Those Who Remain | Subentrare nell’abnorme mercato dei videogiochi horror e cercare di mangiare una fetta della torta su cui migliaia di altri titoli hanno tentato (invano) di metter mano, in realtà, non è un compito semplice, tutt’al più se il tuo progetto odora di opera indipendente o amatoriale. È purtroppo questo il caso di Those Who Remain che, anche di fronte ad alcune scelte autoriali davvero interessanti, non riesce a uscire fuori dalla gabbia del tanto odiato Early Access accidentale. D’altro canto, le basi del gioco firmato Camel 101 sembrano davvero interessanti. Un po’ com’era successo con Alan Wake, dovremo fronteggiare l’oscurità ed evitare di rimanere nel buio, utilizzando la luce a nostra disposizione o correndo al riparo per evitare delle inquietanti ombre del male che, non appena metteremo piede su una zona oscura, ci elimineranno senza lasciarci scampo. Pad alla mano, noi vestiremo il ruolo di Edward, un ragazzo come tanti (ma dalle origini sconosciute) che si dirigerà nel Golden Oak Motel di Dormont per ritrovare una persona a lui cara e, insieme a lei, una possibilità per redimersi definitivamente. Noi abbiamo avuto l’opportunità di esplorare i primi minuti di gioco in anteprima nello stand di Wired Productions alla gamescom 2019, scoprendo man mano un’opera ambivalente.
Those Who Remain: non allontanarti dalla luce
Fin dall’inizio della demo da noi testata, il problema più grande di Those Who Remain è piuttosto palese agli occhi di un giocatore che ha bazzicato negli anni tra gli horror di Steam. Nel bene e nel male, il titolo di Camel 101 non riesce a scrollarsi da dosso le velleità di un’opera che tenta di dare il massimo per raggiungere i suoi competitor più notori ma che, pur provandoci in ogni modo, semplicemente non riesce nel suo intento. A livello tecnico, infatti, Those Who Remain non brilla e non riesce chiaramente a farlo, mostrandosi con una grafica fin troppo anonima e sporca che non riesce a trovare un suo stile personale. Piuttosto, alcuni guizzi di genio si trovano solo nel suo gameplay e nel sistema di gioco tutto inedito di Those Who Remain che, a detta di chi ha guidato durante la demo, andrà a evolversi esponenzialmente durante la storia.
Le ombre del male non saranno i nostri unici avversari in Those Who Remain.
I punti di forza di Those Who Remain, non a caso, sono insiti nel fatto che i nostri avversari, queste ignote figure ombreggianti, non potranno mai muoversi oltre la loro ombra, svanendo letteralmente dallo scenario se mai dovessimo riuscire a illuminarli con qualche oggetto o strumento. Di conseguenza non dovremo mai muoverci di fretta o correre freneticamente tra le strade di Dormont (se non in casi specifici), ma dovremo invece coprire il nostro passaggio con della luce ed evitare di fare dei movimenti bruschi verso l’oscurità. Those Who Remain si veste anche da puzzle game, mettendoci davanti a un altro enigma da risolvere per superare le ombre di turno e proseguire verso la nostra prossima destinazione. Ma con delle ombre che sono già disposte per terrorizzarci a morte, come funzionerà il lato più orrorifico del gioco? In tal senso ci hanno rassicurato: fortunatamente per gli occhi e le orecchie dei giocatori, Those Who Remain sarà tutto fuorché un jumpscare fest. Tutt’altro, il team di Camel 101 si è assicurato di non includere neanche uno solo di quegli escamotage all’interno dei livelli di gioco, creando invece un’esperienza più tesa e, volendo, anche più intima.
Il reale problema di Those Who Remain, nonostante la nostra demo da circa 30 minuti non possa considerarsi una visione d’insieme accurata del gioco, è che le sue premesse narrative non ci hanno dato modo di immergerci nella storia di Edward e nella sua ricerca della ragazza scomparsa. Ovviamente in queste vicende c’è un po’ di Silent Hill, un po’ di Alan Wake, ma il tutto scade nella banalità nello stesso momento in cui Those Who Remain si presenta con uno stile grafico anonimo e scialbo. La descrizione ufficiale del gioco ci parla degli orrori scomodi del protagonista e di un test che dovrà affrontare per svelare ai suoi occhi la sua reale sanità, ciò in cui crede e abbracciare il male che alberga più in fondo, ma così la trama non avrà un suo motivo d’essere se il tutto verrà mostrato senza un carattere di fondo.
È davvero difficile capire come funzionerà la struttura di gioco di Those Who Remain o se la sua storia riuscirà in qualche modo ad abbracciare delle tematiche più complesse o mature nel genere degli horror, ma al momento la nostra reazione è stato un mix tra curiosità e delusione. Da una parte abbiamo delle idee sicuramente interessanti, come l’utilizzo della luce come escamotage da sfruttare su alcuni puzzle ambientali, mentre dall’altra abbiamo un titolo che non riesce a farsi valere sul lato narrativo o tecnico, scendendo nel banale e calandosi tra la marea di horror che si susseguono, anno dopo anno, come progetti riusciti a metà. A questo punto non ci resta che attendere una prova più approfondita di Those Who Remain per vedere come andrà a evolversi il gioco nei mesi a venire; dita incrociate, il resto è nelle mani di Camel 101.