The Elder Scrolls Online Harrowstorm Recensione

The Elder Scrolls Online Harrowstorm

La saga di The Elder Scrolls ha raggiunto un picco di popolarità con l’uscita di Skyrim, il titolo che ha guadagnato la maggioranza dei giocatori e qualsiasi piattaforma, dal proprio computer ad Alexa. Talmente tanto il successo raggiunto, da permettere la nascita di un gioco MMO per la serie, The Elder Scrolls Online. Adesso, dopo anni di avventure tra giocatori, ESO ritorna alle ambientazioni che hanno reso famosa la saga, toccando le fredde valli del nord con Dark Hearth of Skyrim. Proprio così, rientriamo nella patria del popolo guerriero dei nord, stavolta per affrontare una minaccia vampirica al fianco di personaggi nuovi e volti familiari, come quello della guerriera Lyris Titanborn. Mentre il rilascio di questo nuovo DLC non è ancora avvenuto, possiamo già sperimentare un tocco delle sue atmosfere e della trama, tramite i due nuovi dungeon aggiunti dall’espansione Harrowstorm, che funziona come prologo iniziale in attesa del nostro ritorno a Skyrim. La formula non è una novità per ESO ma, mentre in passato abbiamo avuto un misto di dungeon noiosi e scelte azzeccate, possiamo senza dubbio inserire Harrowstorm nella seconda categoria, grazie alle novità introdotte e ad un buon bilanciamento tra sfide hardcore e attività più scorrevoli, permettendo ad ogni tipo di giocatore di trovare spazio in quest’espansione e incoraggiandone il replay. 

Seppure non ci siano particolari novità aggiunte dal punto di vista del gameplay e delle sue meccaniche, questo è qualcosa che ci si poteva aspettare. Infatti, tali modifiche sono sempre state aggiunte assieme al rilascio dei DLC completi, come nello scorso caso di Elsewyer con l’arrivo della classe del necromante. Dark Hearth of Skyrim promette grandi modifiche alla skill line del vampirismo, ma è ancora troppo presto per poterle osservare. Nonostante questo, l’aggiunta di una meccanica esplorativa basata sul lanciarsi da un punto all’altro della mappa tramite un sistema di rampini, crea interessanti combinazioni e magari in futuro queste verranno addirittura ampliante per rendere le acrobazie più complesse ed eccezionali. Sarebbe interessante poter esplorare in questo modo nicchie della base nemica, proprio come questa meccanica permetteva la scoperta di tre boss segreti all’interno del dungeon Unhallowed Grave. Non possiamo tuttavia scommettere su questo fatto, dal momento che non c’è stata nessuna menzione ufficiale nei trailer al di là del dungeon in questione. Certamente, se l’opzione dovesse rimanere abbandonata e limitata ad una sola zona, senza mai essere riutilizzata, sarebbe un peccato ed uno spreco: dal momento che questo particolare DLC sembra pieno di particolari attenzioni nella sua creazione, possiamo solo sperare che non sia questo il caso e che il rampino diventi una vera e propria meccanica di gameplay in futuro.

Il primo dungeon di The Elder Scrolls Online: Harrowstorm, Icereach, è ricco di atmosfere che richiamano il nord e Skyrim fin dal primo istante. Siamo inviati ad aiutare il Re dei Re nel reclamare una particolare isola nel mare dei fantasmi, coperta di gelo e neve. I nostri nemici sono una congrega di streghe hagraven, native della provincia del Reach. Incontriamo Lyris Titanborn durante la battaglia, mentre affrontiamo il gruppo di megere scoprendo che stanno agendo dietro gli ordini di un misterioso benefattore. La lore stabilita dall’universo di The Elder Scrolls perde alcuni colpi durante l’esperienza, prima con un gigante in grado di parlare e in seguito con la stessa alleanza delle streghe con i vampiri, antagonisti principali di questo nuovo capitolo della storia. Tradizionalmente, le hagraven sono al servizio di Hircine, dio della caccia e padre dei licantropi all’interno della saga ed è proprio tramite questo servizio che assumono le loro caratteristiche forme tra megera e volatile. Per i più attenti alla lore quindi, vedere questa congrega al servizio dei vampiri fa alzare più di un sopracciglio. Ci si sente come se un qualche altro gruppo di praticanti delle arti oscure avrebbe potuto meglio ricoprire il ruolo di antagonisti o magari la presenza di un libro, un diario o una lettera che i giocatori avrebbero potuto raccogliere durante l’esplorazione, contente una spiegazione di come le streghe fossero finite in una simile alleanza. Nulla di tutto questo è però presente: assieme al debole ruolo interpretato da Lyris durante la battaglia, che si limita ad essere quello di una presenza familiare, ma che potrebbe essere stata sostituita con chiunque o persino tolta senza cambiare nulla. Inoltre, Icereach perde punti sotto l’aspetto della trama. Tuttavia, questo non vuol dire affatto che sia una cattiva esperienza: il punto di forza dell’isola infatti non risiede tanto nella storia, quanto nella sua hard mode, in grado di mettere alla prova anche i giocatori più veterani. Si tratta di una vera e propria sfida e in quel caso le abilità delle streghe, ognuna diversa (gelo, tuono, negromanzia e la madre della congrega) creano una situazione dove qualunque resistenza o specializzazione il giocatore abbia, non basta a cogliere impreparato il nemico. In hard mode, queste megere possono essere battute solo con un team ben coordinato ed un bravo guaritore.

