The Last of Us Parte 2 Anteprima | Dopo mesi di assoluto silenzio, l’ultima opera di Naughty Dog è finalmente tornata alla ribalta con un nuovo trailer, che ci ha lasciati letteralmente a bocca aperta per tutta quanta la sua durata. Un sogno ad occhi aperti potremmo definirlo. Sì, proprio un sogno, perché, a conti fatti, quello che abbiamo visto durante l’appuntamento State of Play di Sony, si allontana parecchio dalle produzioni odierne, settando nuovi standard tecnici e – si spera – narrativi. Su quest’ultimo punto, tuttavia, nonostante il trailer ci fornisca parecchie informazioni, è impossibile sbilanciarsi. L’unica certezza è che la storia questa volta la affronteremo attraverso gli occhi di Ellie e a differenza dello scorso capitolo (già abbastanza maturo e serioso) gli sviluppatori hanno premuto maggiormente l’acceleratore per quanto concerne la rappresentazione della violenza. Tutto ci viene quindi sbattuto in faccia senza filtri: nudità e brutalità messe in primo piano come se nulla fosse, fregandosene altamente del politically correct che, diciamolo, nel 2019 ha ormai stufato. Certo, non è la prima volta che ciò accade: la saga dello strigo (The Witcher), ad esempio, lo fa da un bel po’, ma rimanendo nell’ambito delle “super produzioni” i casi si contano sulle dita di una mano.
The Last of Us 2: il passo più lungo della gamba
Chi ha giocato il primo The Last of Us dovrebbe saperlo molto bene: la scena finale rappresenta, con molte probabilità, il picco più alto raggiunto dalla scorsa generazione di console in termini squisitamente narrativi. Questo se da una parte è motivo di assoluto vanto, dall’altro è un problema da non sottovalutare. Persino il più abile sceneggiatore ci penserebbe due volte prima di buttarsi a capofitto sulla seconda parte, poiché quelle poche parole pronunciate da Joel ed Ellie rasentano semplicemente la perfezione. Tutto merito di un viaggio che per l’intera durata sa quali pulsanti premere, come e dove colpire il giocatore. Nonostante ciò, Neil Druckmann e il suo team non sembrano affatto preoccupati, anzi, confezionano un trailer superbo che non può fare altro che suscitare buone sensazioni. Ha quindi ufficialmente inizio la sfida più ardua che la software house californiana abbia mai accettato. Una sfida che, qualora dovessero riuscire a superare, farebbe schizzare automaticamente in cima alle vette The Last of Us Parte 2.
Stando al trailer, dopo i burrascosi eventi di The Last of Us, la vita parrebbe essersi nuovamente animata: Ellie vive in un villaggio ben illuminato e affollato, all’interno del quale di tanto in tanto si festeggia, come si evince dal gameplay trailer rilasciato all’E3 2018. Considerando le ultime produzioni firmate Naughty Dog, in ordine: Uncharted 4 e lo spin-off The Lost Legacy, non risulta molto difficile ipotizzare che quel villaggio potrà essere esplorato liberamente da cima a fondo, magari accettando anche qualche attività collaterale (anche se molto probabilmente la struttura sarà la medesima del predecessore, ovvero a capitoli). Qualche secondo più tardi, invece, vediamo Ellie e Dina lanciate verso quella che sembrerebbe essere una battuta di caccia, la quale, però, a causa dei pericoli insiti nell’ecosistema di The Last of Us, si trasforma in un vero e proprio incubo: le due ragazze incontrano un clicker e si separano. Ellie parte alla ricerca dell’amica e non appena s’imbatte in un resort, scopre che è sotto sequestro, tenuta prigioniera da un gruppo di sopravvissuti. Qui Naughty Dog decide di mostrarci una scena che presumibilmente rappresenterà la causa scatenante del viaggio ricco di odio che dovrà affrontare Ellie, alla ricerca disperata degli assassini di Dina. Persone umane, non infette, le quali, ancora una volta, si confermano una minaccia ben più grave dei prevedibili infetti. Dopo, con un montaggio che non possiamo non definire perfetto, la protagonista scuote la mano, dando inizio a sequenze movimentate, ricche di pathos e colme di dettagli importantissimi. Tanto per cominciare, l’infezione potrebbe essere mutata nel tempo, attaccando questa volta anche gli animali, come possiamo osservare nel trailer. Inoltre, anche la stessa Ellie, che sappiamo essere immune all’infezione, porta con sé una maschera. Ciò lascia supporre due cose: la prima è che l’immunità della protagonista non abbia più un reale effetto; la seconda (ben più credibile) riguarda il fatto che la ragazza stia in tutti i modi cercando di tenere allo scuro la sua condizione a Dina, magari per non metterla in pericolo. Questo spiegherebbe anche perché ha deciso di tatuarsi il braccio. Poi, alla fine, la sorpresa finale, lui, Joel, quel che si credeva fosse solamente un’apparizione: “pensavi che ti avrei lasciata da sola?”.
Joel ci viene finalmente mostrato.
The Last of Us 2 è il gioco più maturo e ambizioso di Naughty Dog, probabilmente della generazione o dell’intera industria, bastano pochi secondi per rendersene conto. Il suo predecessore, però, ha una narrativa auto conclusiva perfetta per chi ha amato alla follia quel viaggio meraviglioso. Un’esperienza che forse sarebbe stato meglio lasciare riposare. Evidentemente “i cagnacci” non la pensavano così, decidendo di insistere, di volersi superare, di spingere il medium oltre l’immaginabile. Dopo aver visto il trailer, effettivamente siamo d’accordo con loro, lo accettiamo, ma allo stesso tempo abbiamo anche molta paura. Paura che quella storia, perfetta agli occhi dell’appassionato, possa venire in qualche modo rovinata: se decidi di sviluppare la seconda parte di un’opera come The Last of Us, devi per forza fare di meglio, e non sarà affatto facile. Ci siamo, ragazzi, l’appuntamento è fissato per il prossimo 21 febbraio 2020, in esclusiva sulla piattaforma di Sony, PlayStation 4.