Bee Simulator Provato dalla gamescom 2019

Bee Simulator

Bee Simulator è sicuramente una bestia difficile da analizzare. In primis per il suo titolo, che tanto ricorda non solo i Farming Simulator e i Flight Simulator di Microsoft, ma anche le opere più goliardiche e ironiche dell’ultimo decennio, come i discussi GOAT Simulator e Surgeon Simulator. Cos’è, in fondo, un Simulator? Soprattutto nei contesti ludici di un videogioco, è difficile fissare un simulatore di qualcosa senza cadere ovviamente nella noia più assoluta. Lukasz Rosinski, CEO di Varsav Game Studios e ideatore di Bee Simulator, lo sa perfettamente. Dopo averci parlato in una lunga intervista, tra fonti d’ispirazione e altre idee sul sistema di gioco e le ipotetiche meccaniche di un’ape, abbiamo avuto la possibilità di entrare nello stand di Bigben Interactive alla gamescom 2019 per testare Bee Simulator, stavolta davanti agli occhi increduli di tanti giornalisti e giocatori interessati.

Bee Simulator: la forma dell’ape

Partiamo innanzitutto da quello che potrebbe essere visto come un paradosso dalla community più ilare dei videogiocatori, ossia che Bee Simulator non vuole avere un’ape che girovaga nei parchi con un fucile a canne mozze, né un essere divino con un pungiglione esplosivo. Tutt’altro, l’avventura creata da Varsav Game Studios vuole essere nella maniera più assoluta una simulazione, con delle libertà creative che non vogliono comunque distanziarsi troppo dalla realtà. Un esempio che ci viene tirato fuori dallo stesso Lukasz, infatti, è la struttura del nido. Raggiungibile come se fosse un HUB della protagonista, il nido delle api è stato rimaneggiato dalla sua originale versione realistica, ovvero buia, stretta e impercorribile, a un luogo più aperto e vivace. Nonostante ciò, anche durante i nostri svolazzamenti tra un’area e l’altra ci siamo trovati a nostro agio e immersi in un luogo che tanto faceva immaginare lo studio pregresso di Varsav Game Studios. Da quel punto di vista, senza girarci troppo attorno, Bee Simulator è magnifico. È magnifico perché, nonostante le voci infantili dei suoi comprimari, vuole rappresentare dall’inizio alla fine un mondo vero, con degli animali fedelmente realizzati e distanti da una loro ipotetica versione cartoonesca. Bee Simulator non ne vuole sapere di girare attorno a un’ape, e lo capiremo non appena riusciremo a uscire dal nostro misero nido.

Affrontando un breve tutorial diviso tra i movimenti basilare dell’ape, l’impollinazione di alcuni fiori (divisi a seconda della rarità) e il completamento della nostra prima missione, ci troveremo finalmente al di fuori di ristretti giardini e nidi per uscire finalmente nel mondo di Central Park. Ora, le cose si fanno interessanti. Vedendo l’intera mappa di gioco dalla prospettiva antropomorfa di un umano, infatti, il parco di Bee Simulator non supera la grandezza di un enorme livello di gioco, escludendo dall’equazione anche gli edifici in cui entrare e altri dettagli del genere. A essere ancor più precisi, la versione di questo Central Park non supererà le dimensioni di 1km². Stiamo parlando insomma di numeri ridicoli per qualsivoglia Grand Theft Auto o anche di Open World di ultima generazione, ma a sbagliare non è Varsav Game Studios, quanto il nostro punto di vista! Dovremo infatti ricordarci che dovremo muoverci con una minuscola e leggiadra apetta, tutta intenta a raccogliere del polline dai fiorellini sparsi qua e là nel parco centrale di New York. In prospettiva, avremo modo di volare senza alcun problema. Addirittura, per agevolare il movimento tra un’area e l’altra di Central Park, in Bee Simulator avremo nel nostro armamentario il cosiddetto Beetro, ossia il turbo delle api che consente alla nostra protagonista di raggiungere i 20 km/h di velocità massima; la stessa delle api nel mondo reale. E anche lì, tramite il dettaglio di gioco apparentemente stupido, si imparano nuovi dettagli sul minuscolo universo dei nostri protagonisti alati.

