La fortunata saga di Pokémon ha visto succedersi negli anni numerosi spin-off, alcuni più amati di altri. I Mystery Dungeon occupano senza dubbio uno dei gradini più alti del podio: sono i titoli più numerosi e quelli con maggior successo di pubblico. Come se non bastasse, sono stati titoli “di passaggio” per diversi di noi, avvicinando giovani giocatori al genere dei dungeon crawler, che non è certamente l’anima della festa del mondo del gaming. Caratterizzati da una morbida curva di difficoltà e da tutorial ben dettagliati, i Pokémon Mystery Dungeon sono infatti lo strumento perfetto per plasmare una mente all’infida esplorazione dei labirinti. Per l’approdo su Nintendo Switch, nonché primo ufficiale arrivo su una console ammiraglia, è stato scelto un remake piuttosto che un nuovo titolo: si tratta niente meno che di Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX. Personalmente trovo che la scelta sia corretta, e ho apprezzato l’idea di riproporre il primo titolo della serie, che oramai aveva un po’ di annetti sulle spalle. A Rescue Team DX tocca quindi l’arduo compito di avvicinare una nuova generazione di virgulti alla serie, o di richiamare all’ordine i vecchi fan, che probabilmente oramai si dedicano a titoli più hardcore e si sono convinti di poter fare a meno delle adorabili squadre di soccorso.
Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX è un dungeon-crawler di nobile e pura stirpe, e come tale mantiene tutti i canoni classici del genere. I labirinti da esplorare sono generati proceduralmente, e perciò variano in struttura a ogni nostro ingresso, alternando però sempre corridoi e stanze. Il nostro personaggio si muove su una scacchiera immaginaria, potendo sfruttare ogni turno per spostarsi, attaccare o utilizzare uno degli oggetti a sua disposizione. È possibile anche muoversi in diagonale e cambiare la direzione in cui si guarda, in questo ultimo caso gratis e senza sprecare una mossa preziosa. L’esplorazione dei dungeon è di per sé un po’ ripetitiva, e ciò è uno stigma del genere stesso, ma la noia viene stemperata dalla comparsa di numerosi Pokémon appartenenti alle varie generazioni, tutti inspiegabilmente arrabbiati e aggressivi. Cosa mai avremo fatto di male, noi poveri soccorritori di creature innocenti? Nonostante la nostra indole da pacifisti, siamo costretti a continue lotte. Per fortuna menare le mani è un gran divertimento, e ciò quieta il nostro dilemma etico: sono presenti innumerevoli attacchi provenienti dalla serie main di Pokémon. Così troviamo attacchi fisici e speciali, a distanza, da vicino, su più caselle o righe, il tutto tenendo a mente anche le statistiche del nostro attaccante e il suo typing. Le mosse inoltre possono essere potenziate e addirittura raddoppiate per usarle due volte in un singolo turno, ma è importante essere parsimoniosi per non consumare troppi punti potenza e ritrovarci all’asciutto. Nei casi di emergenza, possiamo sempre lanciare un bel sasso, che fa il suo lavoro.
Uno dei più grandi piaceri dei dungeon-crawler è raccogliere tesori preziosi, e Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX non fa differenza. Bacche, soldi, strumenti da tenere e gelatine per potenziarci sono gli oggetti che troviamo più frequentemente come ricompensa: non saranno gemme, ma sono decisamente più utili. Personalmente però trovo molto più soddisfacente uscire da un dungeon con un nuovo alleato, piuttosto che con del loot: fare amicizia con i Pokémon sconfitti è alla base del gioco. E come potrebbe essere diversamente, vista la serie da cui deriva questo titolo. Ottenere o no un nuovo Pokémon è casuale, ma alcune abilità possono aumentare la probabilità che accada. La squadra è in genere formata da tre elementi, ma durante la missione può succedere che degli alleati si aggreghino momentaneamente: ecco quindi formarsi una vera e propria processione di mostriciattoli, che incutono decisamente timore. Si può comunque comandare solo il leader della brigata, mentre gli altri agiscono da soli, anche se può essere scelta preventivamente la loro strategia. Per poter tenere definitivamente con noi un Pokémon, è necessario possedere un campo di allenamento che sia un habitat adeguato, e crearne uno costa soldi. Mi spiace caro amico: no moneta, no amicizia.