Il secondo dungeon, Unhallowed Grave, controbilancia le mancanze e le forze di Icereach: anche in modalità hard, non è lontanamente allo stesso livello di difficoltà della congrega oscura, permettendo quindi il trionfo dei giocatori anche senza un guaritore dalla loro parte, ma allo stesso tempo la storia si fa ricca e interessante nonostante il breve spazio a disposizione dei personaggi. La meccanica esplorativa dei rampini, già menzionata, è qui inaugurata e fin dal primo istante il giocatore si imbatte in una trama ricca, che si sposa perfettamente con la storia già stabilita di The Elder Scrolls: la stessa mente malvagia che aveva assunto le streghe, ora ha mandato un gruppo di profanatori a violare una tomba antica e maledetta, lasciando dei custodi che ne proteggevano l’ingresso solo una viva, ma ferita. La guerriera Shelaria appartiene al popolo dei redguard, che meno di tutti si fidano dei non morti e per questo rifiuta di accettare l’aiuto del vampiro Fennorian, nonostante egli rassicuri la donna di non essere alleato del nemico. L’arrivo del giocatore forza questa strana alleanza fino alla zona finale di una lunga esplorazione, dove si instaurerà un vero e proprio rapporto di amicizia. Sta noi, infine, affrontare il boss finale, nonostante la comparsa di un fantastico (ma stressante) mostro fatto di scheletri dei caduti, un vero e proprio golem di ossa che può essere sconfitto solo distruggendo il suo maestro. Fennorian prende il suo congedo a fine battaglia, decidendo di voler investigare questo nuovo e misterioso nemico: la fusione di questo personaggio gentile e, in un certo senso, quasi timido con il suo ruolo più che ambiguo lo rende il miglior personaggio presente in The Elder Scrolls Online Harrowstorm. Persino più appagante di Lyris stessa, a noi familiare, ma la cui performance all’interno di quest’espansione è stata debole. Il giocatore che favorisce il roleplay ha qui ampio spazio per decidere quanta fiducia il proprio personaggio debba riporre nel non morto, in attesa di un secondo incontro praticamente certo.

Sebbene non sia il boss del suo dungeon in senso proprio, la comparsa del golem di ossa è sicuramente la più epica presente in The Elder Scrolls Online Harrowstorm, completando l’esperienza svoltasi attraverso quest’espansione. Non si può fare a meno di pensare che, un poco di varietà e caratterizzazione dei personaggi in più all’interno di Icereach, avrebbe potuto rendere l’esperienza, già solida e soddisfacente, ancor migliore, superando i suoi stessi limiti. Tuttavia l’occasione mancata non rende il contenuto presente meno solido e mentre non c’è surplus, non c’è neanche alcuna mancanza di contenuti. Ogni tipo di giocatore può trovare spazio nel DLC, dai casual agli hardcore, passando per chi ha pagine di backstory mentale per il proprio avatar. Tutto quello che Harrowstorm promette, Harrowstorm è in grado di portare a casa, preparando i giocatori al rilascio dell’esperienza finale con Dark Hearth of Skyrim.

Nonostante alcuni difetti di scrittura nella prima parte ed un paio di contraddizioni per gli appassionati della lore, ore di avventura e divertimento sono garantite in The Elder Scrolls Online Harrowstorm. Ore che possono aumentare in numero se si ha intenzione di ottenere i vari trofei e sfide legati alla hard mode. Una volta finito di giocare, vi ritroverete a voler mettere le mani sul nuovo DLC all’istante e probabilmente a tornare su Skyrim di nuovo, nel tentativo di ingannare l’attesa. 

The Elder Scrolls Online Harrowstorm

Lo staff di GamesVillage, che vi fornisce ogni giorno notizie, recensioni, anteprime e interviste legate ai vostri videogiochi preferiti.

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