Relow Provato dalla Milan Games Week 2019

Relow

Relow Provato | Nonostante tutti gli strumenti ormai a completa disposizione degli aspiranti sviluppatori, realizzare un gioco da soli non è affatto un compito semplice. Tommaso Romanò, un giovane ragazzo di Milano appassionato di videogiochi, ha tentato l’impresa realizzando Relow, uno sparatutto procedurale in prima persona, contando solo sulle proprie forze. Il risultato è ancora grezzo, ma contiene delle idee con un potenziale elevato.

Relow Provato: scontri a doppia arma

La struttura base del gioco è quella tipica dei deathmatch: i giocatori vengono trasportati all’interno di una mappa e devono uccidere gli avversari per racimolare punti. La novità di Relow è che ciascuno utilizza due armi nello stesso momento, una nella mano destra e una nella sinistra, con la possibilità di far fuoco contemporaneamente. Grazie a questa trovata, si possono creare combinazioni molto più varie e originali con il proprio arsenale. Si potrebbe ad esempio pensare di portare con sé una mitraglietta e un fucile a canne mozze per coprire ogni distanza, oppure impugnare due cecchini e abbattere ogni avversario dalla distanza con una coppia di proiettili ben assestati. Inoltre, è possibile assegnare ad una delle armi un colpo speciale, come un missile portatile ad alto danno oppure uno scudo. Purtroppo, finché si rimane su strumenti tradizionali come quelli sopra citati non si nota una così grande differenza rispetto agli FPS tradizionali, ma l’introduzione di armi più stravaganti e uniche consentirebbe di sfruttare al massimo questa struttura di gioco.

Relow

Un altro elemento innovativo di Relow è la generazione procedurale della mappa. Le varie isole fluttuanti di cui è fatta l’arena vengono create ad hoc prima dell’inizio della partita. Oltre ad aggiungere semplicemente varietà, questa caratteristica del titolo costringe i giocatori a doversi adattare ai nuovi ambienti e trovare i punti strategici in cui poter sfruttare al massimo il proprio equipaggiamento. La generazione procedurale stabilisce dimensioni, conformazione rocciosa, altitudine e distribuzione delle isole, per poi decorarle con elementi come alberi, sassi e ponti. Per spostarsi da una all’altra si possono usare i getti d’aria, che consentono di saltare in alto e sfrecciare da un punto all’altro al costo di perdere temporaneamente l’uso di un’arma. Il movimento tuttavia espone il giocatore al fuoco nemico, perciò non è raro che la maggior parte degli scontri si verifichino in aria. Questo fattore di gameplay va purtroppo in contrasto con la generazione procedurale: se i lottatori passano molto del loro tempo in volo, il modo in cui è creata la mappa diventa automaticamente irrilevante. Il difetto principale di Relow sta proprio nello scarso impatto che le sue idee originali hanno sul gioco. Allo stato attuale, si sente ben poca differenza rispetto ad altri titoli dello stesso genere realizzati però con uno studio e un budget più grandi. Inoltre, alcuni aspetti hanno bisogno di qualche ritocco in più, come la grafica dei proiettili che li rende molte volte difficili da notare. Relow è ancora molto grezzo e necessita di lavoro, ma con le giuste aggiunte e un focus più orientato verso i suoi aspetti unici potrebbero trasformarlo in un prodotto innovativo e in grado di distinguersi nella folla di sparatutto attualmente disponibili.

In conclusione, vi lasciamo qui il trailer di Relow e la sua Pagina Steam. Se siete interessati a scoprire di più sugli altri indie che abbiamo provato alla Milan Games Week 2019, date un’occhiata alla nostra sezione Anteprime.

Il fortuito incontro con una piccola cartuccia usata per Game Boy ha acceso la passione per i videogames in Lorenzo, al tempo ignaro ragazzetto con la passione per la narrazione. Non ci è voluto molto prima dell'entrata nel mondo del modding, seguita a ruota dagli esperimenti su GameMaker, un breve soggiorno su YouTube e infine l'investitura a Dungeon Master. I videogiochi hanno accompagnato Lorenzo durante tutto questo viaggio, sia come momento di relax e divertimento che come fonte di ispirazione. Adesso, la sua ultima tappa lo vede pienamente immerso nella scrittura giornalistica, nel frattempo che continua a coltivare il suo amore per le grandi storie.