Astral Chain Provato | Astral Chain sta arrivando su Nintendo Switch. Lo farà con tutta la potenza di ogni nuova, promettente, grande IP targata Platinum Games. Perché in fondo siamo seri: riuscite a ricordare una produzione recente in cui il team di sviluppo abbia fatto cilecca o prodotto un videogioco sottotono? Noi no, e non siamo neppure di parte: chi scrive apprezza, ma non osanna mai gli action, neppure nelle loro forme più pure. Ora, Astral Chain è praticamente pronto ad arrivare, e i giocatori per fortuna non hanno neppure dovuto attendere troppo: merito del modus operandi targato Nintendo, che mostra i suoi nuovi giochi a pochi mesi di distanza dal lancio sul mercato, solitamente al massimo un anno prima. Abbiamo provato per voi la nuova IP, che ricordiamo sarà un’esclusiva della console ibrida della Casa di Kyoto. Vi raccontiamo qualcosa in questa anteprima, in attesa della recensione: dovreste abbinarla alla prima anteprima dell’E3 2019. Non aspettatevi spoiler di alcun tipo, ma solo le nostre prima impressioni per un titolo che promette grandi risultati.
Astral Chain: Tra Legion e Chimere
Come probabilmente avrete già avuto modo di apprendere informandovi per conto vostro, Astral Chain sarà un Action RPG targato Platinum Games e finanziato (nonché pubblicato) interamente da Nintendo, in esclusiva su Nintendo Switch. Però queste informazioni non bastano a rendere conto di quanto la produzione sia promettente e potenzialmente interessante: il director è Takahisa Taura di NieR: Automata (lo avete giocato NieR: Automata, vero? Perché altrimenti dovreste farlo praticamente adesso), mentre il tutto è supervisionato da Hideki Kamiya, papà di Bayonetta e Devil May Cry. Se ancora non vi basta, Masakazu Katsura (Zetman) si è occupato del character design dei personaggi protagonisti dell’avventura. Tutto questo ben di Dio e la collaborazione tra simili professionisti emerge nei primi dieci secondi di gioco, semplicemente con i titoli di apertura e l’avvio della narrazione. Il giocatore viene prontamente informato delle poche nozioni principali che deve possedere: non siamo sulla Terra, ma su una colonia nello spazio nota come Arca. Il genere umano si sta per estinguere, perché degli alieni provenienti dalle altre dimensioni, le Chimere, lo hanno decimato. In tutta risposta un corpo speciale di polizia ha deciso di usare le Chimere contro le Chimere, dominando parte di essere attraverso la Catena Astrale, l’Astral Chain per l’appunto, e trasformandole in Legion. Sembra un po’ complicato, ma in realtà le premesse sono identiche a tante altre produzioni a base di alieni e conflitti per la salvezza dell’umanità.
Il corpo speciale di polizia in Astral Chain sarà l’ultima risorsa per affrontare (ed eliminare) le terribili Chimere.
I primi momenti di gioco di Astral Chain
Poi però inizia il videogioco, quello vero, e lì si intuisce tutta la potenzialità di quella che nei prossimi anni verrà ricordata probabilmente come l’esclusiva più interessante di Nintendo Switch, una di quelle che giustifica l’acquisto dell’hardware Nintendo. Non possiamo raccontarvi tutto, un po’ perché questa è la (giusta) volontà di Nintendo prima del day one, un po’ perché approfitteremo della sede di recensione per farlo. Il primo capitolo di Astral Chain è all’insegna della varietà. Si comincia con una folle corsa in un sottopassaggio, pieno di veicoli pericolosi e nemici da abbattere (tutti rigorosamente alieni, non abbiamo ancora combattuto contro altri esseri umani). Il nostro protagonista (nel tutorial sceglierete tra il ragazzo e la ragazza, e potrete anche personalizzarli in alcuni limitati dettagli) dovrà schivare, contrattaccare, il tutto correndo a folle velocità senza finire fuori strada. Gli sviluppatori sono stati buoni, tarando verso il basso la difficoltà dei primi momenti di gioco, ma state tranquilli: terminato il capitolo 0 potrete scegliere tra molto facile, facile e normale, mentre la difficoltà più elevata verrà sbloccata al termine del primo capitolo; dovrete rigiocare i vari livelli per ottenere ranghi e ricompense degne di nota.
