Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn Recensione | Nel 2016, DC lanciava coraggiosamente nelle sale Suicide Squad, un cinecomic dal sapore umoristico e sperimentale, dove un team composto da antieroi, controllato a vista dal governo, si lanciava in missioni spericolate e folli, normalmente non eseguibili da gente normale. L’opera, ispirata al fumetto omonimo, non è stata accolta positivamente dalla critica, ciononostante due nomi in particolare sono emersi dal cast presente: Will Smith, che ha incarnato efficacemente il pistolero mercenario Deadshot e Margot Robbie, una squilibrata (ma perfetta) Harley Quinn, psicologa e fidanzata del Joker (Jared Leto). Specialmente la diva è riuscita a ritagliarsi uno spazio tutto suo su schermo, grazie sia ad una scrittura convincente alla base che alla sua performance attoriale. Un’interpretazione che non è passata inosservata e che ha portato Detective Comics a potenziare ed ampliare la figura nei propri lungometraggi, per valorizzare un tale gioiello. Confermata nel Suicide Squad di James Gunn, la femme fatale di The Wolf of Wall Street è anche protagonista di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, che come sottolinea il titolo, rappresenta la celebrazione del personaggio, in una pellicola totalmente dedicata alle sue strampalate ed insane imprese. La realizzazione, che abbiamo visto in anteprima grazie a Warner Bros. e sarà in sala da domani, segna un traguardo importante per il mondo DCEU, che con questo progetto rilancia e persegue uno stile che aveva già caratterizzato Aquaman e Shazam. Viva la comicità, la violenza e il gusto kitsch, in uno spettacolo estetico e coreografico lodevole.

Un colorata e pirotecnica biografia
Partiamo dall’inizio, ovvero dalla rottura tra Joker e Harley Quinn, che ha portato quest’ultima a cominciare una nuova ed esaltante esistenza. Non aspettatevi quindi la presenza del clown del crimine, che come precedentemente accennato dalla Robbie stessa, non avrà nessun ruolo all’interno della storia. E si può dire, con assoluta certezza, che è decisamente un bene: il palcoscenico è tutto interamente dedicato alla bellissima e schizzata regina di Gotham che troneggia in un tripudio di esplosioni, battute senza peli sulla lingua e tanta, tanta introspezione nella sua pazza e contorta mente. Tra monologhi, continui salti temporali e dialoghi azzeccati, sapremo tutto, ma proprio tutto sulla folle psichiatra: dalla sua infanzia travagliata, fino all’infatuazione per Joker fino al viaggio solitario che apre le danze all’opera. È opportuno sottolineare come la Robbie sia fenomenale, in quanto regge intensamente tutta la realizzazione, dimostrando nuovamente come il personaggio sia cucito perfettamente sulla sua pelle. Harley non è mai stata così umana e sofferente e l’artista riesce perfettamente a comunicarlo al pubblico in sala. La storia che la riguarda è molto carica di fatti ed avvenimenti che contribuiscono a costruire una figura azzeccata, ma che talune volte è inframezzata da flashback e continui spiegoni, che vanno a rompere l’armonica e squisita linearità della narrazione, portatrice di una trama semplice ed efficace. La sceneggiatura (ideata da Christina Hodson) che funge da background e atipica biografia del personaggio, è accompagnata dalla regia di Cathy Yan (Dead Pigs), volutamente sopra le righe, che si sofferma particolarmente nel costruire scene d’azione brillanti, divertenti e scenografiche (in particolar modo la sparatoria nel Commissariato) e ad ibridare il medium cinematografico con il fumetto, tramite citazioni (più o meno dirette), e particolari espedienti vignettistici, che richiamano direttamente lo stile cartaceo. Il risultato è un colorato e spassoso affresco, che si sofferma anche su tematiche serie come l’emancipazione e l’indipendenza della figura femminile, affrontandole con la giusta intelligenza ed ironia, mai banalmente, rompendo i soliti cliché e stereotipi del caso. Un messaggio diretto ed efficace, che è da leggere ovviamente con la giusta dose di intelligenza ed elasticità mentale senza cadere nell’errore di considerare il tutto una parodia o una presa in giro, visto che stiamo parlando di un modo coraggioso e alternativo di parlare di argomenti vitali.

Le Birds of Prey il temuto Maschera Nera
L’odissea che Harley intraprende è accompagnata da un team di donne sfaccettato e intrigante: Black Canary (Jurnee Diana Smollett-Bell) cantante dalla voce tagliente, Renee Montoya (Rosie Perez) una talentuosa e ribelle poliziotta, Huntress (Mary Elizabeth Winstead), un’abile assassina a sangue freddo e Cassandra Cain (Ella Jay Basco), una giovane ed esperta ladra. Le altre componenti della squadra sono tutte introdotte individualmente e sono accompagnate delicatamente nella narrazione, tramite incastri e collegamenti, all’apparenza casuali e caotici, ma che vengono esplicati con le giuste tempistiche. Per tutti quelli che si aspettavamo un film corale, però, il cinecomic in questione, vi deluderà: il team sopramenzionato, infatti, nonostante sia ben equilibrato e descritto, fa solamente da contorno alla vicende dell’ex spasimante del Joker, anche se sicuramente le eroine verranno rilanciate ad hoc dalla DC in qualche altro progetto futuro. Il tutto si poteva presagire già dal nome del lungometraggio, è vero, ma un coinvolgimento in più delle potenti comprimarie avrebbe forse intensificato e ampliato il messaggio contenuto nell’opera. È però presente una figura che, a livello di importanza, pareggia quella di Quinn e stiamo parlando della sua nemesi: Roman Sionis alias Maschera Nera, fortuna e gloria del cinecomic. Eccentrico e violento signore del crimine, sadico ed elegante, l’attore Ewan McGregor tratteggia un villain teatrale e fuori canone, emblema di una brutalità e ferocia talmente tanto immotivata da risultare comica. Il cattivo trova quindi il suo successo in un mix vincente di crudeltà e umorismo, che l’artista porta su schermo con un’interpretazione misurata, che evidenzia e scinde perfettamente i diversi aspetti della sua personalità, ossessionata e deviata da un rapporto insano con la sua famiglia.
Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è un tributo alla pazzoide e affascinante psichiatra, che una volta libera dal rapporto malato e perverso con Joker, è pronta al suo debutto sulle scene. Intense e coreografiche scene d’azione, una folle e colorata trama sono supportate da interpretazioni degne di nota, in particolar modo quelle di Margot Robbie ed Ewan McGregor, che prestano al volto a due avversari uniti da un’insana pazzia, ma lontani nell’umanità. Il frenetico viaggio è interrotto da qualche digressione di troppo e da un’attenzione troppo sfuggente sul team di eroine, che fungono solo da pretesto per la protagonista. Un lungometraggio divertente e umoristico, che ci mostra un racconto inedito e originale del mondo DC.