Ori and the Blind Forest Definitive Edition Recensione della versione per Switch

Ori and the Blind Forest Definitive Edition

Ori and the Blind Forest Definitive Edition Recensione | Dopo una versione di prova in anteprima e aver disseminato indizi e notizie a riguardo, finalmente Moon Studios ci ha regalato lo scorso 27 settembre la versione disponibile per Nintendo Switch di Ori and the Blind Forest Definitive edition. Ancora una volta, avremo tra le mani un vero e proprio dipinto su tela, tra colori e atmosfere oniriche in grado di raccontarci una favola senza tempo e già nota ai cultori del genere fantasy.

Ori and the Blind Forest Definitive Edition: era una notte buia e tempestosa

Un vero e proprio libro di fiabe in versione digitale si apre sulla nostra console, dove le frasi della storia che ci viene narrata appaiono su pergamena o a didascalia della schermata di gioco che abbiamo sotto gli occhi, promettendoci di entrare in una grande nuvola colorata ed emotiva mentre ripercorriamo un viaggio di cui abbiamo davvero bisogno come toccasana per la nostra mente. Per chi si fosse perso il succo della storia fino ad oggi, ecco un breve riepilogo: tutto comincia la notte in cui Ori si perde nella grande tempesta, cominciando dal Nido delle Rondini dove il gigante Naru accoglie la luce del piccolo esserino magico come se fosse un figlio. Sin da subito e si percepisce nettamente la dolcezza e l’intensità del rapporto tra i due. Il piccolo essere dalle sembianze di un volpino è molto agile e forte, nonostante le piccole dimensioni, mentre il suo compagno è tanto goffo quanto protettivo: un equilibrio complementare che viene spezzato quando il “gigante gentile” non riesce ad averla vinta una notte Ori viene chiamato da una voce, nientepopodimeno che la protagonista della storia e voce narrante della vicenda. La foresta subisce un cambiamento repentino: da rigogliosa e verdeggiante, gli alberi diventano secchi e l’atmosfera cambia decisamente.

Ori and the Blind Forest Definitive Edition

Uno degli schizzi in fase di preparazione del gioco

Ori and the Blind Forest Definitive Edition: Lights will guide you home

Orfano di nuovo, Ori rimane solo e non ha motivo di rimanere in quel luogo, partendo per un viaggio alla ricerca di risposte sulla sua vita e su quanto sia davvero accaduto. I quesiti a cui rispondere sono davvero tanti, gli provocano un peso non indifferente, indicato anche dalla difficoltà di movimento (voluta) in alcuni momenti dell’introduzione al gioco. Subito all’inizio del viaggio incontra nella foresta Sein, luce e occhi dell’Albero dello spirito, che si dimostrerà essere la nostra arma per difenderci da nemici mostruosi e spine che ostacoleranno il nostro cammino. Per quanto ci possano essere tantissime sequenze sceniche e poco gameplay all’inizio della storia, il ritmo diventa sempre più sostenuto anche grazie alla giocabilità davvero fluidissima. Non si riscontra alcun tipo di bug a livello tecnico e di scorrimento in questo metroidvania in 2.5D a scorrimento orizzontale, dove la capacità di passare velocemente da un tronco all’altro nel folto della foresta all’altro è davvero importante e le performance del motore di gioco non ci lasceranno affatto insoddisfatti. Questo accade anche in modalità dock, dove possiamo ammirare in un formato ancora più grande la bellezza della creatività generata dal lavoro di Moon Studios che ci pone tra le mani una storia vivibile in quattro livelli diversi di difficoltà (tra cui l’ormai sfidante e immancabile permadeath) e con un menu facile e completo di ogni statistica di gioco e di progressi nelle abilità del nostro piccolo, grande eroe.

