Interrogation: You will be deceived Recensione

Calarsi nei panni di un detective non è mai stato così semplice, o forse no. Un caso dopo l’altro, sempre più complessi e ingaggianti, abbiamo a che fare con una serie di criminali potenzialmente colpevoli di aver commesso ciascuno un crimine, osservando come i nostri progressi aumentano di volta in volta. Da novellino a investigatore sempre più esperto, Interrogation: You will be deceived è un titolo sviluppato da Critique Gaming e edito da Mixtvision, un’avventura indie che possiamo ben configurare come visual novel interattiva uscita lo scorso 5 dicembre su Steam. Una prova davvero interessante e stimolante, che ha promesso bene sin dai primissimi istanti di avvio del software; scopriamo insieme cosa è successo in questa detective story dai tratti chiaramente thriller.

Terrorismo e liberazione

Il plot è uno dei più tipici che potessimo trovare all’interno di una storia di questo genere: cominciamo la storia come investigatori novellini, escamotage attuato per fare un po’ di pratica con le dinamiche di gameplay piuttosto strutturate e non facilissime da mettere in atto, per poi ritrovarci tre anni dopo dai primi eventi, mentre siamo sulle tracce dell’organizzazione terroristica “Il fronte della Liberazione”. Conosciamo Mordecai e Chief Anderson, i primi due personaggi con cui abbiamo a che fare e il nostro obiettivo sarà quello di coordinare la squadra che abbiamo a disposizione per ottenere le informazioni necessarie alla risoluzione dei casi, gestire il nostro budget, purtroppo abbastanza limitato, e riuscire anche a trattare con la stampa, costantemente alla ricerca di uno scoop da strillare sulle proprie testate. Questo è solo il prologo di una storia complessa, ma di fatto non troppo lunga, nella quale dovremo saperci destreggiare tra un caso e l’altro interrogando i vari sospettati. Questo sarà il vero e proprio fulcro del gameplay: ci caliamo nei panni di un detective della polizia, e per smascherare questa pericolosa manciata di terroristi, dovremo gestire due fronti distinti: oltre a interrogare i sospetti, dovremo anche controllare la squadra e la nostra reputazione. Il tutto in poco tempo: ce la faremo?

I disegni dei personaggi sono parecchio realistici

Il tempo non risparmia nessuno

Per risparmiare tempo, non dovremo invece tirare i remi in barca e far funzionare il più rapidamente possibile la nostra materia grigia. Comprendere la storia e il background di ogni personaggio è fondamentale per definire l’approccio migliore da usare con ciascuno di loro: intimidazione, astuzia, empatia, quasi amicalità con ogni indiziato. Non abbiamo una ricetta già pronta e definita, non esiste la strategia già strutturata: l’unica cosa certa è che talvolta il tempo scorrerà inesorabile e dovremo fare i conti non solo con il timer in alto a destra dello schermo, ma anche con altri due indicatori circa lo stato psicologico degli interrogati. Da un lato potremo osservare l’apertura delle loro pupille, le quali rivelano quanto siano inclini o meno ad aprirsi con noi, e quindi a diventare più vulnerabili; dall’altro noteremo quanto siano effettivamente a loro agio o nervosi, tutte statistiche utili nel farci capire come procedere e quale domanda porre tra le varie opzioni che ci vengono offerte nel riquadro a sinistra. Questo non si limita a mostrarci le varie interrogazioni che possiamo porre, ma ci evidenzia con diversi colori le frasi chiave che possiamo pronunciare in diversi momenti dell’interrogatorio e che rappresentano degli snodi cruciali nel nostro operato.

Non saremo solo noi a porre domande e interrogare…

La teoria della fisiognomica

Il coinvolgimento vero e proprio sta però nell’armonia grafica e tecnica con la quale ogni parte del gioco viene orchestrata, grazie a una cura grafica davvero ineccepibile che riesce a rappresentare sul nostro schermo a PC in bianco e nero le figure in 2.5D in modo impeccabile e con una “quasi” tridimensionalità spaventosamente intrigante. Non è solo questo dato a rendere il gioco piuttosto verosimile, ma anche il disegno vero e proprio delle persone, rese con identità e fisiognomica piuttosto accurate e basate su stereotipie comunque funzionanti e ben caratterizzanti. Si tratta di due aspetti molto importanti, considerando che si tratta di un gioco dove eventualmente andare oltre le apparenze e scavalcare le barriere del pregiudizio è un passo fondamentale. Non bastasse questo, abbiamo a che fare con altri aspetti piuttosto “cinematografici” o comunque tratti dalla migliore letteratura thriller che Hollywood ci ha ben instillato, ossia alcuni momenti più o meno classici della trattativa tra poliziotto (talvolta chiamato il “pig” della situazione) e indiziato: prendere per il bavero della giacca o per il collo della camicia il sospettato, teatralmente spegnere il registratore per fingere che qualche confessione pungente e traditrice possa essere svelata ma non registrata (a nostro svantaggio e rischio), passare all’elettroshock e strumenti del genere. Il tutto reso ancora più dettagliato dai documenti che abbiamo a disposizione, piuttosto prolissi e ricchi di informazioni; insomma, dovremo avere dalla nostra una qual certa voglia di leggere e cimentarci con la lingua inglese, non a livelli tosti, ma comunque è richiesta un po’ di competenza con l’idioma.

Le schermate di gioco saranno spesso affette da “horror vacui”

Tutto il resto è noia

L’alchimia di queste componenti è piuttosto riuscita, richiamando alla nostra mente alcuni giochi anche italiani come Dry Drowning, soprattutto per la grafica, ma anche Papers Please e This is the Police da un punto di vista di game design, nel tentativo di suscitare temi morali, ideologie e altri aspetti piuttosto delicati che vedono difficilmente un certo grado di svisceratezza nei videogiochi. Non a caso abbiamo citato altri titoli che possono difficilmente essere considerati AAA, ma ci sono anche dei motivi per cui questo gioco non riesce a portare a casa un punteggio pieno: prima fra tutte, è la noia a imperare nel momento in cui ci accorgiamo che le dinamiche sono piuttosto ripetitive. Certo, gli indizi e le storie che si celano dietro ogni personaggio sono sempre varie, ma il modus operandi rimane invariato e, per quanto possiamo imparare dalle istruzioni contenute nel “manuale” che ci viene affidato a inizio partita per le sessioni di indagini successive, capiremo ben presto che dobbiamo lodare gli intermezzi narrativi e i momenti in cui ci beiamo della bellezza grafica per dimenticare la routine ludica.

Interrogation: You will be deceived rivela il suo spirito già nel titolo, dove è chiaro che le cose non si metteranno bene per noi, tra parecchie difficoltà ed enigmi stimolanti da risolvere, con il solo rischio di annoiarci o di imbatterci in soluzioni difficili da scovare e che ci indurranno spesso nella tentazione di abbandonare la partita. “Only the brave”, come si suol dire, e allora imbracciamo il coraggio di lasciarci stimolare da quanto ci richiede il gioco, che non ha la pretesa di essere un breve corso per diventare i nuovi Sherlock Holmes, ma semplicemente rendere attiva la materia grigia di fronte a uno schermo. E non si dica che i videogiochi atrofizzano le meningi!

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.