Travis Strikes Again | Travis Touchdown non è ormai lo stesso antieroe che Grasshopper Manufacture e Suda51 ci avevano fatto conoscere su Nintendo Wii. Il nostro otaku armato ha infatti trascorso un intero decennio ad assassinare a destra e manca gli obiettivi dettati dalla United Assassins Association, ma ormai ha 37 anni; non sa onestamente che farsene di classifiche e assassini. Piuttosto, il nostro protagonista ha deciso di rintanarsi in un camper malandato, ora nascosto dal pubblico in una foresta del Texas e intento ad affettare forsennatamente i bersagli nel mondo virtuale di una console… Ma i suoi nemici non si sono dimenticati di lui. La storia di Travis Strikes Again No More Heroes è un agrodolce viaggio della rivalsa, un’opera che è riuscita a mandare un messaggio e a far avviare infine la realizzazione di No More Heroes 3. A suo modo è importante. Ed è così che, a distanza di un anno dalla sua uscita originale, Travis Strikes Again arriva anche su PlayStation 4 e PC, ma la domanda in questo frangente è una sola: riusciranno delle piattaforme di gioco fisse a sovrastare il valore del biglietto originale su Nintendo Switch?
Travis Strikes Again: The Story So Far
Per chi avesse saltato a pié pari le ultime disavventure del nostro Travis, quel che accade è un po’ la crisi di mezz’età sardonica che tanti eroi mostrano una volta raggiunti i 40 anni. Nel caso di No More Heroes tuttavia, lo sappiamo, Travis non finisce solo in una crisi esistenziale, ma ci si tuffa con il botto, rintanandosi nel suo mondo in modo nichilista e annientandosi nella solitudine, da vero hikikomori. E quindi, cosa fare per far rinsavire Travis? Il mezzo è il personaggio di Badman e il fine è una leggenda legata al Death Drive MK-II, una console nella quale immergersi per esprimere un qualsiasi desiderio.
Un miracolo cartoonesco, c’è da dirlo, ma Travis Strikes Again riesce comunque a spostarsi con estrema facilità dal familiare al surreale, mutando la direzione di livelli e zone di gioco come non era stato mai fatto in un gioco di Suda51. Anche a livello narrativo c’è la firma di un autore che ha voluto utilizzare sia Travis che Badman come delle marionette per esprimere dubbi relativi al gameplay, perplessità sulla vita quotidiana, gioie del caso e altre incredibili follie. La quarta parete non è mai stata così labile, anche in una serie dissacrante come No More Heroes.
Le citazioni di Travis Strikes Again si muovono agilmente tra il videogioco e il cinema, e oltre
Ed è forse questa la magia più bella di Travis Strikes Again, che è anche il suo unico, grande pregio. L’ultimo capitolo di No More Heroes, infatti, vive di un citazionismo sagace e pungente, muovendosi con facilità tra Pokémon, Metroid, Hotline Miami e tutte le opere che hanno innalzato Goichi Suda a uno dei più grandi autori dell’industria. Travis Strikes Again è un potpourri incredibile, sì, ma al contempo vive di una tecnica sufficiente, sorretta tra l’altro da un Unreal Engine che non riesce a confrontarsi con il dinomio uscito su Nintendo Wii.
Il sistema di gioco, inoltre, risente terribilmente di quello che è stato, durante il ciclo di sviluppo, un progetto di una taratura minore. Travis Strikes Again è infatti un action isometrico che ricorda a tratti – e non a caso – Hotline Miami, ma in maniera intelligente riesce comunque a bilanciare avversari e abilità dei personaggi che avremo modo di utilizzare; lottatori che, in questo caso, sono ben 4, includendo anche i DLC usciti originariamente su Nintendo Switch.
Ogni lottatore infatti, seppur con differenze minori, riesce a distinguersi con attacchi veloci, lenti, devastanti o deboli, avendo anche modo di sfruttare i cosiddetti Chip, ossia dei dispostivi dotati di abilità uniche. Avremo gli attacchi stordenti, le cure relegate a un’area di gioco, degli assalti esplosivi e gli affondi dedicati a danneggiare un singolo nemico. Sono soprattutto questi strumenti, difficili da calibrare e non sempre così banali da combinare, a donare un pizzico di dinamicità alle battaglie più ostiche di Travis Strikes Again.
La struttura da visual novel di Travis Strikes Again sarà uno degli elementi fondanti del Death Drive MK-II
Tra un nemico e l’altro, infatti, il titolo di Grasshopper Manufacture vive di una difficoltà che è tutto fuorché una passeggiata di salute. Anzi, calibrandola anche solo sulla difficoltà normale non riusciremo a sopravvivere con facilità, dovendo infatti ricorrere ai Chip e agli assalti fulminei per rimanere in vita fino al WC più vicino, ultima meta per salvare gli ultimi progressi del gioco.
Un sistema del genere, tuttavia, non riuscirebbe mai a coinvolgere a lungo il giocatore senza lasciarlo nella noia totale. Travis Strikes Again, fortunatamente, vive anche d’altro. In questo capitolo non avremo difatti un open world o una serie di macro zone da esplorare, ma un singolo HUB: il falò del nostro campus. Oltre ad acquistare e indossare le magliette di Travis, ora collegate direttamente a titoli quali Superhot e Undertale, senza contare chicche come gli articoli giornalistici dedicati al terribile Death Drive MK-II, saremo obbligati a sfrecciare sulla nostra leggendaria motocicletta per ritrovare tutte le Death Ball, ossia le cartucce di gioco che ci danno modo di entrare in un nuovo livello.
Ed è anche qui che Suda51 torna a citare un’altra delle sue opere, ossia The Silver Case, immergendoci in una visual novel completamente originale in cui vivere delle avventure aggiuntive sulla ricerca di questi leggendari videogiochi. I momenti rappresentati sono incredibilmente divertenti nella loro volgarità di fondo, ma non riescono né a espandere il sistema di gioco originale né a risultare divertenti come micro universo a sé stante. Purtroppo, dal punto di vista ludico, la noia di No More Heroes continua a farsi viva anche in Travis Strikes Again.
Alcuni difetti tecnici di Travis Strikes Again sono ancor più evidenti su PC e PS4
È anche sulla conversione, in fondo, che Travis Strikes Again non riesce a trionfare o ad avvalorare l’esperienza uscita in origine su Nintendo Switch, aumentando semplicemente la risoluzione della versione originale e ripulendo al meglio i modelli di gioco. Nulla di trascendentale o fuori dagli schemi di ogni remastered già vista, ma il problema principale di Travis Strikes Again è che era stato immaginato per essere giocato a spizzichi e bocconi sulla console ibrida di Nintendo; un modello che riesce a respirare naturalmente solo in un sistema diviso tra il portatile e il fisso, e che su PC e PlayStation 4 non riesce ovviamente a esistere.
In conclusione, Travis Strikes Again No More Heroes è l’arrivo di un titolo imperdibile per gli appassionati della saga su PlayStation 4 e PC. Nulla di più, nulla di meno. L’opera in questa versione aggiornata include anche i DLC usciti originariamente su Nintendo Switch, ma non è per questo che si dovrebbe pensare di acquistare queste versioni. Piuttosto, l’esperienza è la fonte essenziale di ogni gioco che si rispetti, e in questo caso non possiamo dirvi di giocare Travis Strikes Again su PlayStation 4. Il nostro consiglio, piuttosto, è quello di recuperare il titolo su Nintendo Switch, vivendo un’opera originale e assolutamente fuori di testa. Ve lo assicuriamo, non la dimenticherete facilmente.