Astral Chain Recensione | L’industria videoludica deve quasi sempre adattarsi o quantomeno tenere d’occhio le logiche di mercato. Mostrare al mondo una nuova IP rappresenta sempre un rischio, anche se i nomi che l’accompagnano sono di tutto rispetto, come Nintendo e Platinum Games. Il pubblico potrebbe non recepire il messaggio, disdegnare le meccaniche proposte come troppo comuni o troppo innovative, semplicemente credere che l’avventura e i personaggi protagonisti non meritino particolare attenzione. La differenza, naturalmente, la fa chi decide di rischiare ed osare, perché consapevole della propria bravura nel campo. Platinum Games ha scelto di osare, e ancora una voglia dobbiamo ringraziare il team di sviluppo per averlo fatto. Altrimenti, a partire dal prossimo 30 agosto 2019, voi non avreste potuto acquistare in formato fisico o digitale Astral Chain su Nintendo Switch. E voi lo comprerete, Astral Chain su Nintendo Switch. O sì, che lo comprerete. Dovremmo avervi già convinto con il provato in anteprima. Lo farete se siete amanti dei giochi d’azione, se gli action vi fanno impazzire, o più semplicemente se non vedete l’ora di calarvi in un vero e proprio anime futuristico pieno di alieni da massacrare di botte con l’aiuto di altri alieni buoni. Astral Chain è tutto questo, e molto di più. La recensione che state per leggere vi aiuterà ad orientarvi.
Il gameplay di Astral Chain
Questa volta cominciamo non da quello che il gioco racconta, ma da quello che il gioco offre dal punto di vista dell’azione vera e propria: cioè da che cosa bisogna fare, in particolare, in Astral Chain. Speriamo che voi abbiate giocato uno o più dei titoli qui di seguito citati: Bayonetta, Bayonetta 2, Devil May Cry, NieR: Automata. Ci sono alcuni motivi che giustificano una simile aspettative. Come prima cosa gli sviluppatori hanno definito Astral Chain un ibrido tra Bayonetta e NieR: Automata, affermazione che ha senso, e che al tempo stesso paradossalmente rischia di sminuire la nuova IP appena nata. Secondo motivo: solo se avete già giocato alcuni di questi titoli potrete davvero apprezzare fino in fondo la carica innovativa di Astral Chain. Perché forse sì, è esagerato sostenere che Astral Chain rinnovi completamente il genere degli action-RPG; tuttavia introduce molti elementi così importanti che probabilmente nel prossimo futuro le software house non potranno fare altro che riprenderli e modificarli. I prossimi action-RPG di Platinum Games dovranno guardare ad Astral Chain e potenziare ciò che è già presente. Ma per il momento i risultati sono già elevatissimi.
La prima novità davvero importante è il combattimento, cuore pulsante di ogni action che possa definirsi tale. In Astral Chain il giocatore controlla un nuovo membro dell’unità dei Neuron, forze speciali della polizia che combattono gli alieni ostili (le Chimera) con il supporto di un Legion, cioè di una Chimera addomesticata grazie al vincolo dell’Astral Chain, la catena astrale. Una catena fisicamente presente, che mantiene saldo il legale neuronale tra portatore e Legion. Ora, l’eroe protagonista (maschio o femmina a seconda della vostra scelta iniziale poco dopo i titoli d’apertura) combatte come farebbe un qualsiasi guerriero di un qualsiasi RPG futuristico. Ha in dotazione un’arma principale ed una secondaria, salta, schiva, effettua dei parry, se evita i colpi nemici con tempismo eccellente può contrattaccare. Il suo equipaggiamento con il tempo migliora, così come le sue caratteristiche: si sale di livello più volte in Astral Chain, e ogni volta si notano significative differenze, che rendono leggermente più abbordabili (ma mai troppo) i livelli di difficoltà più elevati. Mentre il personaggio combatte, però, c’è anche il Legion da gestire. A conti fatti il giocatore controlla due eroi alla volta, ma in combattimenti in tempo reale: dunque sullo schermo saranno sempre presenti tantissimi nemici da abbattere, e due unità con cui attaccarli. Il Legion tenuto al guinzaglio agisce in autonomia, ma dopo i primi capitoli di gioco e gli importantissimi allenamenti presso la base dei Neuron, si intuisce come la sua potenzialità sia fondamentalmente imprevedibile.
