Monster Hunter World Iceborne | Non a tutti piace l’inverno, il freddo, la neve. Ci sarà sempre chi preferirà una torrida spiaggia, un lettino al sole, un cocktail con l’ombrellino a un paesaggio montano dall’incontaminata bellezza, dove persino il tempo sembra fermarsi, congelare intorno a noi mentre l’aria rarefatta si trasforma in nuvole di vapore ad ogni respiro. Su questo non ci piove – e nemmeno ci nevica – ovvio. Ma già qualche tempo fa sui “lidi” console ed ora, infine, anche sulla piattaforma pro-gaming per eccellenza una fitta tempesta di ghiaccio ha trasformato i territori di uno dei più apprezzati titoli del decennio, il migliore, persino, per alcuni fan sfegatati della longeva serie di Action RPG in questione: Monster Hunter World. Iceborne è il nome dell’espansione di cui ri-parliamo oggi, provata su di una macchina che, paradossalmente, pur rimanendo in tutto e per tutto un PC, di certo non ambisce al titolo di “Master Race”. Un PC da gaming con qualche anno sulle spalle, 5 per l’esattezza , appena migliorato nelle prestazioni rispetto all’uscita dalla fabbrica con un cambio di scheda grafica (ora monta una 1060 6GB Founder’s Edition) e qualche giga di RAM in più (da 8 a 16GB DDR3, per farvi capire). Uno di quei PC pre-assemblati che fanno venire l’orticaria ai puristi del modding, che si salva dal surriscaldamento grazie al fatto che i termosifoni della stanza dove viene tenuto sono rotti (il che immerge ulteriormente nell’atmosfera di Iceborne, ve lo assicuro). Eppure un PC capace, grazie al sapiente lavoro di ottimizzazione svolto da Capcom, di far superare non poco l’esperienza console. Mettete sciarpe e cappelli di pelliccia, e imbracciate la vostra arma: fa un freddo mostro là fuori!
Monster Hunter World Iceborne: nessuna nuova, buona nuova
Come anticipato nell’introduzione, avevamo già parlato di Monster Hunter Iceborne, nella recensione che potete leggere qui, e addirittura ascoltare qui, sul nostro canale YouTube. Da quando è stata rilasciata l’espansione, tuttavia, sono stati applicati numerosi cambiamenti su Monster Hunter World che, un po’ come i precedenti capitoli facevano attraverso eventi vari e featuring di altri titoli Capcom e non, un po’ a mo’ di MMO, si è evoluto permettendo ai giocatori di affrontare sfide sempre più variegate e complesse, mostri ancora più coriacei e aggressivi senza però mai toccare, prima di Iceborne, le vette del G-Rank, o se preferite restare in ambito World, Gran Maestro (quando la difficoltà si alza su Monster Hunter, la G non manca mai insomma). Iceborne, quindi, oltre a introdurre una campagna inedita, con cutscene e mostri del tutto nuovi – tra cui rivisitazioni di altri già noti e di cui sentivamo la mancanza – in una arena open map altrettanto nuova mette alla prova anche i veterani con quello che non si fatica a definire un endgame al cardiopalmo; che oltretutto, fateci caso, conferma l’ambientazione “ghiacciata”, “innevata”, fredda, inospitale, poco accogliente, come setting perfetto per far sentire i giocatori non proprio al sicuro: che i Game Developer siano tutti persone freddolose?
“Lande ghiacciate” è pertanto un ennesimo esempio da seguire quanto a level design e cura per i dettagli lato “gameplay”, con le zone a neve alta di cui tener conto sia offensivamente che difensivamente con il rampino, feature che si riconferma funzionare a dovere, nel suo donare ulteriore verticalità ad una serie che con World ha scardinato del tutto una certa legnosità insita nel gioco in tutte le sue precedenti iterazioni; e, infine, con i moveset rinnovati e ampliati per varie armi, che dopo Iceborne si giocano e si apprezzano in tutto un altro modo. Quest’ultimo punto, tuttavia, necessita di una precisazione puramente tecnica, dato che parrebbero mancanti le ultimissime patch di bilanciamento rilasciate su console (arriveranno, comunque). Già perché, e qui si giustifica la somiglianza con il genere MMO citata poc’anzi, World, così come tutti i Monster Hunter in realtà, è un gioco che nasce votato al multiplayer PvE, con squadre di quattro giocatori intenti a darsi man forte mentre massacrano mostri qui e là. Non stupisce, quindi, la necessità di aggiornare le armi periodicamente, per permettere ai team e alle gilde che ogni giorno si formano numerose nel fandom del brand di sperimentare nuove strategie e di non sentire eccessiva disparità nell’efficacia di alcune armi rispetto ad altre. Ma allora, se i panorami sono gli stessi, se la loro bellezza resta inalterata e il loro candore non perde nemmeno un punto luce nella trasposizione su PC, se sciogliendo la neve e in generale tutti i materiali di cui questo ben di Dio visivo è composto, arrivando al cuore, al gameplay – ai dati – non sentiamo di notificare mancanze rispetto alla versione console. Perché, chiederete, scegliere di giocare su PC, con tutti quei client da scaricare, quell’apparente velo di complicazioni aggiunte rispetto al “plug and play delle console”, o addirittura, perché abbandonare il vostro prezioso salvataggio (che tutt’ora non è possibile spostare da console a PC) e buttarsi a capofitto sul gioco in versione PC?
