Disintegration Provato dalla gamescom 2019

Disintegration V1 Interactive Private Division

Se c’è un titolo della gamescom 2019 che non è ancora riuscito a farsi notare come invece meriterebbe, è Disintegration. L’atipico sparatutto dagli ex creatori di Halo, in realtà, ha fatto di tutto nelle sue mosse commerciali per farsi vedere agli occhi di tutti come il cugino storpio di Destiny. E la realtà dei fatti, lo avrà già capito chi invece è andato ad analizzare l’ultimo gameplay trailer, è che Disintegration ha sempre avuto dalla sua una base stupefacente per gli appassionati del genere, fatta di strategia, cooperazione nelle partite in multigiocatore e di un incipit narrativo almeno solido. Invitati a una presentazione a porte chiuse nella kermesse tedesca di Colonia, ci siamo finalmente immersi nello stand di Private Division per osservare a 360 gradi il frutto dei lavori di V1 Interactive.

Disintegration: Io… Robot?

Partiamo dai dubbi che sin dal debutto ufficiale hanno tormentato i pensieri dei giocatori: sì, Disintegration avrà una campagna in giocatore singolo e sì, allo stesso modo avrà anche una modalità in multiplayer. L’avventura di V1 Interactive è innanzitutto una storia che vuole essere raccontata attraverso un pugno di androidi asserviti a una sola causa, che è anche la tagline di Disintegration: “Reboot Humanity”, o “riavvia l’umanità” in italiano. La base narrativa del gioco è difatti incentrata su delle terribili catastrofi che si sono abbattute sulla Terra nel corso degli anni. Le spiegazioni in tal senso sono ridotte al minimo, se non per evitare degli spoiler. Da lì, l’uomo non ha reagito con serietà al disastro che si stava propagando finché, in effetti, non è rimasta che una scelta da fare: l’integrazione, ossia togliere e inserire i cervelli degli esseri umani in alcuni robot che, al collegamento, si sarebbero accesi con una nuova coscienza. A dirla tutta, più che robot o androidi, le entità che girovagano tra le strade di Disintegration sono degli umani con delle enormi protesi metalliche.

L’unica differenza è quindi l’aspetto -o almeno è così che ci è stata descritta la situazione- ma si può tornare realmente umani una volta che lo stesso uomo è divenuto androide? Effettivamente è possibile, ma c’è un gruppo che vuole invece rimanere in questo stato, che preferisce la situazione in cui l’essere umano si è cacciato e che vede la catastrofe abbattutasi sulla Terra come un’opportunità data all’uomo per evolversi e divenire in essenza perfetto. Un discorso ovviamente opinabile, ma a noi non importa. Noi, infatti, siamo l’altra parte della medaglia, e vogliamo riconquistare quella umanità che ci è stata strappata dalle mani. Disintegration parte da qui, mettendoci alla guida del generale di un manipolo di altri compagni robotici e servendoci il tutto sotto un gameplay finalmente fresco e accattivante.

Cosa intendiamo con fresco e accattivante? Disintegration è alla struttura un FPS nudo e crudo, ma oltre al fatto che ci troveremo a impersonare il robot in prima persona ci sarà ovviamente dell’altro. Il nostro protagonista, tale Romer Shoal, è difatti un ex pilota di Gravcycle, e sarà proprio questa motocicletta volante (simile nel design allo sguscio di Star Wars) a definire tutto il gameplay di Disintegration. Una volta che ci saliremo sopra, infatti, avremo la possibilità non solo di combattere direttamente i nostri nemici, ma anche di muoverci in verticale sullo scenario e di comandare le nostre forze robotizzate; come se l’intera avventura fosse un RTS. Il progetto di V1 Interactive è quindi un miscuglio tra un classico FPS e un RTS, uniti grazie ai movimenti agilli del Gravcycle.

Disintegration V1 Interactive Private Division

La fazione che sceglieremo in Disintegration andrà a influenzare l’intero team, dal Gravcycle fino ai singoli robot da comandare.