Un Legion sul campo di battaglia può fare quasi tutto. Attacca in autonomia i nemici, difende l’eroe, gli conferisce dei bonus, e il giocatore può intervenire in qualsiasi momento, se la frenesia della battaglia glielo consente. Per esempio può ordinare al Legion di attaccare un nemico in particolare rispetto ad un altro. Oppure può ordinargli di difendere l’eroe dai colpi in arrivo. Fuori dal combattimento e durante le missioni secondarie nell’Arca (la città principale dove l’umanità si è ritirata) il Legion supporta il protagonista tramite lo scanner IRIS, consentendogli di avanzare rapidamente nei casi; oppure permette di superare dei piccoli puzzle ambientali per accedere ad aree diverse e apparentemente irraggiungibili. Rispetto al combattimento vero e proprio questi momenti sono secondari, ma non così rari come potrebbero sembrare: piuttosto Platinum Games è riuscita ad amalgamarli bene nella struttura principale (quella di un action a tutti gli effetti) così da non snaturarla.
La storia e il comparto tecnico
Astral Chain è principalmente combattimenti su combattimenti, scanditi nei vari capitoli della narrazione (piacevole e quasi sempre interessante) fino all’epilogo. Non esiste un solo stile di gioco che dovrete perfezionare: ogni giocatore troverà il Legion più adatto a lui, perché in tutto sono presenti cinque varianti aliene, ognuna specializzata in attività particolari, o in supporti offensivi/difensivi. Astral Chain, comunque, vi costringerà a vivere le situazioni più variegate, e così ad utilizzarli tutti e cinque in vari momenti. Alcuni Legion sono più utili di altri, lo Spada su tutti, ma nessuno è davvero indispensabile per proseguire, complici anche i vari livelli di difficoltà proposti da Platinum Games. Se non siete esperti degli action e proprio non riuscite a mettere a segno più combo di seguito, potete decidere di giocare solo per godervi la storia, rendendo il titolo molto più indulgente del normale. E la storia è importante, in Astral Chain, molto più di un qualsiasi Bayonetta… ma meno che in un NieR: Automata. La produzione può generalmente essere considerata un thriller poliziesco sci-fi di stampo fortemente distopico e apocalittico: un’umanità al collasso dove una piccola resistenza ha finalmente scoperto i primi punti deboli dei nemici, e vuole contrattaccare.
Ma lungo la strada le cose si complicano notevolmente, e i confini tra il bene e il male si sbiadiscono, rendendo i personaggi principali e tutti quelli secondari sempre più interessanti. Se all’inizio verrete bombardati da volti poco noti, con il proseguire delle vicende questi diventeranno via via sempre più familiari, fino a provare una punta di nostalgia una volta raggiunti i titoli di coda. Il comparto tecnico di Astral Chain mostra come Nintendo abbia deciso di non badare a spese e come l’ottimizzazione possa fare miracoli. La console di The Legend of Zelda: Breath of the Wild scopre i muscoli ancora una volta, sguinzagliando un frame rate solidissimo e una definizione impressionante, sia in modalità TV che in modalità portatile, dove però (per forza di cose) i combattimenti diventano più confusi e difficili da gestire con precisione. Ciò si complica ancora di più quando si decide di sfruttare l’ennesimo asso nella manica di Astral Chain, una simpatica aggiunta di cui ci fa piacere che Nintendo e Platinum Games si siano ricordati: il multigiocatore in locale. Basta assegnare un singolo Joy-Con a due presenti, ed ecco che uno dei due controlla l’eroe protagonista, e l’altro il suo Legion. Il gioco di squadre può fare la differenza in molte situazioni complesse, soprattutto negli scontri contro gli apparentemente indistruttibili boss. E noi speriamo che, sul lungo periodo, anche Astral Chain faccia la differenza, all’interno del suo genere.
Astral Chain è un titolo imperdibile per i possessori di Nintendo Switch, una produzione che è meglio provare (e poi eventualmente abbandonare) che non provare affatto. Ma è difficile trovare un vero motivo per abbandonarla, se il genere action rientra nei vostri gusti, o magari anche un pizzico di RPG o di adventure fine a se stesso. Astral Chain ha tutto: una trama interessante, personaggi carismatici, sistema di combattimento raffinato, complesso e appagante, meccaniche innovative, comparto tecnico di alto livello, direzione artistica convincente, persino la modalità multigiocatore in locale. Non usiamo la parola “capolavoro”, perché ormai nel postmoderno quest’ultima è stata inflazionata da troppi articolisti, nel 99% dei casi a sproposito. Ma, nell’ambito di questo specifico genere, è difficile immaginare un titolo che possa combattere ad armi pari contro Astral Chain. Forse solo dei veri e propri mastodonti del passato più recente, e cioè Bayonetta e NieR: Automata. Ma più probabilmente, invece di combattere farebbero amicizia.