Abbiamo messo un supercomputer su di un pianeta distante anni luce dalla terra a lavorare indisturbato per secoli e secoli prima di potervi e poterci dare una risposta. Una volta interrogato, prima di spegnersi e formattarsi, il supercomputer ci ha restituito un’enigmatica soluzione alla domanda sulla vita l’universo e tutto quanto.
La risposta era un numero: il 60.
Perchè giocare su PC a Monster Hunter World Iceborne?
Beh, certamente non è per i controlli con mouse e tastiera (che comunque sono stati sistemati a dovere con aggiornamenti e ottimizzazioni). Ma per quel numero: 60. I “sacri” fotogrammi al secondo che cambiano tutto, il santo Graal delle console non ancora raggiunto se non da Nintendo (complice una sapiente programmazione e la relativa semplificazione degli stili grafici); laddove invece, su PC, è una sorta di trampolino di lancio da cui partire verso 100, 200, 300 FPS. Sì, l’occhio umano riesce benissimo a percepire la differenza, in special modo su monitor PC da gioco degni di questo nome, con o senza led che siano. E ancora sì, è il framerate sbloccato la vera prepotente ragione per cui il PC è, ancora, la vetta verso cui le console si arrampicano, avvicinandosi di anno in anno, per carità, specie come rapporto qualità prezzo. Su Monster Hunter World Iceborne, complice la difficoltà elevata di determinati abbattimenti di mostri, un framerate granitico ancorato ai 60 (la modalità “prestazioni” su console oscilla, qui sta il punto ancor più che nel numero, tra i 40 e i 50) fa davvero la differenza, sia come risultati in gioco (schivate perfette laddove su console faticavate, last blow azzeccati una manciata di frame prima di essere brutalmente incornati e così via), che come godibilità generale dell’esperienza, dato che alcune armi, soprattutto le più rapide, si fanno giocare molto più piacevolmente con un framerate più elevato.
Inoltre, come già detto, il Monster Hunter World che giocherete, con o senza Iceborne, su PC da ora in avanti (inteso “ora” come l’uscita di Iceborne su PC, ma anche da un po’ prima a essere onesti) non è più lo stesso della prima release, con update su update impilati a dovere per consolidare le fondazioni un tempo non troppo stabili della primissima versione PC. Ragione per la quale, qualora non aveste ancora mai acquistato Monster Hunter World o Iceborne, e se aveste un PC da gioco, anche di qualche anno fa, come quello su cui abbiamo provato noi il titolo (volutamente, per testarne i limiti “dal basso”) la scelta non si pone: va preso su PC. Otterrete in questo modo la full experience di Monster Hunter Iceborne in un formato che non vi farà rimpiangere il divano del salotto, dato che – questo è il dettaglio più importante – persino con un setup modesto il PC permette di giocare a fluidità sconosciute su console… seppure, in Full HD, certo. Dimenticate il 4K se mirate ai 60 fps, o magari no, a seconda di quanto avete investito sui pezzi del vostro computer. Conti alla mano, il PC su cui abbiamo testato Iceborne costa più o meno 550 euro, per farvi capire, e con i setting fissati su ALTO tiene ben saldo il framerate sui 60 fps e oltre. Se poi, che ve lo diciamo a fare, aveste acceso un mutuo l’anno scorso per una macchina high-end dalle prestazioni spaziali, o lo “prendete” su PC o vi state “prendendo” in giro.
Monster Hunter World Iceborne è ancora e comunque la sublimazione dell’esperienza World con cui Capcom ha rivitalizzato il brand Monster Hunter, accelerando dove serviva velocizzare, semplificando dove alcune meccaniche sembravano ancorate ad un genere quantomeno vetusto, aggiungendo spettacolarità, movenze eleganti e paesaggi sontuosi, mostri enormi e armature fighissime a un mix che non smette di emozionare, ora come nei tempi d’oro di PS2 e PSP. Chiaro quindi che, in un contesto tanto graficamente “importante” e dinamicizzato dal lato gameplay, il passaggio da console a PC del DLC, così come del gioco, non faccia altro che avvalorare i punti di forza già presenti su console, grazie soprattutto a un’ottimizzazione cotta a puntino; cosa che ha richiesto il suo tempo, del resto, ma che proprio per questo si gioca meglio che mai. “Per aspera ad astra”, quindi, attraverso le asperità, il freddo gelido, la neve e il vento sferzante di un DLC meraviglioso, tanto che non si può dire di aver giocato appieno World senza averlo provato, giungerete alle stelle, in un’esperienza videoludica nuova e rinnovata: su console, come su PC.