Il resto del nostro tempo passato in Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX è speso girovagando per l’hub centrale, dove sono presenti diversi negozi e strutture utili. Possiamo spendere i nostri soldi per acquistare Macchine Tecniche usa e getta, o per creare campi per ospitare nuove reclute. Fondamentali sono però i depositi dove lasciare strumenti e soldi prima di imbarcarci in un’avventura: tutto ciò che portiamo con noi può andare perduto se veniamo sconfitti. Ciò rende necessario un giusto equilibrio tra risorse necessarie per la vittoria e strumenti troppo preziosi per venire sprecati in caso di un eventuale insuccesso. Al contempo va notato come il sistema, in verità presente anche in altri titoli, mitighi la difficoltà del gioco, non rendendolo mai troppo punitivo. La difficoltà è effettivamente piuttosto soft, almeno durante la storia principale, e aumenta molto gradualmente proseguendo di dungeon in dungeon. L’abbondanza di oggetti curativi e di abilità di supporto aiuta a gestire i pericoli senza troppo stress, anche se i labirinti avanzati sono tutta un’altra storia. Nel remake è stata inoltre aggiunta una modalità di spostamento automatico nei dungeon, che consente al personaggio di muoversi da solo e raccogliere oggetti in giro, fermandosi quando incontra un nemico. Questa novità, unita al potenziamento del Dojo per allenarsi e guadagnare punti esperienza, facilita fortemente il gravoso compito del grinding. Va evidenziata l’ottima cura posta nel tutorial e nelle varie spiegazioni: nel gioco non accade praticamente mai che succeda qualcosa a schermo senza che ci venga descritto nei dettagli. Non è affatto scontato per un gioco, soprattutto appartenente al genere dei dungeon-crawler.
La storia di Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX non gli è valsa nessun premio Pulitzer, ma è più che dignitosa, e non ha nulla da invidiare ai titoli main della saga. Riesce in alcuni punti a sorprendere, se non avete giocato l’originale, e in certi frangenti offre una discreta profondità e tenta di coinvolgerci emotivamente. La vera rivoluzione del titolo era all’epoca interpretare un Pokémon e comprenderne lo stato d’animo e i pensieri, passando da severo allenatore a creatura senziente, fino a quel momento solo sfruttata come combattente, seppur con un certo affetto. In questo il titolo fa il suo dovere: trasformarci in Pokémon è una rivoluzione. Mi dispiace molto che a differenza del titolo originale, in questo remake si possa attivamente scegliere il nostro alter-ego, non dovendo per forza affidarsi al test di personalità iniziale. Si poteva capire molto di una persona dal suo risultato, senza dubbio più che dall’oroscopo.
È stata posta una certa cura nella realizzazione del remake di Pokémon Mystery Dungeon: Squadra Rossa e Squadra Blu, e ciò appare evidente al primo sguardo. Lo stile grafico è semplicemente magnifico e non può non far sospirare i fan della serie. Gli sfondi sembrano usciti da un album di disegni a pastello di un artista, e contrastano con i colori vivaci dei Pokémon, che risaltano a meraviglia. Ciò rende ben leggibile l’azione a schermo anche nei momenti più concitati e nei corridoi più affollati. Sono molto gradevoli anche tutti gli artwork che il gioco ci regala come sfondo della schermata iniziale: meriterebbero un calendario tutto loro. L’unico elemento grafico che non ho apprezzato sono i font scelti, soprattutto quello del Level up, che trovo davvero sgraziato sia come carattere che come effetto su schermo. Molto semplice ma ben chiara è la minimappa dei dungeon, che mostra con colori ben distinti i vari elementi. Le musiche presenti non mi hanno invece sempre fatto gridare al miracolo, soprattutto nei dungeon iniziali. Proseguendo nella storia si trova qualche gemma, ma all’inizio le ho trovate piuttosto sgraziate e troppo cupe per l’atmosfera del titolo. Decisamente orecchiabile quella dell’hub centrale, che canticchio anche adesso mentre scrivo.
Oltre al make-over completo, Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX offre qualche novità. Sono stati introdotti nuovi Pokémon, nuove mosse e le tanto amate mega-evoluzioni, che tanto ci sono mancate in Spada e Scudo. Non aspettatevi di imbattervi nelle aggiunge nelle prime ore di gioco, perché non succederà. È stata inoltre aggiunta una modalità che permette di aiutare altri giocatori a distanza, o chiedere supporto a nostra volta. Non ho potuto provarla per i limiti del gioco online in fase di recensione, ma credo che nel suo piccolo possa essere un’aggiunta gradevole. Tra gli altri piccoli nuovi dettagli compare la possibilità di far “specializzare” i nostri Pokémon, nutrendoli con speciali caramelle che gli forniscono capacità particolari aggiuntive. Una gustosa possibilità.
Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX è un remake che è un vero piacere per gli occhi, e dona nuova gloria a un titolo che può regalare molte ore di divertimento. Soffre dei difetti classici del genere, ovvero la ripetitività, ma la stempera grazie all’ambientazione nel mondo dei Pokémon e al grande numero di attacchi e strumenti. Non sono state apportate modifiche eclatanti all’originale, ma d’altronde squadra (di soccorso) che vince non si cambia.