Contra Rogue Corps | Qualche tempo fa la cara vecchia Konami dichiarò la volontà di riprendere alcuni dei suoi brand storici. Non sappiamo precisamente quali e cosa voglia farci, ma di recente abbiamo visto arrivare le collection di Castlevania e Contra (qui la recensione). Proprio di quest’ultimo uscirà domani il nuovo capitolo di cui ci apprestiamo a parlarvene, ovvero Contra Rogue Corps. Alla prova dalla Gamescom in quel di Colonia il gioco non ci aveva fatto una buonissima impressione e le cose nel complesso non sono cambiate poi molto, nostro malgrado. Contra è un brand storico, ha segnato generazioni di videogiocatori cresciuti a pane e sala giochi o su console, dove la serie in questione per certi versi ha dato il suo meglio. Coinvolto nello sviluppo di questo inedito episodio ritroviamo proprio il grande Nobuya Nakazato, director di quei due eccezionali capitoli che portano il nome di Contra Spirits (in Occidente Alien Wars o Alien Rebels) e The Hard Corps. Entusiasta di poter lavorare dopo tanti anni ad un franchise che ha fatto la storia di Konami, Nakazato veste i panni di director anche in Contra Rogue Corps, ma le cose non sono andate nel verso giusto. Innanzitutto, l’essenza del brand è stata gettata alle ortiche, trasformando quello che era un run and gun basato molto anche sul platforming in un twin stick shooter banale ed estremamente ripetitivo. I vari Contra facevano della propria forza alcuni stage che presentavano sezioni alternative nelle quali quasi cambiava genere. In Rogue Corps sono ben poche le cose riuscite e numerose quelle gestite male, inutili o assolutamente pessime.
Uno demone grosso e puzzolente da crivellare di piombo
Contra Rogue Corps e il ritorno che non meritavamo
Chi un po’ conosce il sottoscritto sa da quanto tempo gradissi il ritorno di uno dei grandi brand di una Konami che non c’è più e della quale non resta che un lontano e nostalgico ricordo. Tuttavia, quella rara volta che veniamo accontentati, non è questo il trattamento che meritiamo. Una serie trentennale come quella di Contra meritava tutt’altro tipo di qualità. Con il solo entusiasmo non si va da nessuna parte, infatti il lavoro svolto da Nakazato, Konami e Toylogic è una vera delusione, specie per chi confidava in qualcosa non per forza strabiliante, ma quantomeno di livello dignitoso. Al primo trailer di annuncio arrivato durante il Nintendo Direct dello scorso E3, Contra Rogue Corps non ci aveva di certo fatto balzare dalla sedia, però ci era parso un minimo più simpatico di quello che poi ci siam ritrovati tra le mani (forse perché non pensavamo che dieci secondi sarebbero stati poi ripetuti per tutto il gioco). Non staremo nemmeno a perderci troppo in chiacchiere e spiegare gli aspetti della trama, in quanto in un prodotto del genere essa non è altro che un pretesto narrativo per giocare; sappiate dunque che lo scopo che ci induce alla carneficina non è niente di esaltante, bensì la solita tiritera per riempire di piombo i demoni. Pur volendo capire lo sforzo produttivo per dare al ritorno di Contra un po’ di verve innovativa, questo non ha fatto che affossare ancor di più il brand. Rogue Corps è semplicemente un titolo mediocre che non fa altro che proporre sempre le stesse situazioni di gameplay senza alcuna varietà, riuscendo ad annoiare addirittura dopo meno di un’ora di gioco. In co-op potrebbe divertire un po’ di più, ma il multiplayer non fa di certo miracoli, né in locale né online. Il tutto si suddivide in varie operazioni che consistono in un numero variabile di missioni i cui obiettivi a volte cambiano, ma paradossalmente non si fa nulla di diverso, qualsiasi sia lo scopo. Peccato perché sul versante prettamente ludico, Contra Rogue Corps non è malvagio e propone un tipo di gameplay molto arcade oriented che di certo non dispiace di questi tempi. Purtroppo alla natura old school è stata unita un’inutile componente simil RPG fatta di level up di armi, potenziamenti, surriscaldamento e quant’altro che anziché arricchire l’esperienza, non aggiunge proprio nulla, specie considerando che il gioco non fa niente per variare la sua offerta. Soprattutto, il senso di sfida c’è, ma è minato in parte dai livelli e potenziamenti delle armi poiché spesso e volentieri alcuni scontri durano fin troppo solo perché non si è potenti abbastanza. Può funzionare in un gioco di ruolo, ma non in un twin stick shooter così piatto e monotono. Una profondità superflua in una produzione dove non bisogna far altro che distruggere tutto quello che ritroviamo dinanzi al nostro cospetto. Per quanto il titolo si sforzi di far alternare le armi con strategia, a conti fatti non è altro che una seccatura perché non riesce a dare quella linfa in più alla base del gameplay. In certi momenti sembra inoltre di ritrovarsi con un gioco musou considerando la quantità di nemici pronti a farvi fuori ed è quindi un continuo spara spara senza sosta e, soprattutto, privo di divertimento. Forse per la prima mezz’oretta, massimo un’ora, poi diventa una lagna. Non aiutano nemmeno le ambientazioni, il level design e la colonna sonora. Tutto troppo anonimo. La struttura degli stage è spesso riciclata, cambiando il tema della location; le musiche sono quasi sempre assenti, essendo dinamiche: partono in frangenti specifici ed è un peccato perché alcuni brani sono di buon livello. Se i vecchi Contra basavano parte della propria esperienza nel platforming, sappiate che qui qualcosa di vagamente simile lo si esegue soltanto quando bisogna raccogliere alcuni particolari collezionabili (e fare presto, in quanto spariscono dopo una manciata di secondi). Spesso (ma non sempre) questi ultimi sono ubicati in punti da raggiungere eseguendo una serie di salti, il che è leggermente stimolante; eppure la costruzione dei vari livelli non ha mai varietà, non offre nemmeno qualcosa di diverso come ostacoli, piattaforme ed altro che erano il cuore dei classici Contra. Il modo in cui è strutturato il gioco non funziona comunque, ma almeno ci sarebbe stato qualcosa in più da fare, specie se consideriamo che i nostri quattro eroi hanno anche il dash tra le loro abilità, quindi non era tanto sbagliato sperare in un platforming come i bei vecchi tempi della serie.
