Two Point Hospital Recensione della versione Nintendo Switch

Two Point Hospital

Two Point Hospital Switch è una sorpresa davvero gradita, poiché si tratta non solo della conversione di uno dei gestionali più divertenti visti in tempi recenti su Personal Computer, ma anche di un doveroso omaggio ad un classico ormai di culto del passato, di cui questo titolo si propone di essere il seguito spirituale, ovvero l’indimenticabile Theme Hospital.

In principio venne Bullfrog…

Per capire di cosa stiamo parlando bisogna fare un salto indietro nel tempo ed in particolare nell’anno 1997, in cui un gestionale molto atipico si affaccia sul mercato, si tratta appunto di Theme Hospital, un nuovo tassello nella Serie Theme, iniziata con il leggendario Theme Park del 1994, in cui si gestiva un parco giochi con diverse attrazioni. La bizzarra e divertente idea dello sviluppatore Bullfrog, capitanata dal geniale artista britannico Peter Molyneux, qui anche in veste di game designer, accanto a Demis Hassabis, viene in seguito estesa al controverso tema ospedaliero e, in pochi anni, Theme Hospital è diventato una pietra miliare del genere, un vero titolo  di culto, grazie al suo umorismo fuori di testa che prevedeva malattie impossibili come La Sindrome di Elvis, La Testa Gonfia, da curare grazie ad uno speciale spillone chirurgico che la faceva scoppiare o La Gravidanza! Con la chiusura nel 2001 di Bullfrog il titolo è rimasto orfano dei suoi creatori ma è stato anche celebrato dal divertente Hospital Tycoon, sviluppato dieci anni dopo esatti, nel 2007 da Codemasters. Ai giorni nostri, passati  venti anni circa, ecco che, in un caldissimo pomeriggio di Luglio 2018, come abbiamo detto in questa pagina, viene annunciata ufficialmente la data di uscita di un terzo titolo dedicato alla simulazione ospedaliera fuori di testa, Two Point Hospital, che ha debuttato su Personal Computer il 30 Agosto 2018. Dopo quasi due anni arriva, finalmente, la conversione per console, tra cui quella per la console ibrida Nintendo Switch, oggetto della recensione. Dietro al titolo, è bene ribadirlo, si cela Two Point Studios un team composto da ex-veterani delle fila di Bullfrog stessa, e di Lionhead, la nuova società nata dalle ceneri della Rana. Non proprio i primi arrivati, dunque.

Two Point Hospital su Switch, ora il folle ospedale è tascabile!

La conversione per console Nintendo dell’erede spirituale di Theme Park porta per la prima volta la simulazione ospedaliera più fuori di testa della storia nelle nostre tasche, grazie allo schermo staccabile del Nintendo Switch. Chiariamo subito una cosa, nonostante le piccole dimensioni il tutto è gestibile e bel visibile, anche se giocarlo sullo schermo casalingo è tutto un altro mondo, ammettiamolo. Qualche piccolo calo di frame rate si fa sentire, e perderemo qualche diottria per leggere le scritte microscopiche, ma chi è cresciuto a Pane e Game Boy Advance può superare anche questa. Il gioco è fruibile al massimo se si conosce il genere, e magari si è anche nostalgici dell’opera originale, ma la grande bravura degli sviluppatori si nota anche dal fatto di aver traghettato il gameplay classico nei tempi moderni limando tutto ciò che, oggi, potrebbe apparire pesante e poco intuitivo, i difetti del passato, davvero pochi in verità, per adeguare il tutto anche alle aspettative delle nuove generazioni. Se siete parte della e Millennial Generation non abbiate alcun timore, il titolo è ben lontano dall’essere esageratamente complesso e di nicchia, benché la profondità del tutto resta davvero molto alta. Il tradizionale God Game, genere del resto inventato proprio da Peter Molyneux, si riduce qui alla figura del Direttore dell’ospedale, che, a pari del Sindaco di un qualunque Sim City e derivati, deve gestire decine di parametri, costruire fisicamente la struttura ospedaliera ed assumere personale più o meno qualificato, diviso tra quattro categorie professionali, ovvero medici, infermieri, assistenti ed inservienti, ognuno col proprio carattere e modo di fare unico.

