Avete presente quell’atmosfera anni Ottanta à la Stranger Things, tra colori neon e musica elettronica? Purtroppo o per fortuna, non parleremo di demogorgoni e altre creature dal puro DNA sci-fi, ma di macchine volanti e carichi da trasportare. Una sorta di Death Stranding in chiave futuristica? Nemmeno questo. Avevamo già incontrato colori fluorescenti in titoli abbastanza recenti come Tales of the Neon Sea, Hotline Miami, Black Future ’88, ma tornano ancora una volta in Cloudpunk, una storia neon-noir disponibile dal 23 aprile per PlayStation 4 e Steam, firmata da ION LANDS, al suo debutto sulla scena videoludica. Si tratta di un gioco in stile cyberpunk ambientato in un ambiente metropolitano verticale che potremo dominare dall’alto del nostro veicolo HOVA, ossia un’auto anti-gravitazionale che ci consente di sfrecciare in lungo e in largo nel mondo del futuro. Siamo alle prese con una banda semi-legale di trasporto carico merci, la cosiddetta Cloudpunk: “è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo dovrà pur fare”? Non eccessivamente; scopriamo insieme perché.
Cloudpunk: i pirati dei cieli
Siamo nel futuro, dove le macchine possono sia solcare le grandi strade delle città, sia volare al di sopra di esse, in un mondo dove le ombre regnano perennemente sovrane, un po’ in stile Gotham City. In effetti, siamo a un labile confine tra legalità e criminalità, proprio come i numerosi individui che si aggirano per la città di Batman, considerando che il titolo del gioco deriva dall’omonima compagnia di consegne semi-legale con base a Nivalis, città dominata da pesanti nubi grigie, che sorvoleremo fino a giungere ai limiti della troposfera. Guidiamo FC14, nome in codice di Rania, una giovane trasportatrice di carichi che ha preso il posto di Carminus (inizialmente chiamato Carmine, poi Carminus, un po’ di confusione), a sua volta sostituto di FA14, guidatore durato un solo giorno, stando a quanto racconta un anziano senza identità che risponde al nostro Controllo. Sarà la voce guida per darci istruzioni e qualche piccolo suggerimento amichevole, sempre dalla nostra parte, soprattutto quando ci indica le due regole fondamentali imposte dalla banda: non fare domande sul contenuto del carico (una citazione degna della “prima regola del Fight Club”) e completare senza errori le consegne a noi affidate. A tal proposito però, no stress: non ci sono cronometri o conti alla rovescia, ma si tratta solo di una indicazione fittizia ai fini dello storytelling di gioco.
Sì, viaggiare, evitando le manovre più dure
Oltre alla preziosa guida di Controllo, siamo facilitati dalla costante presenza a schermo di una minimappa, affiancata dalla barra di stato del nostro veicolo e dal credito di denaro a nostra disposizione. Sulla mappa inoltre osserviamo i diversi segnaposti che ci indicano non solo la distanza che ci separa dall’obiettivo, ma anche i parcheggi a disposizione dove lasciare il nostro veicolo, accanto a officine e garage per acquistare oggetti per la riparazione o il potenziamento dello stesso. Viaggiamo non solo al di sopra delle strade cittadine, e ci teniamo a precisare quanto sia importante evitare il contatto con le macchine “tradizionali” per non ammaccare il nostro veicolo, ma anche grazie ad ascensori, ossia tunnel che ci consentono di spostarci velocemente da una parte all’altra della città. Proprio lo spostamento a bordo della nostra vettura richiede precisione, non tanto perché sia difficile controllare il nostro veicolo, quanto nelle operazioni di parcheggio: queste ultime infatti sono possibili solo posizionando l’auto HOVA esattamente sul segnaposto indicato sulla mappa e non in parcheggi diversi da quelli segnalati. Le operazioni di spostamento complessivamente risultano fluide e con una buona risposta fisica nelle interazioni con i diversi elementi presenti sul nostro percorso; peccato per la mancanza della retromarcia, una funzione che abbiamo davvero rimpianto di non avere.
Neon frizzante e ritmo electro
Guardiamo invece al lavoro sul comparto grafico compiuto da ION LANDS nel lavoro per realizzare Cloudpunk. La grafica è ben curata, non vi sono pixel sgranati o altre performance di bassa qualità, complice la possibilità di personalizzare le specifiche tecniche dedicate all’ampiezza dello schermo e alla risoluzione delle schermate. Purtroppo però, il team di sviluppo non è entrato nel dettaglio in maniera approfondita. Cloudpunk ha sicuramente avuto un occhio di riguardo per la risoluzione e la resa estetica della nostra vettura; chiariamoci, non parliamo di performance eccellenti, ma comunque di poco sopra la media del mondo della produzione indipendente. Diversa è stata la sorte toccata al nostro personaggio, decisamente dalla silhouette smilza, dai movimenti poco naturali e nel complesso poco visibile e distinguibile in un’atmosfera non propriamente inondata di luce.
Come possiamo ben dedurre dal titolo stesso, la vita della città viene dipinta attraverso colori evidenziatore e abbastanza fluorescenti, dove predominano i toni del blu, fucsia, giallo e nero, una cromia molto gradevole e nemmeno troppo contrastata, grazie alla quale possiamo lustrarci gli occhi mentre ascoltiamo una colonna sonora altrettanto coinvolgente. Come vi anticipavamo, il ritmo è proprio quello della musica elettronica, inframmezzata da effetti sonori che ben si amalgamano con il resto e rendono l’atmosfera davvero omogenea e coerente con il panorama complessivo. Se il doppiaggio è stato un altro punto a favore dello sviluppo di Cloudpunk, un po’ meno convincente in alcuni punti è stata la localizzazione: per quanto il gioco sia completamente tradotto in italiano, ci sono piccole imperfezioni qua e là, ma non si tratta chiaramente di errori madornali che vanno a inficiare la comprensione del gioco e degli obiettivi da raggiungere. A proposito di questi ultimi, Cloudpunk conta ben 79 achievements da completare: riuscirete a dimostrare di essere dei perfetti aviatori-corrieri e completare il gioco?
Cloudpunk, nel complesso è un gioco fluido e scorrevole, “sanza infamia, sanza lode”. Potremmo citare l’espressione ormai popolare “bene, ma non benissimo”, perché le potenzialità erano davvero tante e c’era sostanza sufficiente da poterne trarre contenuti di spessore ancora maggiore e dal coinvolgimento più prolungato e degno di nota. Per quanto il team abbia svolto in maniera abbastanza soddisfacente il suo “compitino”, la ciclicità del gameplay e delle meccaniche di gioco vanno a infrangere quel sogno di vita notturna e clandestina che sembravano promettere le premesse. Ci sentivamo pronti ad affrontare pericoli e situazioni decisamente più spinose rispetto a quelle effettivamente affrontate; se siete alla ricerca di adrenalina e colpi di scena, volgete il vostro sguardo altrove.