Warriors Orochi 4 Ultimate arriva oggi su PlayStation 4. Per San Valentino, invece che fiori e cioccolatini, preparatevi a botte da orbi! Si, perché la data di uscita designata è proprio per la festa degli innamorati, e quale migliore attività per le coppie se non una lunga partita insieme a quello che possiamo considerare davvero un Hack & Slash di genere Musou definitivo. Se amate il particolare e caotico genere, infatti, avrete letteralmente pane per i vostri denti. Si tratta dell’edizione definiva del quarto titolo della serie, che rispolvera in grande stile il titolo già visto “liscio” qualche tempo fa.
La genesi della saga Warriors Orochi
Lo spin-off Warriors Orochi altro non è che l’incontro tra due saghe molto celebri per gli amanti dei giochi d’azione di qualità. La prima è la longeva Dinasty Warriors, che ad oggi conta ben nove episodi principali, e la seconda è la blasonata Samurai Warriors più moderna ma altrettanto seguita. Dinasty Warriors è una serie ormai ultraventennale, il cui primo episodio nasce a sua volta nel 1997 come uno spin-off della eccezionale serie di strategici a turni Romance of the Three Kingdoms di Yōichi Erikawa rilasciata su Nintendo Entertainment System nel 1985 ed ancora attiva ai nostri giorni. Il primo Dinasty arriva in Giappone con il titolo originale di Sangokumusou (che da in seguito il nome all’intero genere Musou), ma che paradossalmente è un semplice picchiaduro tridimensionale ad incontri, simile nelle meccaniche a Tekken di Bandai Namco. Samurai Warriors (Sengoku Musou), sviluppata nel 2004, è relativamente recente, ed espande il mondo Warriors dall’originale setting cinese a quello giapponese. L’idea (geniale) di unire i due mondi nel crossover Warriors Orochi arriva nel 2007 con il titolo, inequivocabile, di Musou Orochi su PlayStation 2 ed Xbox 360. La serie spin-off ha avuto parecchio riscontro di pubblico, eguagliando di fatto le serie principali da cui deriva, giungendo al quarto episodio, disponibile in origine nel mese di ottobre 2018, ed oggi in versione Ultimate, con delle aggiunte decisamente interessanti. Trovate la recensione della versione “liscia”in questa pagina, nell’articolo di Daniele Di Clemente, mentre in a questo LINK c’è il sito ufficiale della Ultimate edition.
La bellezza di alcuni modelli poligonali, soprattutto femminili, colpisce parecchio per l’eccezionale resa visiva a schermo, sia fissi che in movimento
Warriors Orochi 4 Ultimate, poca trama e parecchio gameplay
La serie crossover Orochi, ed in particolare il quarto capitolo uniscono quindi due mondi apparentemente lontani, ovvero i guerrieri storici dell’impero cinese con i nobili samurai della stirpe giapponese. Entrambe le fazioni sono impegnate in estenuanti combattimenti di massa, nella ormai classica impostazione musou, portata al successo proprio dalla saga principale. La trama, a onor del vero, è semplice e funzionale alla tipologia di questo gioco, che fa dell’azione incessante e della ripetizione dei livelli per aumentare la forza dei propri personaggi la propria bandiera caratterizzante. Stavolta però scende sul ring una entità parecchio iconica, ovvero il leggendario ed oscuro Yamata no Orochi, un mostruoso dragone ad otto teste che, risvegliato dalle forze del male, ha in mente di distruggere ogni forma di vita sul pianeta Terra. Ovviamente un simile fatto non poteva non giungere alle orecchie delle Divinità dell’Olimpo, che decidono di scendere in campo per sventare questa incombente minaccia. L’escamotage narrativo appare un pochino forzato, ma permette di avere un terzo setting decisamente evocativo, ovvero quello della antica Grecia. Zeus, il padre degli Dei è quindi coinvolto in prima persona, anche se alla fine la trama, ammettiamolo, è puramente funzionale ad inserire nuovi personaggi o scenari di base per gli scontri, che restano il fulcro del gioco. La tanto criticata impostazione Open World, vista nel nono episodio di Dinasty Warriors viene qui abbandonata, con la presentazione di arene chiuse, ed un vero e proprio ritorno alle origini della saga. Preparatevi dunque ad una serie lunga, estenuante ma parecchio esaltante sequela di scontri all’arma bianca in scenari caotici e poco realistici ma, ammettiamolo senza alcuna remora, incredibilmente divertenti. L’immediatezza del tutto, favorita dai comandi immediati, ad esempio basta un solo tasto per passare immediatamente da un personaggio all’altro durante le fasi di gioco più concitate, aumenta in maniera esponenziale il coinvolgimento del giocatore. L’inserimento nel titolo di alcuni artefatti speciali, i cosiddetti Sacred Treasures, sono strategicamente molto utili, perché permettono l’accesso diretto alle magie rare, fondamentali ad esempio per sconfiggere i nemici che non subiscono danni dalle semplici armi bianche, ma che sono deboli alla sola magia, ovvero i Chaos Origins. Azione incessante, comandi immediati ed un gameplay basato sull’immediatezza più che sul ragionamento. Pochi difetti strutturali, tra cui qualche sporadico rallentamento quando i personaggi in gioco diventano troppi, ed una realizzazione tecnica davvero di prim’ordine. Il comparto audiovisivo raggiunge vette molto elevate, anche rispetto ai precedenti episodi dell’intera saga.