Un gestionale alla portata di tutti

Il titolo ci mette davanti una serie di ospedali da gestire, non solo uno, spalmati su quindici livelli, in maniera progressiva, con tanto di valutazione basata su punteggio a stelle, ed un primo ospedale più semplice che funge da tutorial vero e proprio. Sarà necessario decorare gli ambienti, costruire i servizi igenici, espandere o diminuire le zone di studio delle malattie, a seconda dell’afflusso di un determinato tipo di pazienti e, cosa che non fa mai male, avere anche qualche rudimento base di marketing. Perché l’economia sarà una componente fondamentale durante le campagne. Non siamo in un ospedale pubblico “a perdere” ma in una struttura privata in stile clinica statunitense, tipo quella del Dr. House, per capirci, dove spesso il fattore economico ed umanitario vanno in conflitto. Dobbiamo riconoscere però che la parte puramente economica viene parecchio incontro al giocatore, non penalizzandolo mai eccessivamente, del resto siamo nel 2020, e non nel 1997, ed addolcire la difficoltà è quasi un atto dovuto. Con buona pace dei puristi del genere.

Segnalato un caso di Licantropia in corsia, Dottore si rechi con urgenza!

La gestione di un ospedale potrebbe apparire come una attività noiosa e poco divertente, ma l’eccezionale humor nero in stile classico inglese rende il gioco un piccolo gioiello di umorismo videoludico. La versione Swich mantiene infatti in tutto e per tutto l’impostazione scanzonata e fuori di testa del titolo classico. Ci ritroveremo a girovagare per le corsie del nostro ospedale, rigorosamente visualizzato in grafica isometrica completamente ruotabile e zoomabile, accompagnati da musichette orecchiabili in stile jazz e swing e dalla ossessionante voce dell’altoparlante che ci annuncia gli assurdi fatti del momento. Le musichette, degne di Brian Eno e del suo album Ambient 1: Music For Airports, vengono a tratti interrotte da spot impossibili di prodotti demenziali e completamente inventati. Alcuni effetti sonori vengono mutuati dall’immaginario classico della serie, e ben si sposano con il resto della colonna sonora e del buon doppiaggio, rimasto in lingua inglese. Le traduzioni dei testi in italiano sono fruibili e ben localizzate. La realizzazione tecnica è ben realizzata, ed il Motore Grafico Unity permette una buona fluidità ed ottime animazioni. Ci troveremo di fronte a casi di Licantropia improvvisi, Tartarughite Acuta, Sindrome di Freddy Mercury, Cubismo, Magnetismo Animale, Cefalea a Bulbo (forse un primo sintomo della leggendaria e storica Testa Gonfia) e decine di altre patologie impossibili. A tutto questo si aggiunge un parametro unitario non indifferente, la Personalità Paziente, che varia da caso a caso. Curare un Licantropo dal carattere tranquillo sarà dunque relativamente facile, ma se tra i suoi pattern di comportamento ha la Facile Irascibilità per i dottori non sarà una passeggiata. Allo stesso modo il nostro personale ha anch’esso diversi caratteri, che andrebbero valutati in fase di assunzione. In situazioni più tese, magari quando si accumula troppo stress da lavoro o il cibo della mensa scarseggia, potrebbero nascere malcontenti, scioperi e persino rivolte!

Corsi di specializzazione in cura delle malattie impossibili

Una componente importantissima a livello gestionale implementata dagli sviluppatori è quella della Formazione del Personale, che prevede corsi specifici per i nostri lavoratori, che non sempre possiedono le skill adatte a risolvere il problema. Se ci sono troppi Licantropi, ad esempio, organizzare un corso gestito da un Professore Medico esterno esperto in Licantropia aiuterò di certo i nostri medici ad affrontare al meglio quel tipo di emergenze. Ovviamente i corsi hanno un costo, e non sarà possibile diventare onniscienti. A tal proposito il gioco ci suggerisce un escamotage interessante, diventare una vera e propria clinica specializzata. In questo influisce parecchio il clima della zona da noi scelta per costruire la struttura, se vicino alla spiaggia, ad esempio, è facile trovare ragazze in bikini con scottature da insolazione, nelle zone più oscure e montuose arriveranno maggiori Licantropi, quindi sarà buona norma fare dei corsi di specializzazione adatti alla tipologia di pazienti più numerosa presente sul territorio. A questo si aggiunge la gestione marketing, che prevede visite VIP che danno pubblicità e utilizzo di distributori di snack, negozietti, edicole e cabinati arcade che portano liquidità alla struttura.

Two Point Hospital Switch. La casa delle bambole… infette!

