Demoscene: la “nonna” degli indie potrebbe diventare patrimonio dell’umanità in Germania

Dopo nemmeno una settimana dalla notizia (qui il link all’articolo, solo in inglese) che la Demoscene è stata riconosciuta in Finlandia come Patrimonio Culturale Nazionale dell’Umanità, arrivano notizie positive anche dalla Germania. Come annunciato dal Ministro della Cultura e delle Scienze, infatti, la Demoscene è stata nominata per rientrare nel registro nazionale tedesco del patrimonio culturale dell’UNESCO, in qualità di “bene intangibile”.

Già, ma cos’è la “scena demo”? Fortunatamente, ci viene in soccorso Wikipedia:

“Con demoscene (termine derivato dalla lingua inglese formato dalla fusione delle parole demo e scene) si indica un fenomeno di arte e cultura informatica, spesso indicato come parte della controcultura.

Ebbe il suo momento di massimo splendore a cavallo fra gli anni ottanta e gli anni novanta, con l’avvento dei personal computer a 16 bit e dei primi ibridi a 16/32 bit e, principalmente, con Amiga e Atari ST.”

Grazie a questa singolare unione tra arte visiva e informatica, artisti e hacker di tutti il mondo cominciarono a spingere al massimo le potenzialità delle macchine. Proprio da quel bacino culturale e creativo, nacquero i primi embrioni che poi avrebbero dato origine a una scena ancora più famosa, la scena del game development indipendente, un fenomeno che da Paesi come la fredda Svezia è poi stato importato in tutto il mondo fino a diventare un caposaldo della games industry.

Insieme ad altre tre pratiche culturali, la giuria ha selezionato la Demoscene tra le 18 diverse candidature. A causa del fatto che la procedura dell’UNESCO in Germania avviene in due step, adesso sarà una seconda commissione indipendente a decidere il riconoscimento nazionale, definitivo all’inizio del 2021.

L’EFGAMP, la Federazione Europa degli Archivi, Musei e Progetti di preservazione videoludici che si è spesa in maniera particolare per questa causa, è molto positiva al riguardo, e spera che grazie alle decisioni di Germania e Finlandia, per loro sia possibile aiutare sempre più paesi europei ad inoltrare la domanda all’UNESCO. “Dal momento che la Demoscene si è notevolmente sviluppata in Europa, questa è anche una grande opportunità per fissare una pratica culturale decisamente europea che, in quanto digitale, è inseparabilmente legata alle condizioni culturali e sociali presenti e future.”

Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito ufficiale di Demoscene – The Art of Coding, il gruppo di lavoro composto da esperti del digitale e del videogioco che ha sposato la causa dell’inserimento ufficiale di questa nuova arte nel patrimonio UNESCO.

La passione per la scrittura e il fantasy nascono prestissimo, ma l’incontro con i videogiochi arriva di soppiatto a casa dei compagni di scuola con Mario Kart, Age of Empires e The Sims. La sua formazione è prevalentemente letteraria ma l’incontro fortuito con Marco Accordi Rickards al Vigamus le ha permesso finalmente di ritrovare il suo lato giocoso e di divertirsi lavorando.

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