Disincanto Stagione 2 Recensione

Disincanto Stagione 2 Recensione | Ho cominciato Disincanto più che altro per curiosità. In parte, la prima stagione l’ho trovata la copia fantasy de I Simpson e Futurama, la solita (bella) solfa targata Matt Groening, per intenderci; ma è finita in modo così promettente, che mi ha fatto desiderare per più di un anno di vedere cosa ci fosse dietro l’angolo. Posso dire con piacere che Disincanto 2 ha smussato gli spigoli della produzione Netflix, ma, sebbene abbracci i suoi punti di forza unici e un mondo ricco e strutturato, sembra non arrivare mai al dunque: anche stavolta, si potrebbe definire l’assaggio di una storia più grande che verrà.

Disincanto Stagione 2

Bean salpa con sua madre verso Maru

Disincanto Stagione 2 migliora sensibilmente rispetto alla Parte 1

La serie riprende immediatamente dopo gli eventi della prima stagione. La gente di Dreamland è stata trasformata in pietra, lasciando re Zøg solo nel suo regno desolato. La principessa Bean è scappata con sua madre, la regina Dagmar, a Maru (una città che ricorda vagamente la Mereen di Game of Thrones). Non ci vuole molto perché Bean capisca che c’è qualcosa che non va nella sua nuova famiglia, specialmente in Dagmar, che le dice di esser destinata ad adempiere a una “grande profezia”. Non si saprà mai di cosa si tratti, la predizione rimane un mistero sia per Bean che per il pubblico e sarà un tema ricorrente in Disincanto 2. Anche nella nuova città, esotica e inquietante, Bean non può fare a meno di pensare ai suoi amici, in particolare a Elfo: si sente estremamente in colpa per aver scelto di salvare sua madre piuttosto che il suo migliore amico, e vuole riscattarsi riportandolo in vita. Lo show ha voluto additare la sua decisione come quella sbagliata e non la giustifica, ma non trovo così assurdo il ragionamento della protagonista, che ha scelto sua madre perché le mancava (e non c’era modo che sapesse della sua natura malvagia).

Disincanto Stagione 2

Bean e Luci si mettono in contatto con Elfo

Comunque, la principessa e Luci collaborano per salvare Elfo, che se la sta spassando in Paradiso: il piccoletto è un personaggio migliore in Disincanto 2, la sua ossessione per Bean è stata perlopiù eliminata dallo show (in modo che abbia un senso narrativo) e nel complesso finisce per rappresentare l’angelo benevolo in opposizione al diavolo, che è Luci. Non posso dirvi cosa succederà loro, non voglio rovinarvi la sorpresa, ma nulla può tenere separati i Tre Amigos. Nemmeno la morte stessa.
Per il resto, la stagione si incentra sulle conseguenze di ciò che è accaduto a Dreamland; sembra infatti che la tragedia abbia avuto un effetto a catena in tutto il regno. La trama è abbastanza semplice, ma fa qualcosa di molto più importante che offrire solo un senso di progressione: tira fuori Bean dal suo castello e dai suoi oneri, gettandola in una serie di situazioni in cui è lei non può più lamentarsi della sua vita da principessa in una società patriarcale. In questo modo, finisce per stabilire più attivamente il corso della storia, incidendo sulla vita dei compagni.

Re Zøg soffre di solitudine a Dreamland

In Disincanto 2 ci sono molti meno riferimenti alla cultura pop “Groeningesca” rispetto alla prima stagione, sostituiti da siparietti che spesso servono a muovere la storia e i personaggi, ora più autentici e divertenti da guardare. È bello vedere Zøg, Luci e la regina Oona uscire dai loro pattern di personaggi di riserva e svilupparsi; anche il fratellastro di Bean, Derek, ha il suo episodio dedicato, in cui apprendiamo che sotto il suo aspetto naif si nasconde un grande cuore… e sorprendenti abilità di sopravvivenza. L’umorismo, quindi, diventa meno una distrazione e più parte integrante di ciò che fa funzionare lo show. Non è ancora vicino al livello di quello de I Simpson nel loro periodo di massimo splendore, ma la serie ha compiuto decisamente un bel passo in avanti da questo punto di vista. Ma non è tutto. Ci sono molte stramberie che accadono sotto la superficie di Disincanto 2: alleanze, tradimenti (Dagmar insegna!) e segreti. Sembra che ogni personaggio (a parte i nostri eroi principali) abbia qualcosa da nascondere – compresi gli elfi, che si spingono fino a Dreamland per uno strano scopo. Per non parlare del viaggio di Bean, che suggerisce quanto il mondo sia grande e fantastico, molto più di quanto ognuno dei protagonisti avrebbe potuto immaginare.

In altre parole, Disincanto Stagione 2 è una ristrutturazione atta a saldare le fondamenta alquanto traballanti della Parte 1, e rende il discendente de I Simpson e Futurama una delle migliori produzioni animate per adulti disponibili su Netflix. Sta ancora cercando di capire che tipo di show vuole essere; e se da una parte la trama potrebbe coinvolgere istantaneamente il pubblico, dall’altra rende facile perdere di vista la storia più grande che voleva raccontare in origine.

La mia sedia a rotelle è come il kart di Super Mario. In qualsiasi cosa devo essere il migliore, altrimenti ci sbatto la testa finché non lo divento. Davanti a un monitor e una tastiera, però, non è mai stato necessario un grande sforzo per mettermi in mostra. Detesto troppe cose, sono pignolo e - con molta poca modestia - mi ritengo il leader perfetto. Dormo poco, scrivo tanto, amo i libri e divoro serie tv. Ebbene sì, sono antipatico e ti è bastata qualche riga per capirlo.