Erica Recensione

Erica

Erica Recensione | Una volta si chiamavano librogame, opere narrative che permettevano al lettore di compiere scelte differenti grazie ad un’impostazione della storia a “bivi”. Un genere che ottenne grandissimo successo negli anni ’80 e da cui anche altri medium hanno poi provato a pescare, come videogiochi e cinema. L’esperimento significativo più recente è l’episodio della serie tv Black Mirror “Bandersnatch” di Netflix, la cui trama si sviluppa proprio partendo da un librogame letto dal protagonista. Ed è con Bandersnatch che Erica – thriller psicologico targato Sony ed esclusiva PS4 annunciato durante la Gamescom 2019 pochi giorni fa – ha diversi punti in comune, più che con altri videogiochi.

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La protagonista.

Erica: Film o videogioco?

Che sia chiaro sin da subito: sebbene sia un prodotto venduto per PS4, viene davvero difficile considerare Erica un vero e proprio videogioco. La definizione più acconcia (e forse un po’ semplicistica – ma rende bene l’idea) potrebbe essere quella di “film interattivo”, con qualche piccolo elemento ludico che, ad esempio, in Bandersnatch mancava per ovvie ragioni (era un film non un gioco, of course). Ma partiamo dall’inizio. Erica racconta la storia di una giovanissima ragazza che in seguito alla misteriosa morte del padre (e prima ancora della madre) si trova suo malgrado a collaborare con la polizia per scavare a fondo e trovare la verità, partendo da una clinica psichiatrica – dove lavoravano padre e madre – che sembra nascondere eventi inspiegabili. Il protagonista, facendo attenzione a dialoghi e ad alcuni accadimenti, dovrà fare le sue considerazioni per portare a galla quella che è la verità…O la sua verità. In Erica verità, mistero e menzogna si mescolano in un discreto mash-up trhilleriano con tinte horror.

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Un esperimento interessante.

La prima risposta è quella che conta

Il film interattivo targato Sony è un thriller psicologico strutturato sostanzialmente come un comunissimo film, composto da scene in live action recitate da attori in carne ed ossa, quindi senza motion capture o motori grafici utilizzati solitamente per le scene pre-renderizzate in computer grafica nei videogiochi. Durante alcune di queste scene il giocatore/telespettatore interattivo è chiamato a compiere delle scelte che possono essere di tipo emozionale, e quindi selezionare a schermo il tipo di sentimento da far emergere nelle protagonista – non sempre opposti – come paura, rabbia, sconforto. Non sempre, però, corrisponde una reazione coerente. Ma le sfumature fanno parte dell’essenza e la bellezza di questo gioco. Alle scelte dialogiche si aggiungono poi quelle per così dire esplorative, nelle quali la protagonista si muove all’interno della scene per interagire con alcuni oggetti e scegliere, ad esempio, se aprire una porta anziché un’altra. Importante sapere che in Erica non si potrà tornare più indietro, e spesso e volentieri è la prima scelta quella che conta: non è possibile interagire con tutte le opzioni inizialmente proposte a schermo, quindi è bene valutare bene ogni mossa poiché – ovviamente – influenzerà il corso degli eventi.

E da questo punto di vista – fortunatamente – Erica funziona alla grande. Ad ogni piccolissima azione ci sarà una conseguenza e quindi a rapporti con i personaggi che mutano, destini a volte fatali, il tutto per arrivare a tantissimi finali alternativi. La trama pur non essendo particolarmente originale o ricchissima di colpi di scena offre un intrattenimento più che valido anche grazie alla buona recitazione degli attori. Degna di nota la prova dell’attrice che interpreta la protagonista Erica Mason (Holly Earl – già vista in Doctor Who, Humans e Loving Vincet). Ci sono poi piccoli elementi apparentemente più videoludici, inseriti più che altro per dare una parvenza di videogioco, come usare l’accendino, girare una manovella, aprire uno scrigno, spostare o prendere in mano degli oggetti. Tutte azioni che vengono compiute semplicemente seguendo delle scie (o sullo schermo dello smartphone tramite l’app Erica o con il Dualschock 4). Una scelta un po’ scolastica forse, ma è evidentemente il modo più semplice e veloce che hanno trovato gli sviluppatori per far pensare ai giocatori: “hey, questo è un videogioco, puoi azionare un accendisigari”.

Se state cercando una sfida dal gameplay originale e concreto volgete il vostro sguardo altrove. Invece, se volete vivere un’esperienza filmica-interattiva dalle tinte thriller dark (di un paio di ore) Erica fa decisamente al caso vostro. Gli amanti di Bandersnatch apprezzeranno sicuramente anche Erica, che – a nostro parere – offre un mosaico scelte-conseguenze più interessante e stratificato.