Destroy all Humans Provato | Alzi la mano chi, fra voi, ricorda quel videogioco ad alto tasso di umorismo ed anche un poā matto che rispondeva al nome di Destroy all Humans! Si, col punto esclamativo, anche perchĆ© alla THQ dellāepoca (la stessa che produceva Saints Row, insomma, ci siamo capiti) non interessavano troppo le formalitĆ . Sviluppato dai defunti Pandemic Studios, il titolo era una sorta di parodia dellāidea che gli umani si sono fatti degli alieni e di qualunque forma di vita extraterrestre nel corso di decenni di teorie complottiste e misteri, rielaborata in chiave autoironica e irriverente. Ebbene, sappiate che proprio THQ Nordic, nata dalle āceneriā di THQ, sta realizzando un remake del titolo originale: noi, dopo averlo giĆ intravisto allāE3, siamo tornati a metterci le mani sopra a Colonia, in maniera più approfondita, per potervene raccontare vita, morte e miracoli. AvrĆ mantenuto lo spirito dellāoriginale? Beh, se il vostro cruccio ĆØ quello, non avete di che preoccuparvi.
Fulmini dai fucili!
Destroy all Humans tornerĆ nel 2020
Lāobiettivo di Destroy all Humans! Remake, chiaramente dichiarato dagli sviluppatori, ĆØ quello di riportare lāesperienza del titolo del 2005 quasi in formato 1:1 sulle console attuali. Diciamo quasi perchĆ©, ovviamente, gli sviluppatori stanno cercando di limare i difetti dellāepoca prima di pubblicarlo sul mercato, eliminando parte dei numerosi problemi strutturali di cui il gioco originale era afflitto tramite un certosino lavoro di limatura di alcune componenti o di arricchimento di altre. Un paio di esempi? Crypto ora non muore più allāistante in acqua, ma, grazie ai suoi poteri, ha la possibilitĆ di salvarsi in tempo, ed ĆØ stata aggiunta la distruttibilitĆ Ā (quasi) totale di edifici e oggetti dello scenario in ogni mappa, elemento di marcata differenziazione rispetto al totale immobilismo di ogni scenario su PS2 e Xbox. In generale, però, il gioco ĆØ rimasto bene o male quello: il simpatico alieno grigio, sceso sulla Terra per colonizzare la popolazione umana, può fare il bello e il cattivo tempo con gli strumenti che ha a disposizione. Alla gamescom, in una presentazione privata, noi abbiamo potuto vedere tre diversi scenari, il primo dei quali, quello rurale e āagricoloā, era sostanzialmente lo stesso provato allāE3. In questa mappa abbiamo iniziato a intravedere i primi poteri di cui Crypto dispone: la possibilitĆ di far levitare umani e oggetti, per poi scagliarli lontano, e il raggio elettrico in grado di friggere letteralmente ogni cosa, oltre a un jetpack per svolazzare liberamente in giro, con un limite imposto da una barra dāenergia. La prima parte della prova ĆØ stata lāoccasione perfetta per parlare anche un poā della storia del gioco, che rimarrĆ grossomodo la stessa; tutto il resto, invece, ĆØ stato completamente rifatto da zero.
Come il titolo originale, anche il remake ĆØ contraddistinto da uno spiccato umorismo, espresso soprattutto negli esageratissimi dialoghi ed evidente fin da subito: nei primi minuti di gioco, sbarcato sulla Terra, Crypto si imbatte in un gruppo di normalissime normalissime mucche, tentando, ovviamenteĀ senza successo, di convincerle a piegarsi al suo volere. Gli umani, invece, sono enormemente stereotipati, in pieno stile anni ā50. Fra i primi incontri troviamo un contadino rozzo e ignorante con la biava alla bocca e moglie al seguito, timorosa e propensa a credere a qualunque cosa veda, e anche le forze dellāordine, che in teoria dovrebbero rappresentare un pericolo, nella pratica non lo sono affatto. CāĆØ di tutto, dal tipico poliziotto scettico nei confronti degli alieni, ai soldati super-ligi al dovere ma nella pratica del tutto impotenti, passando per i Men in Black tanto cari al cinema degli ultimi vent’anni. In un simile scenario, ĆØ ovvio pensare che la narrativa verrĆ gestita un poā come il classico titolo supereroistico, con gameplay strutturato sullo stile del tipico action casinista, se si esclude qualche quest, vista nella seconda parte della demo, in cui possiamo prendere il controllo di un umano per mimetizzarci tra la folla e portare a termine determinati obiettivi.
Nellāultima parte della dimostrazione, poi, siamo stati lasciati liberi di scorrazzare per un parco giochi, senza obiettivi da portare a termine ma con il solo scopo di saggiare la distruttibilitĆ ambientale, possibile, peraltro, anche guidando direttamente la nave madre di Crypto e distruggendo ogni cosa, dai tank nemici, agli alberi. ai fienili: in queste sezioni ĆØ ancora difficile pronunciarsi, visto il lavoro che ancora cāĆØ da fare. Destroy all Humans!, infatti, ĆØ completo solamente al 50-60% (alcune missioni mancano persino di diversi effetti visivi e sonori) e vedrĆ la luce soltanto nel 2020 inoltrato. GiĆ ora, però, i passi in avanti rispetto al titolo di tre lustri fa non sono pochi: il sistema di controllo ĆØ stato reso molto più fluido, e permette, pad alla mano di compiere numerose azioni una dopo lāaltra senza soluzione di continuitĆ (ricordate la macchinositĆ dellāoriginale? bene, dimenticatela). Anche la direzione artistica si ĆØ evoluta in maniera āintelligenteā, senza sacrificare tutto quanto, ma piuttosto propendendo per uno stile misto, in grado di unire gli scenari āfumettosiā del passato con una certa dose di realismo, espressa mediante una tecnica, vagamente simile allo stop-motion, che rende i personaggi quasi āgommosiā.Ā Da premiare, infine, la volontĆ di non piegarsi allāopen world ātotaleā, come tanti altri hanno fatto in questi anni, ma di strutturare il gioco – proprio come lāoriginale – in una serie di macro-mappe in cui portare avanti la storia e inserire tutta una serie di sfide e di compiti secondari attinenti al contesto.
Il remake di Destroy all Humans ci ha nel complesso convinti, anche e soprattutto per la sua volontĆ di rendere innanzitutto omaggio al titolo di 14 anni fa, rielaborandolo in chiave moderna, piuttosto che provare a strafare. Il titolo punta molto sul fattore nostalgia e sul voler riproporre sulle attuali console unāesperienza āretròā, libera di molti paletti (perlopiù tecnici) dellāepoca e aperta a una fruizione meno ingessata e più piacevole. Il senso di un remake, in effetti, dovrebbe essere proprio questo, e gli sviluppatori di Black Forest Games stanno seguendo una filosofia azzeccata: vedremo, nel corso del prossimo anno, dove li porterĆ .