Bee Simulator

Le vespe saranno i nostri avversari iniziali in Bee Simulator.

Il gameplay di Bee Simulator si basa quindi sulle informazioni reali che Lukasz Rosinski ha raccolto negli anni, implementandole nel sistema di gioco in modo tale da non rendere l’avventura noiosa, né forzatamente simulativa. Un elemento assolutamente folle nel suo realismo è uno relativo al cibo, in cui la nostra ape, se appollaiata a terra -ma soprattutto vicino ad alcune vestaglie- ripristinerà completamente la sua barra del Beetro! Perché? Come negli altri casi, le api si comportano esattamente così nella vita di tutti i giorni, riposandosi a ogni occasione utile sul terreno. Girovagare per i tratti erbosi e i rifiuti degli esseri umani in quel di Central Park sarà quindi un’esperienza totalizzante nel suo realismo. Certo, sicuramente non potremo pungere nessun ragazzo per scatenargli un trauma vita natural durante, ma avremo comunque la possibilità di batterci contro i nostri temibili avversari, impersonati dalle vespe! Una soluzione immediata, forse banale, ma che sicuramente vuole farci capire anche le differenze sostanziali tra i due animali.

Ma è anche da lì che cominceranno i combattimenti con gli altri insetti, e sarà con la nuova schermata che vedremo una lotta basata sulle difese direzionate e sui contrattacchi veloci. In essenza, con le nostre barre della vita, della resistenza e del Super, ci troveremo a dover bloccare gli attacchi delle vespe con dei blocchi direzionali e, tra una difesa e l’altra, contrattaccare sui lati opposti per infliggere il maggior numero di danni. Il sistema non vuole essere ovviamente difficile, ma non è neanche quello l’obiettivo di Bee Simulator. Come detto dallo stesso Lukasz, infatti, il progetto vuole essere simile a Flower, titolo uscito originariamente su PlayStation 3 che aveva voluto regalare ai giocatori un’esperienza rilassante e godibile senza per questo battersi contro migliaia di goblin. Ecco, in Bee Simulator accadrà la stessa cosa, ovviamente coprendo l’intero mondo di gioco con una storia, delle missioni secondarie e dei Knowledge Points (utili a potenziare la nostra ape, modificarla e cambiare la sua specie in tempo reale), ma anche offrendo una modalità libera in cui godersi l’ambientazione con la nostra eroina.

In chiusura, Bee Simulator è un esperimento assolutamente riuscito. C’è chi riderà all’idea di un simulatore dedicato unicamente alle api e ai loro miseri nidi e chi, invece, riuscirà ad apprezzare il mondo creato da Lukasz Rosinski e dal suo Varsav Game Studios, fatto di ricerche così dettagliate da sfociare nel maniacale. Il lavoro del team è nato da uno studio passionale, e si vede. D’altronde, nella composizione della colonna sonora non troviamo un dilettante allo sbaraglio, ma Marcin Przybyłowicz in persona (lo stesso di The Witcher 3: Wild Hunt, per intenderci). Non abbiamo ovviamente tutti gli strumenti per sentenziare su Bee Simulator, ma quello che abbiamo visto ci ha convinti più del previsto e ci ha lietamente incollati allo schermo, nell’ilarità generale del poter impersonare un’apetta ronzante. In essenza, non vediamo l’ora di giocarci.

Dopo un rito di iniziazione tenuto dalle alte cariche di GamesVillage, Valerio è stato accettato come redattore. È il più giovane del gruppo e, nonostante le apparenze, nasconde un grande talento. Ma lo nasconde molto bene! Non vi consigliamo di partire con lui: leggende narrano che chi l'abbia seguito si sia perso nei meandri della misteriosa Pomezia.