Nonostante tutti i discorsi sul lato narrativo, l’unica componente che abbiamo potuto provare in quel di Private Division non è stata tanto la storia, quanto il multigiocatore. Ed è da lì che, in fondo, molti appassionati si riuniranno per combattere tra le lande di Disintegration. Partendo dalle basi, nella modalità multigiocatore avremo modo di scegliere 6 fazioni distinte sotto ogni punto di vista. C’è il Neon Dreams, un gruppo che ricorda per certi versi i design e le colorazioni di Cyberpunk 2077, ma anche il Lost Ronin, che invece vuole rappresentare il corredo di un vero samurai. Ogni fazione sarà quindi distinguibile dalle altre, e ovviamente non sarà mai il solo stile a renderle uniche.

Ogni team garantirà difatti due armi uniche al Gravcycle e uno stile di gioco diverso ai gruppi robotici, stravolgendo totalmente il gameplay e forzando (in maniera naturale) il giocatore a trovare un accordo tra i vari membri del team per scegliere quale fazione mettere in campo. Volendo si potrebbero scegliere le scariche di fuoco rapide del Neon Dreams, mentre l’altro giocatore potrebbe fare da esca e rallentare gli attacchi dei nemici. Già la base di Disintegration, insomma, rende la modalità giocatore un piacevolissimo passatempo tra una missione e l’altra della storia, e uno dei punti vincenti del gioco. All’interno dello stand non c’è stato un giornalista che, alla richiesta di una seconda partita, se ne fosse andato per lavorare altrove. No, gli occhi erano incollati sullo schermo e le mani erano fisse sui tasti, ora ancor più abituate allo stile di gioco atipico di Disintegration.

Ma come funziona la struttura più tecnica del multiplayer? In essenza, la modalità girerà attorno al classico cattura la bandiera, con la differenza che stavolta dovremo gestire sia i nostri robot che il Gravcycle per sopravvivere agli assalti dei nemici! La coordinazione tra una fazione e l’altra sarà quindi fondamentale per arrivare alla vittoria, obbligando anche il più timido dei giocatori a discutere con gli altri sulla strategia da seguire e sulle vie stradali da difendere. Un giocatore potrebbe difatti occuparsi dei serbatoi rivali da catturare, mentre l’altro potrebbe ordinare ai suoi robot di lanciare una granata rallentante e bloccare così l’avanzata degli avversari. Ogni momento risulta fondamentale per arrivare alla vittoria, e già riusciamo a immaginarci cosa arriveranno a fare i pro player all’interno di un titolo come Disintegration.

Non sappiamo cosa sia esattamente Disintegration nel microscopio, ma nella più grande visione d’insieme possiamo invece dire con chiarezza che un titolo così originale, dinamico e al contempo strategico non si vedeva davvero da anni. Il progetto di V1 Interactive -facente parte di un manipolo da soli 30 dipendenti- funziona alla grande con qualsiasi giocatore, che sia un rookie o un esperto degli FPS, e tutte le abilità che le singole fazioni sono in grado di utilizzare risultano talmente immediate da rendere il loro padroneggiamento un vero piacere ludico; un piacere ludico che ha tuttavia bisogno di una conferma solida sul lato narrativo! In attesa di ulteriori novità da V1 Interactive e Private Division, non possiamo che consigliare di seguire a occhi chiusi l’arrivo di Disintegration, che arriverà nel corso del 2020 su PlayStation 4, Xbox One e PC.

Dopo un rito di iniziazione tenuto dalle alte cariche di GamesVillage, Valerio è stato accettato come redattore. È il più giovane del gruppo e, nonostante le apparenze, nasconde un grande talento. Ma lo nasconde molto bene! Non vi consigliamo di partire con lui: leggende narrano che chi l'abbia seguito si sia perso nei meandri della misteriosa Pomezia.