Google Stadia Provato dalla gamescom 2019

Stadia Connect Google Stadia

Con l’annuncio di Google Stadia, inevitabilmente, si è scatenata quella che potremmo chiamare una vera e propria rivoluzione. Ma non a livello letterale, s’intende dal fatto che niente è realmente cambiato nei progetti immediati di Sony e Microsoft (o tanto meno Nintendo), bensì nel sentimento dei giocatori; tutti stupefatti, tutti sconvolti dalle possibilità offerte da una console realmente digitale. Non serve che vi spieghiamo il motivo di un tale successo, d’altronde le informazioni tecniche erano state divulgate mesi e mesi fa, nello stesso periodo d’annuncio della console virtuale di Google. Tuttavia il frullato che si era venuto a creare, oltre a sembrare quantomeno utopico, non dava l’idea di essere totalmente affidabile. Quale connessione avrebbe dovuto avere un giocatore per giocare a Google Stadia? E se fosse stata lenta o instabile? La fiamma di quei giorni, checché se ne dica, è finita per spegnersi un po’ agli occhi di molti, ma le teorie saranno davvero associabili alla realtà delle cose? Spostatici nel folle stand di Google alla gamescom 2019, abbiamo testato in prima persona due versioni del gioco e di… console, se così vogliamo chiamarla: DOOM Eternal su PC e Mortal Kombat 11 su smartphone.

Google Stadia: il futuro del gaming?

Dalle analisi che avremmo potuto svolgere su Google Stadia, dovremo essenzialmente tagliare un fattore essenziale, ossia la velocità della connessione. Ma mettendo in conto che stavamo giocando alla piattaforma con altri 30 utenti in contemporanea, senza considerare ovviamente che ci eravamo appena seduti in uno stand della gamescom 2019, la velocità della connessione fissata da Google sarà stata con ogni probabilità la più fulminea della fiera tedesca, e una tra le più veloci a livello europeo. Non ci curiam di quello ma dei risultati finali, ottenibili allo stesso modo da noi con una velocità di circa 10 o 20Mbps. Nel caso di DOOM Eternal abbiamo ovviamente un bonus non indifferente, ossia il caricamento delle zone.

Dovendo ricaricare il tutto con una console virtuale, non a caso, immergerci sui titoli di Google Stadia sarà una tra le esperienze più fluide di sempre per ogni giocatore, superando con ogni probabilità anche un PC di fascia alta e caricando ogni singolo livello a una velocità impressionante. La transizione tra un livello di Eternal e l’altro, per dire, non superava i 2 secondi di caricamento totale. Una follia per i giocatori su console, ma che ora può diventare una realtà senza forzare la transizione al Master Race.

DOOM Eternal Bethesda id Software Google Stadia

Il primo gioco che abbiamo provato allo stand di Google Stadia è stato DOOM Eternal, inizialmente su un notebook.

D’altro canto, una delle più grandi carenze non sarà tanto l’input lag -praticamente assente nei nostri test su DOOM Eternal e Mortal Kombat 11- o il framerate dei giochi, che rimangono inoltre fissi sui 60fps, ma la risoluzione e la qualità dell’immagine. Durante il nostro provato di Eternal, infatti, abbiamo notato non solo la classica risoluzione a 1920×1080, uno standard qualitativo di Google Stadia, ma anche una sporcizia generale dell’immagine che va a rovinare indelebilmente la nostra avventura nel mondo di gioco. Per far capire la gravità della situazione, ci basterà pensare alla stessa qualità di un video su YouTube a 1080p rispetto al gameplay diretto da console o PC, ovviamente con le dovute differenze. Questa rogna non avviene ovviamente su smartphone, in cui arriva invece l’effetto spaccamascella; vedere Mortal Kombat 11 con la grafica di un PC su uno schermo telefonico non sembra reale, è assurdo, ma è tutto vero.

Mortal Kombat 11 Google Stadia

Subito dopo abbiamo testato Google Stadia via smartphone, combattendo contro la CPU su Mortal Kombat 11.

Ma testare i giochi di Stadia è servito anche per provare il fantomatico controller di Google, rinominato per l’occasione… controller. Sì, l’azienda californiana ha deciso di non voler attirare gli altri giocatori con un nome unico e iconico, come DualShock o Joy-Con, ma ha invece scelto di puntare al classico titolo di “Controller Stadia“. Una scelta opinabile, ma alla fine non è quello a importare. Una volta tenuto in mano il controller di Google Stadia, senza pregiudizi, bisogna fare i conti con la qualità della costruzione, la maneggevolezza dei vari pulsanti e altri fattori esterni, e… non è né carne, né pesce. L’impugnatura ricorda le forme del controller di Xbox One, mentre altri dettagli fanno ricordare il buon DualShock 4 di PlayStation, ma non riesce a distinguersi dai suoi rivali in modo significativo; non che sia un male, beninteso, ma il controller di Google Stadia diventa così solo uno strumento utile a chi non ha alcun controller a casa.

https://www.youtube.com/watch?v=vsaenNSjclY

In definitiva, il test di Google Stadia ci ha convinti… con delle riserve. Se l’assenza (o quasi) dei tempi di caricamento e del tanto temuto input lag fanno sperare al meglio, la mancanza di una risoluzione degna anche all’interno di uno stand dedicato alla console ci lascia perplessi e, in seguito, ci fa temere cosa accadrebbe se gli stessi requisiti di Stadia venissero riproposti in un ambiente casalingo. Riuscirà la console a reggere costantemente i 20Mbps richiesti da Google? Noi ne siamo ormai piuttosto sicuri, ma non vi sarà una reale certezza finché non avremo testato la console in un luogo più normale rispetto alla fiera tedesca. In attesa del suo arrivo, insomma, non possiamo che consigliare a occhi chiusi la Founder’s Edition della console solo a chi crede fermamente al progetto di Google e a chi, in fondo, non ha ancora avuto una console o un PC di ultima generazione.

Dopo un rito di iniziazione tenuto dalle alte cariche di GamesVillage, Valerio è stato accettato come redattore. È il più giovane del gruppo e, nonostante le apparenze, nasconde un grande talento. Ma lo nasconde molto bene! Non vi consigliamo di partire con lui: leggende narrano che chi l'abbia seguito si sia perso nei meandri della misteriosa Pomezia.

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