Dopo avervi parlato delle due ore passate in compagnia di Final Fantasy VII Remake, abbiamo anche il piacere di proporvi un’interessante intervista realizzata con due delle principali menti dietro al progetto di questo atteso Remake: lo storico Yoshinori Kitase, producer del titolo, e Naoki Hamaguchi, co-director del progetto. Kitase non ha bisogno di presentazioni: all’interno di Square Enix sin da quando si chiamava Squaresoft, ha curato i più grandi successi della saga di Final Fantasy, avendo assunto il ruolo di director per il sesto capitolo e anche per Chrono Trigger. La sua figura è stata centrale nella realizzazione del settimo capitolo, essendo stato l’unico direttore del progetto, ovviamente con l’aiuto di altri membri storici come Sakaguchi, Nojima e Nomura.
Naoki Hamaguchi è invece un membro più giovane di Square Enix, in realtà ormai già nell’azienda dal 2006; qui all’inizio ha lavorato come programmatore per i capitoli XII e XIII della saga. Dopo essersi occupato a lungo del titolo per mobile Mobius Final Fantasy, è passato a essere co-director del remake di FFVII insieme a due veterani dell’originale, Tetsuya Nomura e Motomu Toriyama.
Incontrare due mostri sacri dell’industria videoludica è sempre una grande esperienza, soprattutto quando si tratta di persone che hanno creato titoli che hanno segnato la storia del medium. Insieme ad alcuni colleghi abbiamo dunque posto quante più domande possibili a Kitase e Hamaguchi.
I due intervistati hanno iniziato subito a parlare di come l’idea di creare un remake di Final Fantasy VII fosse nell’aria dai tempi dello sviluppo di FF XIII, ma di come ci sia stato bisogno di un momento in cui tutti i membri del team fossero liberi da altri grossi impegni, prima di poter iniziare lo sviluppo vero e proprio. La scelta di dividere il gioco in episodi è stata dettata dalla necessità, dato che sono stati inseriti così tanti nuovi dettagli a livello grafico e tecnologico che, per creare un progetto tanto ambizioso senza tagli, non era possibile pensare di fare un gioco unico. Infatti già questa prima parte del Remake occupa ben due Blu-Ray per oltre 100 GB di spazio. I due hanno poi affermato di essere consapevoli dei timori legati a una produzione simile da parte dei fan, ma Kitase si è dimostrato molto fiducioso di come la realizzazione del gioco stia avanzando, perché il suo nucleo non è cambiato, al massimo è cambiato qualcosa nel modo di rappresentarlo, ma senza mai venir meno ai principi fondamentali dell’originale. Hamaguchi aggiunge inoltre che molti del team di sviluppo sono fan dell’originale e sanno quindi cosa vogliono i fan storici del titolo, inoltre stanno lavorando fianco a fianco con chi ha creato FFVII ormai 23 anni fa, proprio come Kitase e Nomura. Per questo motivo, e data la passione che c’è nel progetto, nessuno dei due è preoccupato di tradire lo spirito dell’originale.
Passando a uno dei temi principali del gioco, ossia i problemi legati all’inquinamento dell’ambiente, Kitase ha detto che i temi risultano ancora oggi molto attuali perché loro hanno sempre avuto un approccio generico al problema, senza rifarsi a casi specifici del mondo reale. Ciò che il gioco vuole comunicare nel suo insieme corrisponde ancora oggi a valori che è giusto condividere.
Passiamo alle domande poste da noi:
Games Village: La storia di Final Fantasy VII è entrata nella storia dei videogiochi e in questo remake avete colto l’occasione di approfondirla ed espanderla inserendo aspetti che nel titolo originale non era stato possibile proporre anche per i limiti tecnici dell’epoca. Guardando trailer e provando il gioco abbiamo notato alcuni cambiamenti importanti, come ad esempio la presenza di Sephiroth molto prima della sua apparizione nell’originale e l’introduzione di nuovi personaggi. Come avete deciso di fare questi cambiamenti? Avete reimmaginato la storia mantenendo comunque la trama di base o avete utilizzato anche elementi scartati dall’originale?