Mettiamoci poi un comparto tecnico non malvagio, sì, ma comunque nemmeno lontano dai livelli di un qualsiasi indie 3D (considerando il prezzo, non è altro che un indie; Konami non ha né investito né creduto in questo progetto, o meglio gli interessa solo lucrare col nome). Le uniche cose che un po’ si salvano in Contra Rogue Corps sono la modalità in mira libera, dove la visuale passa quasi alle spalle del personaggio ed appare un mirino che ci permette di mirare in qualsiasi direzione (solo a ore dodici, però), e le boss fight, soprattutto quelle di fine operazione. I boss in particolare sono sempre appaganti e offrono anche una bella dose di sfida e vanno affrontati con un pizzico di ragionamento, sempre pronti a schivare le loro offensive (magari tutto il gioco fosse stato di tal caratura). Le sezioni in mira libera vengono proposte di tanto in tanto anche contro i boss e queste fasi risultano piuttosto avvincenti, specie in confronto a tutto il resto. Come se non bastasse, vi sono anche delle missioni extra di esplorazione, ma il nome è un’offesa alla definizione del termine, poiché proprio in queste ritroviamo un’infinità di nemici che respawnano in continuazione. Possiamo anche selezionare un livello di difficoltà e scommettere dei crediti (la valuta che serve per potenziamenti e quant’altro), ma proprio qui evince ancor di più l’inutilità del sistema di crescita: selezionare la difficoltà più alta non vuol dire ritrovarsi nemici più spietati, ma semplicemente più forti e resistenti e potremo contrastarli non con la bravura bensì potenziandoci di continuo. Pertanto non è manco definibile come difficoltà reale. Una nota positiva, su Xbox One modello base non abbiamo riscontrato cali di frame rate.
Contra Rogue Corps non è che un poco riuscito tentativo di riportare in auge un brand trentennale come quello di Contra con sforzi minimi e massimi guadagni. Il risultato non è da intendersi come un disastro vero e proprio, seppur malauguratamente non vada poi molto lontano. In virtù del fatto che qualcosa funzioni, è un gran peccato poiché il titolo con la sua semplicità e follia in un contesto fuori dalle righe diverte pure. L’eccessiva ridondanza e la scarsa varietà di situazioni di gioco rendono però l’esperienza a dir poco spossante. Quel che funziona un po’ di più sono i boss e le fasi in mira libera che riescono a dare un po’ di brio alla produzione Konami. Tutto il resto non brilla affatto e risulta in linea di massima anonimo, privo di quel lustro che attorniava i vecchi capitoli della serie. Se la volontà di Konami sia riportare in vita brand storici con questo scarso livello qualitativo, allora siamo completamente fuori strada. Immaginare di vedere un TwinBee, un Rocket Knight Adventures, un Castlevania, un Getsu Fuuma Den o un Ganbare Goemon in queste condizioni, sarebbe una sorta di morte post-resurrezione. Se la qualità deve essere questa è meglio che la compagnia nipponica non distrugga il bel ricordo che abbiamo delle IP appena menzionate. Contra Rogue Corps rimane senza dubbio un titolo con cui spegnere il cervello e non pensare a null’altro, il problema è che non funziona nemmeno in questo perché non è divertente e annoia dopo un po’. Se però siete quel tipo di videogiocatori che non cerca altro da un videogame, potreste pure apprezzarlo e ritenerne sufficiente il lavoro. Per tutti gli altri, a patto che non siate grandi estimatori di Contra, potete tranquillamente starne alla larga. Ma anche i fan, considerando che a parte il nome, di Contra è rimasto ben poco, possono rimembrare i gloriosi bei vecchi tempi con la collection uscita quest’anno. Almeno con quella non viene infangata una serie storica.