Dreams: se lo immagini, lo puoi creare (davvero)

Siamo stati questo giovedì 6 febbraio a un evento in esclusiva per l’imminente lancio di Dreams, gioco sviluppato dallo studio Media Molecule, famoso per titoli come Tearaway e sopratutto Little Big Planet, e pubblicato da Sony, in uscita questo San Valentino (il giorno ideale per innamorarsi di un gioco). Dreams è un titolo a dir poco ambizioso: se con Little Big Planet lo studio aveva iniziato a lasciare libertà ai giocatori di creare livelli in 2D con gli asset di gioco, con il loro ultimo titolo si è deciso di creare un vero e proprio “videogioco-crea-videogiochi”, dove REALMENTE l’unico limite ai giocatori è la loro immaginazione. L’evento è servito proprio per farci vedere quanto, nelle mani giuste, la creazione di mondi, musiche, personaggi, alberi, montagne, creature… insomma, ogni elemento di un gioco possa essere facilmente portato alla luce. Basta immaginarlo o, per meglio dire, sognarlo.

E lo sviluppatore disse livello, e livello fu!

Kareem Ettouney, sviluppatore del gioco, dopo essere salito sul palco, ha trasformato un classico intervento in una vera e propria performance delle capacità di gioco: mentre ci descriveva infatti la volontà dello studio di voler lasciare da sempre la libertà ai fruitori di esprimersi liberamente nei loro giochi già dai tempi di Little Big Planet, lo sviluppatore, con in mano due PlayStation Move, ha plasmato davanti ai nostri occhi un piccolo ambiente di gioco, con rocce, erba e alberi. La progettazione di un semplice elemento del genere richiederebbe ore con un normale software per la creazione di videogiochi. Ma eccolo Ettouney che, come un pittore e la sua tela, dio nel suo piccolo mondo, poneva montagne davanti a noi, le rimpiccioliva, ne staccava un pezzo e lo trasformava in una roccia da mettere per terra; non contento, li spostava in un attimo nel ambiente tridimensionale, senza dover muovere l’oggetto su assi precise, ma facendo come fareste voi in camera vostra, mentre spostate un oggetto che magari è caduto rimettendolo al suo posto. Ha aperto poi un menu di asset a dir poco sconfinato, poiché pieno di elementi creati dai giocatori stessi. Sì perché i “giocatori” di Dreams non sono solo creatori di mondi, non tutti almeno: c’è chi ha dedicato ore a creare un pino sotto ogni dettaglio, una sedia a dondolo, una roccia ricoperta di muschio. Tali elementi andrebbero scaricati per poter essere usati in un proprio gioco, ma qui tutto è creato da tutti per tutti. Ogni oggetto può essere condiviso proprio perché gli altri giocatori possano inserirlo liberamente nel proprio livello. Mai siamo stati più vicini al sentirci Dei in un‘opera. Finita la presentazione, avevamo davanti un piccolo livello bonsai, con una parete rocciosa davanti a un piccolo stagno, circondati da rocce e alberi (ricolorati dallo sviluppatore stesso in rosso con una bomboletta digitale). Ha inserito un suo avatar dentro il livello e lo ha esplorato immediatamente sia in terza che in prima persona. Non importa se l’asset originale della montagna era un sassolino, il gioco scala perfettamente in modo automatico, rendendo ogni oggetto, piccolo o grande, nitido come se fosse nato in quella forma. In futuro poi sarà persino disponibile un aggiornamento per poter usare la VR di Playstation, potendo letteralmente entrare nei propri mondi e plasmarli davanti ai propri occhi.

Qualche domanda agli Dei del gioco

Siamo poi riusciti ad avere una breve intervista con Tom Colvin, Audio Lead, e Catherine Woolley, designer del gioco, per alcune domande. Da queste è emerso che l’azienda dà una grande importanza al futuro didattico del gioco: Game Jam all’interno dell’azienda sono avvenute e continuano ad avvenire, spingendo i propri dipendenti a creare nuovi contenuti, e sperano di poterne organizzarne altre per tutti. Sono fieri dell’enorme strada che ha fatto il gioco dal suo annuncio e devono molto ai molti, tanti fruitori che gli hanno aiutati a migliorarlo con il loro feedback durante la Beta e ai tempi dell’Early Acess.