Ma parlavamo dell’avvio dell’avventura. Terminata la corsa nel cavalcavia si passa alle mani, nei combattimenti ravvicinati: e qui l’anima di Bayonetta e Devil May Cry è evidente. Nemici su nemici da massacrare, bersagli da agganciare e (per il momento) due tipi di armi di cui poter disporre: una sorta di manganello elettrico e “stiloso” (per il combattimento ravvicinato), una pistola energetica per le Chimera infami che restano in aria. Pochi minuti e il giocatore si sente davvero in gamba: ha eliminato tutti gli alieni e salvato i poliziotti compagni. Ma il peggio deve ancora arrivare, perché una specie aliena invisibile all’occhio umano apre un portale e invade l’Arca. La situazione è disperata, perché gli eroi non possono neppure riuscire a vedere i nemici da combattere… ed è qui che arriva il Legion in dotazione al protagonista. Tramite il combattimento neurale tra umano e Chimera sottomessa, Astral Chain giustifica la novità principale legata al gameplay: il Legion. La creatura è sempre legata all’eroe protagonista, e i suoi movimenti sono limitati, ma attacca in automatico, è letale, e soprattutto consente finalmente di capire contro chi si sta combattendo. Lasciata ad agire da sé per troppo tempo si surriscalda, e così diventa necessario richiamarla e riscatenarla all’occorrenza, senza che “il gioco giochi da sé” per troppi secondi di seguito. Nel frattempo, mentre si controlla il Legion, bisogna fare lo stesso con l’eroe e con il suo combattimento all’arma bianca contro i nemici. La fase di apertura si conclude con il tipico boss gigantesco da buttare giù… e con un senso di appagamento notevole.
Astral Chain, nonostante tutti gli ovvi confronti con titoli quali Bayonetta o NieR: Automata, ha una sua distinta identità.
Come in un anime
Vi starete chiedendo perché abbiamo voluto raccontarvi questo. Semplice: è solo un assaggio di Astral Chain. Probabilmente ora crederete che si tratti di un clone di Bayonetta con un cagnolino alieno da controllare e gli alieni al posto delle creature infernali e angeliche: sbagliato. Anche se Astral Chain è stato definito come una realtà a metà strada tra Bayonetta e NieR: Automata, con un pizzico di Devil May Cry, ha una sua identità personalissima. La meccanica dei Legion, tra l’altro, la si comincia a padroneggiare solo dopo molte ore di gioco, perché la creatura da controlla si differenzia in cinque diversi esemplari, tutti diversissimi l’uno dall’altro, e imparare ad ottenere il meglio da ciascuno è tutt’altro che semplice. Ma non c’è solo questo: Astral Chain è anche un anime suddiviso in episodi, e chi è capace di distinguere l’uno dall’altro lo capisce subito. Lentamente vengono introdotti vari personaggi principali, ciascuno caratterizzato a dovere, anche se il dubbio è che proprio il protagonista resti un po’ immerso nell’ombra (potremo confermarvelo più avanti). Per di più combattere è fondamentale, ma esplorare il mondo di gioco lo è altrettanto. Non si tratta di un open world alla NieR: Automata, ma di cose da fare ce ne sono parecchie, incluse indagini investigative e missioni secondarie di vario tipo. Anche su questi aspetti torneremo in fase di recensione. Per il momento abbiamo, insomma, esplorato il cortile della casa di Astral Chain. Ma la dimora principale è un grattacielo smisurato: ci saranno moltissime cose da vedere, prima di arrivare in cima. E sembra che ogni piano sia pronto ad offrirci una sorpresa.
Abbiamo già provato Astral Chain, e le nostre impressioni dopo appena poche ore di gioco son già più che positive. Platinum Games potrebbe essere riuscita a rinnovare il genere action con una meccanica molto interessante, il combattimento simultaneo di due personaggi legati da un vincolo indissolubile: il Legion. Resta da capire la bontà della narrazione e dell’avventura principale, la profondità delle meccaniche di gameplay, le attività collaterali, e anche testare a fondo il comparto tecnico su Nintendo Switch, anche in modalità portatile. Restate con noi: saprete tutto questo in sede di recensione.