Yoshinori Kitase: Riguardo all’inserimento di Sephiroth, nel gioco originale volevamo che i giocatori avvertissero poco per volta una presenza potente e spaventosa, qualcosa di inimmaginabile. All’inizio si conoscevano solo alcune informazioni e più se ne scoprivano, più sembrava minaccioso. L’idea era quello di introdurlo pian piano, come succedeva ad esempio nel film Lo Squalo, dove nella prima ora non si vede mai completamente la creatura. Attualmente tutti i fan sanno chi è Sephiroth, essendo uno dei personaggi più iconici della serie, per questo un approccio uguale a quello dell’originale non avrebbe più funzionato allo stesso modo. Così abbiamo deciso di introdurre subito questa minaccia malvagia, che sarà presente sin dall’inizio a popolare gli incubi dei personaggi principali.
GV: Avete inserito anche elementi presi dagli spin-off appartenenti alla Compilation di Final Fantasy VII?
Yoshinori Kitase: I titoli appartenenti alla Compilation di Final Fantasy VII sono spin-off, prequel e sequel dell’originale su cui noi abbiamo deciso di basare la storia di questo Remake, che è un po’ come un nuovo inizio in cui tutte queste storie formano un nuovo canon, quindi sì, saranno presenti, ma più sullo sfondo delle vicende. Posso farvi un esempio specifico anche se non posso scendere troppo nei dettagli. All’interno del gioco sarà possibile trovare un’iscrizione con due lettere: D.G. e chi ha giocato ai titoli della compilation capirà che è un riferimento a Deepground, un’organizzazione presente all’interno di Dirge of Cerberus. Ci saranno dunque riferimenti simili a tutto ciò che concerne il mondo di Final Fantasy VII, ma solo quando sarà necessario.
GV: Ci sarà un endgame una volta finito il gioco? Sarà possibile ad esempio sbloccare delle quest secondarie uniche una volta portata a termine l’avventura? Inoltre, è tradizione che ogni Final Fantasy abbia almeno una boss battle segreta, come ad esempio le Weapon, ma ovviamente è troppo presto per introdurle in questo primo capitolo del remake. Ci sarà quindi qualcosa di simile a un boss segreto?
Naoki Hamaguchi: Purtroppo non posso entrare troppo nel dettaglio su questo, ma posso però dirti che abbiamo pensato a questo Final Fantasy come a uno dei capitoli principali della serie, per quanto riguarda la quantità di contenuti presenti. Dunque lascio alla tua immaginazione cosa potrà essere inserito all’interno del gioco (sorride).
GV: Sappiamo tutti del grande impatto culturale che Final Fantasy VII ha avuto ai tempi della sua uscita oltre vent’anni fa; soprattutto, in Occidente ha aperto le porte al genere dei JRPG e ha conquistato milioni di fan grazie alla sua storia e ai suoi personaggi. Pensate che questo remake possa avere un grande impatto come l’originale, soprattutto sulle nuove generazioni che non hanno mai avuto la possibilità di giocarlo ai tempi?
YK: Ovviamente quando l’originale FFVII è uscito non era certo così conosciuto, adesso sono sicuro che molti di voi qui presenti hanno giocato l’originale e la situazione nel mercato è molto diversa da allora. La mia speranza è che molti dei giocatori che hanno giocato l’originale giochino anche a questo remake e possano pensare che sia un gioco grandioso tanto quanto vent’anni fa e che possano diffondere la loro opinione, invogliando anche i nuovi giocatori a provarlo. Dal canto mio spero che sia i vecchi che i nuovi giocatori possano giocare e divertirsi con Final Fantasy VII Remake.
Purtroppo il tempo a nostra disposizione per le domande è finito dopo quest’ultima, nonostante ne volessimo fare altre mille almeno. Ci siamo dunque congedati ringraziando sia Hamaguchi che Kitase, ringraziando soprattutto quest’ultimo per aver contribuito, vent’anni fa, a creare un gioco leggendario come Final Fantasy VII.