The Walking Dead Onslaught Provato | Annunciato soltanto lo scorso maggio, The Walking Dead: Onslaught non è stato certo una sorpresa per i fan della realtà virtuale e della serie firmata da Robert Kirkman, recentemente conclusasi, almeno in ambito fumettistico. Da tempo, in effetti, gli appassionati richiedevano a gran voce una simile esperienza, e finalmente, nel corso del prossimo autunno, verranno accontentati. Il titolo, sviluppato da Survios, è compatibile con PlayStation VR e HTC Vive: noi abbiamo potuto provare proprio quest’ultima versione alla gamescom di Colonia e in forma pressoché definitiva, come confermatoci dagli sviluppatori presenti.
Sarebbe bello poter utilizzare le armi iconiche di ogni singolo personaggio, ma per ora non ci è dato saperlo.
The Walking Dead Onslaught, affettiamo zombi in VR
Come svelatoci direttamente dal CCO e Co-Founder di Survios, James Iliff, The Walking Dead: Onslaught coprirà un arco temporale piuttosto esteso, che andrà dalle prime stagioni fino agli ultimi accadimenti della serie televisiva di AMC, fonte di ispirazione principale per lo sviluppo del titolo; guidati dalle sue parole, ci siamo dunque lanciati in una breve prova, scoprendo la prima novità già nella schermata di setup iniziale. Survios ha infatti sviluppato un sistema che, a loro dire, “limita” l’effetto di motion sickness e che dovrebbe essere compatibile con entrambe le versioni, Vive e PS VR: tenendo premuti due tasti sui controller, basta ondeggiare le mani lungo i fianchi (a simulare una camminata) per muoversi. Abbiamo provato questo sistema per cinque minuti, scoprendo che effettivamente mantiene quel che promette – anche se all’inizio viene spontaneo camminare anche nel mondo reale – ma al costo di una notevole macchinosità: noi, per questo motivo, abbiamo preferito utilizzare il tradizionale movimento con leve analogiche, con rotazione della visuale gestibile sia in maniera fluida che a step di diversi gradi.
Nulla da dire sulle ambientazioni, piuttosto tradizionali.
I protagonisti e personaggi giocabili saranno quattro: Rick, Carol, Daryl e Michonne, anche se non ci è ancora dato sapere se potremo utilizzare o meno le loro iconiche armi. Nella demo, affrontata ai comandi di Rick, non abbiamo trovato traccia del suo iconico revolver e ci siamo dovuti accontentare di un machete, una normale pistola e una mazza da baseball (parecchio rassomigliante alla Lucille di Negan) ritrovata nelle fasi più avanzate. Già dopo poche decine di secondi abbiamo capito di avere a che fare con una missione parecchio lineare e con un unico obiettivo ben preciso: raggiungere un furgoncino, utile per scappare dalla zona e passare allo scenario successivo, passando attraverso luoghi al chiuso e all’aperto caratterizzati da un’estensione molto limitata. Inutile dire che, in un simile contesto, a farla da padrone è la realtà virtuale, che permette di smembrare gli zombi in maniera parecchio scenografica. Il machete, per esempio, offre la possibilità di cambiare impugnatura e di scegliere se affettarli (letteralmente) o se infilzarli, mentre la pistola permette di mirare in prima persona e di ricaricare portando una mano alla cintola per prendere il caricatore successivo. I controlli sono parecchio intuitivi, e, passato un paio di minuti, ci si trova subito a proprio agio: per il resto, invece, è difficile non provare un senso di desolante spaesamento nel notare il piattume di un level design sempre uguale a sé stesso, arricchito, al massimo, di candelotti di dinamite piazzati qui e là, innescabili con la pistola e utili per far esplodere gruppi di zombi. Questa è, letteralmente, l’unica interazione ambientale che abbiamo visto, al di là di aprire porte e raccogliere oggetti – kit medici, munizioni e materiali da crafting di cui, per il momento, non ci è dato conoscere l’utilità.
Il tutto, complice anche la difficoltà chiaramente settata per evitare di farci morire, ha fatto sì che l’esperienza si concludesse piuttosto in fretta e senza provare quasi nessuna delle sensazioni che un videogioco in VR su The Walking Dead dovrebbe restituire al giocatore. Se non altro, però, ci sono gli zombi ed è sempre divertente trattarli come carne da macello, ma, tolti quelli, questa demo di Onslaught non ci ha permesso di vedere praticamente nulla: zero assoluto sulle possibili quest, su eventuali personaggi da incontrare, su un qualche tipo di storia che possa fare da collante alle missioni, sulla co-op, che pure dovrebbe esserci, e rappresentare anche buona parte del cuore stesso del gioco. Se le cose stanno così, non ci resta che attendere il momento del lancio per scoprire se effettivamente The Walking Dead Onslaught riuscirà ad offrire altro sotto una superficie che, di primo acchito, ci è sembrata piuttosto misera.
Sfortunatamente abbiamo avuto modo di vedere ben poco, anzi, quasi nulla di The Walking Dead Onslaught alla gamescom, sempre ammesso che alle spalle di quanto provato ci sia un sistema di gioco effettivamente solido. Pur divertente nelle basi (come quasi ogni altro videogioco in realtà virtuale), il gioco ci è sembrato voler uscire fuori tempo massimo, per cercare di stupire con il classico effetto “oooh” tipico della VR. Peccato che, per chi vi è un minimo avvezzo, quell’effetto sia scomparso da mesi, persino anni. Per i fan più accaniti di The Walking Dead affettare zombi in VR potrebbe avere ancora un senso. Soltanto per loro, però.