Ori and the Blind Forest Definitive Edition

La terribile tempesta che fu fine e inizio di tutto

Ori and the Blind Forest Definitive Edition: Le sfere del potere

Come destreggiarci dunque in questo intricato labirinto? Grazie a una mappa generata proceduralmente e dalla legenda chiara e semplice, avremo a che fare con diverse sfere colorate e utilissime per la nostra crescita, dettata dall’Albero delle abilità, un’aggraziata finestra del menu che potremo aprire solo creando delle fontane energetiche, nonché utilissimi punti di salvataggio e checkpoint da cui ripartire in caso di game over. Potremo infatti creare un collegamento dell’anima ogniqualvolta vorremo assicurarci un’àncora di salvezza tra bubboni pungenti, mostriciattoli e ammassi velenosi che sembrano spuntare direttamente dalla serie Stranger Things; è un’azione che raccomandiamo di compiere spesso per evitare di dover rifare parecchio percorso, qualora terminassero i nostri punti energia. Infine troveremo sul nostro cammino anche i cosiddetti Cancelli dello Spirito, ognuno apribile con un certo numero di chiavi di volta che troviamo sparse per il mondo. I puzzle e gli enigmi da risolvere sono davvero parecchi ma spesso funzionali all’economia di gioco, in modo tale da non risultare troppo ridondanti né fastidiosi, per quanto certe meccaniche siano abbastanza ripetitive ma facili da comprendere e addomesticare.

Ori and the Blind Forest Definitive Edition

La foresta è viva e ci parla di sé e di noi

Qualche punto cieco

Se proprio dovessimo trovare dei nei in questo piccolo, grande capolavoro su Nintendo Switch, potremmo parlare di un punto a sfavore dell’attacco, poiché non possiamo decidere attivamente quale sia il nostro target da colpire. Inoltre il lancio delle onde energetiche non è sempre preciso e diretto appena siamo poco distanti dal nemico, l’obiettivo si sposta da un nemico all’altro mentre siamo in fase di attacco, senza motivo apparente. Inoltre, nemmeno questa volta potremo mettere le dita sullo schermo della nostra console e selezionare opzioni o guidare Ori grazie all’uso del touchscreen, modalità non contemplata in questa versione per Switch e che avrebbe potuto anche rivelarsi d’aiuto in situazioni dove la combinazione tastiera e stick non si è rivelata delle più semplici. Al netto di qualche piccolo disappunto e intralcio tecnico, un plauso al lavoro svolto nella resa del motore di gioco, che risulta fluido in ogni momento, anche nel passaggio da sequenza animata a gameplay, con il risultato di una integrazione perfetta e pressoché senza sbavature. Un’attenzione al lato video viene mostrata anche grazie alla presenza di una sezione cinema nel menu principale di gioco, dove potremo rivivere alcuni momenti scenografici della storia sbloccando delle clip man mano che si procede, oppure godendo sin dall’inizio della visione di video promozionali, i dietro le quinte, o anche di screenshot dei bozzetti realizzati durante la realizzazione del gioco. Non ci sentiremo nemmeno esclusi dal mondo dei giocatori di Ori and the Blind Forest: nel menu infatti disponiamo di una classifica che ci consente di visualizzare i nostri progressi rispetto a tutti gli altri giocatori, un potenziale spunto in più per rendere il gioco più appetibile e sforzarci di completare al meglio i diversi livelli sulla mappa.

Grazie a una palette di colori pastello ben curati e quasi dipinti sul nostro schermo, la cura per ogni dettaglio grafico è davvero notevole: sono davvero pochi i momenti in cui abbiamo notato sfocature o qualche imprecisione nelle sequenze animate, ma la fluidità e la resa artistica di ogni elemento è davvero ben eseguita, andando a completare un quadro ben più che positivo. Ori and the Blind Forest: Definitive Edition torna così di gran carriera sulle nostre console, rinfrescandoci la memoria con una versione di intensità emotiva e tecnica davvero godibile e in grado di catturarci sin dal primo istante di gioco. Ancora una volta, siamo stati piacevolmente stregati dal sortilegio che la voce della Foresta ci ha scagliato contro.

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.