Gran parte del divertimento, perlomeno nella fase iniziale del gioco, deriva dal costruire da zero l’ospedale dei nostri sogni, suddividerlo in aree d’aspetto, di diagnosi, curative e specialistiche, arredarlo come ci piace di più e vederlo crescere ora dopo ora ci regala enormi soddisfazioni. Purtroppo alcuni pazienti inizialmente, e non solo, potrebbero morire, ma aver lavorato al meglio per creare l’ospedale perfetto ci laverà la coscienza per sempre da questi inevitabili decessi. Senza contare che i fantasmi dei pazienti morti vagheranno per l’ospedale terrorizzando quelli vivi! Una vera e propria casa delle bambole, dunque, che dai tempi di Little Computer People, simulatore di vita del 1985 di David Crane per Activision, non fa altro che affascinare in maniera ipnotica gli appassionati del genere. La casa delle bambole però, stavolta, è composta da pazienti più o meno gravi e terminali, ed il tutto sarà da gestire in multitasking con decine e decine di parametri, disastri, rivolte e nuove scoperte, il tutto sempre visto con l’ottica demenziale, come ci ricorda l’impossibile bonus The Goden Toilet, visto in fase di lancio del gioco e di cui abbiamo parlato qui. Un concetto fortemente affascinante.

Espansioni ghiacciate e tropicali, in un unico pacchetto!

Two Point Hospital Switch Edition presenta fin da subito i due acclamati DLC disponibili separatamente per la versione Personal Computer, come succede spesso di solito per i port su console di titoli pcisti. La prima espansione è quella denominata Big Foot, che presenta il “cold theme” ovvero tre nuove aree giocabili a tema freddo e ghiacci, con incluse malattie inedite dei climi artici ed anche tantissimi nuovi oggetti a tema.  La seconda è infine quella denominata Pebberley Island, che presenta ulteriori tre aree giocabili , ma stavolta all’opposto dal punto di vista climatico, con il “tropical theme” ambientato negli assolati tropici. Anche qui, ovviamente nuove malattie speciali ed oggetti bonus a tema come se piovesse. La presenza di queste due espansioni porta la già alta longevità, si parla di circa venticinque, trenta ore per la sola campagna base, ad un totale di oltre ottanta ore di gioco, cifra decisamente elevata. Ma non è finita qui… Lo sviluppatore ha inoltre annunciato che a breve, si parla già del mese in corso, dovrebbe essere rilasciata una nuova e speciale modalità extra, la Sandbox, che offrirà consistenti novità. Quest’ultima sarà offerta gratuitamente assieme alla The Superbug Initiative, altro interessante contenuto bonus, i cui dettagli trovate in questa pagina.

SEGA, Two Point e Red Kite uniti per curare il mondo!

Il titolo prodotto da SEGA è già disponibile per Nintendo Switch, dal 25 febbraio, ed è proposto nella fascia Mid Price a meno di quaranta euro. Il publisher è simpaticamente citato da Two Point Studios con l’inserimento, tra gli accessori per decorare le stanze, di cabinati arcade della grande S, a cui pazienti, e personale ospedaliero possono giocare in ogni momento. I port per console hanno subito un ritardo di circa tre mesi, poiché erano previsti per la finestra natalizia dello scorso anno. Della conversione su console si è occupato il talentuoso team Red Kite Games che ha decisamente ottimizzato il tutto per l’uso su piccolo e grande schermo. Per chi è abituato al vecchio sistema di controllo, visto su Personal Computer, i primi minuti possono risultare traumatici, ma dopo poche ore di gioco vi sembrerà di aver sempre usato i piccoli Nintendo Joy-con per giocare. La tradizionale accoppiata Mouse & Tastiera, per ovvi motivi, è sicuramente quella vincente, ma bisogna riconoscere che anche utilizzare i particolari joypad dello Switch, grazie al buon lavoro di ottimizzazione, regala grandi soddisfazioni.

Finalmente l’erede spirituale di Theme Hospital arriva su console, ed è un vero e proprio evento, come quando il titolo originale arrivò, nel 1998, sulla prima PlayStation, dopo aver spopolato su PC. prodotto da SEGA e sviluppato da un gruppo di veterani del titolo originale, provenienti dalla mai dimenticata Bullfrog, Two Point Hospital Switch segna una vera pietra miliare per il settore gestionale su console della nuova generazione. Peraltro genere poco prolifico sulla console ibrida Nintendo. Ottima realizzazione tecnica, grazie al Motore Grafico Unity, buona profondità gestionale, economia semplificata, umorismo inglese nero e tagliente, uniti ad una fruibilità aperta anche alle nuove generazioni che farà felici vecchi e nuovi fan. Se avete sempre sognato di governare col pugno di ferro l’ospedale più pazzo del mondo, e nel contempo combattere la grave piaga della Licatropia giovanile, il titolo è quello che fa per voi! 

 

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.