sistema di illuminazione che rende piena giustizia alla visione creativa dei director Mikael Kasurinen e Sam Lake. Noi lo recensiremo fra pochi giorni (per l’esattezza il prossimo lunedì), ma già in questa piccola anticipazione è difficile nascondere quanto, a livello artistico, il gioco abbia fatto centro. Elementi come i giochi di luce, che esaltano le ispirazioni cinematografiche del gioco del team finlandese, acquisiscono tutto un altro senso grazie al ray tracing. Basti pensare a una singola scena, in cui la protagonista, Jesse Faden, entra in un’enorme stanza con la sola, fioca ombra di un personaggio che proietta una flebile luce sullo sfondo, o ancora alla sezione all’interno dell’hotel, con pareti a quadri che continuano a smontarsi e rimontarsi. O ancora, la semplice percezione delle (lunghe) distanze fra le misteriose rocce che compongono alcune ambientazioni, la rappresentazione degli effetti stessi del “sibilo”, il terribile nemico da affrontare nel corso del gioco, il rimbalzare di ogni cono di luce sulle pareti in maniera perfetta e differente per ogni superficie. Si tratta di un insieme di elementi estetici pensati e studiati per integrarsi con una tecnologia del genere, che non può che essere la rappresentazione perfetta di un quadro globale raffinato, sensato e coerente. In Control, insomma, il ray tracing non è un semplice “orpello visivo”: è parte integrante dell’atmosfera del gioco, e ne arricchisce ogni singola scena.
Marco Piccirilli
Minecraft: il nuovo gioiello di Mojang
Se dovessimo scegliere anche un singolo aggettivo per descrivere l’universo di Minecraft con l’attivazione del ray Tracing, non riusciremmo comunque a trovarlo; forse stupefacente, ma ogni parola risulterebbe vuota di fronte ai movimenti del nostro costruttore all’interno di un’isola così bella, finalmente rinnovata. Nella beffa di voler scherzare su una versione in ray tracing di un videogioco che funziona con i mattoncini, NVIDIA ha invece dimostrato che ogni sforzo non era frutto di una follia e che, ad attivare la tecnologia sui raggi solari, si va a stravolgere totalmente ogni scorcio del sandbox. Avremo sempre le case, le foreste, le caverne e innumerevoli amenità da evitare (qualcuno ha detto Creeper?), ma con il ray tracing ogni minaccia sarà ben più terrificante da affrontare, soprattutto quando saranno solo lontanamente distinguibili dalle luci soffuse della tecnologia di NVIDIA. La demo non ci ha dato ovviamente modo di sfruttare e vedere in azione tutte le strumentazioni del costruttore, ma con un minuscolo trucchetto siamo riusciti a testare strumenti come l’acciarino per dare fuoco ad alcune aree dell’isola, e la differenza rispetto alla versione normale di Minecraft è talmente notevole da risultare surreale. I mattoncini che emaneranno anche solo una fonte di luce andranno a influenzare direttamente la zona circostante, mentre i falò creeranno davvero delle circonferenze di luce nelle quali potersi rifugiare durante una nottata particolarmente tesa. Con tutti questi cambiamenti, Minecraft finalmente si rinnova, e il gioco cambia. Indubbiamente, tra tutte le mod e gli update usciti negli anni, l’aggiornamento che introdurrà il ray tracing all’interno delle dinamiche di Minecraft verrà ricordato come uno dei più grandi cambiamenti nella storia del franchise.
Valerio Kohler
Watch Dogs Legion: il vero open world
Al di fuori del fatto che è davvero difficile non apprezzare l’esperimento di Ubisoft con il nuovo Watch Dogs: Legion, alcuni fan si sono lamentati nel corso degli ultimi mesi per non aver intravisto nel nuovo capitolo della serie una grafica davvero spaccamascelle, vicina magari a quella di Red Dead Redemption 2 per complessità o cura generale. Ovviamente, oltre a sembrare ingeneroso, il paragone si basa anche sul fatto che avremo gli stessi strumenti all’interno del gioco, mentre il motore grafico di Watch Dogs dovrà gestire anche il passaggio tra un hacking e l’altro, ed è forse quello il vero punto cardine del titolo quando viene integrato il ray tracing all’interno delle attività del gioco. Abbiamo delle pozzanghere che semplicemente si limitano a rappresentare una pozze d’acqua distinte e poi abbiamo altre pozzanghere, che invece hanno una trasparenza più marcata e riflettono tutto ciò che sarà nelle sue vicinanze. Anche le vetrate dei negozi o le superfici più metalliche del mondo di gioco andranno a ricreare la stessa sensazione, e l’insieme di questi cambiamenti vanno semplicemente a rivoluzionare Watch Dogs: Legion. C’è poco da fare: il ray tracing cambia le carte in tavola, soprattutto quando le dinamiche del gameplay saranno rivolte verso l’open world.
Valerio Kohler
NVIDIA vs Wolfenstein Youngblood
Tra tutti i giochi testati, Wolfenstein: Youngblood ci è sembrato paradossalmente il titolo meno curato dall’introduzione del ray tracing. C’è da dire che MachineGames ha dovuto far uscire il nuovo titolo della serie solo una manciata di settimane fa, ma in tutte le aree esplorate non si è notata assolutamente l’attivazione del ray tracing. Wolfenstein: Youngblood è sicuramente fatto di zone più chiuse e limitate rispetto a Minecraft, Watch Dogs: Legion o anche Control, ma non notare in alcun modo (o quasi) il ray tracing è un peccato fin troppo grande da poter essere giustificato. Ovviamente non è stato un totale fallimento, visto che anche in questa prova abbiamo avuto modo di notare delle superfici metalliche completamente rivoluzionate dal ray tracing, ma oltre a quello è stato difficile notare dei grandi elementi dello scenario che sono stati influenzati dallo strumento. Un gran peccato, nonostante tutti i titoli che beneficeranno realmente dall’utilizzo della nuova tecnologia di NVIDIA.
Valerio Kohler
In conclusione c’è poco da dire, se non che NVIDIA ha fatto davvero centro con il ray tracing. Potrà sembrare strano, ma la reazione tra la versione “normale” del gioco e quella con la nuova tecnologia della compagnia è affine a quella che abbiamo generalmente tra una generazione videoludica e l’altra, quando osserviamo un’opera di 5-10 anni fa. Sì, la differenza è così marcata. In attesa di farvi vedere altri scorci dal nuovo strumento di NVIDIA, non possiamo che consigliarvi a occhi chiusi di rinnovare il vostro PC e di attivare quanto prima il ray tracing. Non ve ne pentirete.