La spettacolarizzazione delle battaglie raggiunge momenti epici negli scontri di massa come da tradizione della Warrior Saga
Ultimate Edition e le novità dell’ultima versione
Mettiamo subito le mani avanti, per gli orgogliosi e numerosi possessori della versione “liscia” del quarto titolo, Koei Tecmo mette a disposizione la possibilità di fare un semplice upgrade del gioco in proprio possesso tramite il PlayStation Store, che tra contenuti aggiuntivi gratuiti o piccoli oggetti e bonus extra a pagamento, offre una customizzazione decisamente variegata. Trovate tutti i contenuti nella pagina dello store Sony dedicata al gioco. Il roaster dei personaggi giocabili supera le centosettanta unità, con non solo i personaggi delle due serie principali Dinasty Warriors e Samurai Warriors, ma anche ospiti speciali quali Ryu Hayabusa protagonista della serie Ninja Gaiden o la celebre Joan of Arc tratta dal titolo Bladestorm: The Hundred Years’ War, per un totale di sette diversi personaggi celebri inediti. Il titolo darà infatti il benvenuto anche ad altri personaggi mitologici, ovvero il guerriero Achille ed Ade, fratello di Zeus e Dio degli Inferi, e non può mancare l’affascinante e temibile Gaia. Non si contano poi i nuovi costumi, le tantissime armi inedite, le nuove magie più o meno spettacolari e diversi scenari di battaglia inediti. Tre i personaggi classici sbloccabili da subito, ovvero Kyūbi, Tamamo e Yinglong. Completano il tutto l’introduzione di una nuova storyline, dei Sacred Treasure ed una parziale riscrittura della User Interface. La carne al fuoco, dunque, per questa Ultimate Edition, è veramente tanta. Se non avete il titolo originale è una buona occasione per procurarvelo, altrimenti vi consigliamo di fare un semplice upgrade dallo store piuttosto che prendere la versione su disco. Se siete collezionisti, ovviamente, dovete prenderli entrambi.
La presenza di Ryu Hayabusa di Ninja Gaiden è una sorpresa decisamente gradita
Trial of Zeus, i dungeon voluti dal Padre degli Dei
Una delle più importanti novità proposte dalla versione Ultimate è poi rappresentata dalla nuova Infinity Mode intitolata Trial of Zeus. In quest’ultima si può gestire un party composto da tre diversi giocatori impegnati a completare prove decisamente ardue all’interno delle Dodici Torri, gli speciali ed evocativi dungeon astrologici che rappresentano ognuno un diverso segno zodiacale. Risultare vincitori in queste prove porterà i giocatori a guadagnare parecchi punti esperienza, sbloccando spesso nuovi personaggi ed abilità, con un upgrade anche per le armi, in combattimenti di difficoltà progressiva e nuovi nemici ad ogni dungeon superiore. Notevole la possibilità di Yang Jian di divinizzare durante la battaglia, precedentemente possibile solo possedendo gli otto braccialetti speciali. Yang Jian può invece usare la speciale magia senza braccialetti, grazie alla potenza interiore donata dal misterioso terzo occhio sulla sua fronte. La presenza di questa modalità, unita alla Story Mode principale, composta da cinque grandi capitoli, allunga decisamente la longevità del titolo, resa artificialmente lunga dall’obbligo di rigiocare più volte gli stage già completati per livellare i personaggi giocabili.
Note sugli sviluppatori, Akihiro Suzuki e la nascita della Warriors Saga
Diretto dal leggendario Akihiro Suzuki, fondatore della casa di sviluppo nel lontano 1996, l’ultimo titolo della ormai infinita Warriors Saga vede al timone dei veri e propri veterani del genere Musou, ovvero i nipponici Omega Force, team interno del publisher Koei Tecmo, autori di titoli quali i già citati Dinasty Warriors, Samurai Warriors e Warriors Orochi, spin-off e crossover delle due precedenti, nata nel 2007, ma anche di piccole chicche indimenticabili come Fatal Inertia, dello stesso anno, un gioco di corse a tema futuristico, sulla falsariga di Wipeout o F-Zero di Nintendo, con dei veicoli hovercar o Trinity: Souls of Zill O’ll, un RPG visto nel 2010 su PlayStation 3. Notevoli le versioni musou di franchise esterni per cui la casa si è fatta valere, tra le quali ricordiamo Hokutomusou, dedicato a Ken il Guerriero del 2010, ed anche Hyrule Warriors, con protagonisti gli eroi della serie The Legend of Zelda sullo sfortunato Nintendo Wii U. Il più recente riguarda infine una serie ruolistica di Square-Enix, trasformata in musou con due episodi molto interessanti. Trovate la recensione di Dragon Quest Heroes II in questa pagina.
Annunciato da Koei Tecmo il ventotto agosto 2019, finalmente Warriors Orochi 4 Ultimate è disponibile in Italia da oggi, giorno di San Valentino, per le principali piattaforme della attuale generazione, ovvero Nintendo Switch, PlayStation 4 (versione recensita), Xbox One e PC Windows, tramite il canale di distribuzione digitale Steam.
Un ritorno inaspettato quanto gradito, per il quarto episodio della saga di Warriors Orochi, che torna in grande spolvero con tanti contenuti inediti nella scintillante edizione Ultimate. Un titolo che fa della azione incessante la sua bandiera, con un roster enorme, di oltre centosettanta personaggi giocabili, tra cui alcune aggiunte parecchio celebri come Ryu Hayabusa di Ninja Gaiden o Achille ed Ade provenienti direttamente dalla mitologia greca. Nuovi personaggi, nuova story line e sotto scenari, la inedita missione Trial of Zeus, quasi un gioco nuovo diviso in dungeon, l’introduzione dei Sacred Treasure ed una parziale riscrittura della User Interface. Buona realizzazione tecnica, con sporadici rallentamenti nelle scene di gruppo più numerose ed una trama più che altro funzionale al dinamico gameplay. Se amate il genere musou, portato al successo proprio dallo sviluppatore Omega Force, avrete parecchio pane per i vostri denti.