Assassin’s Creed Valhalla e il futuro della serie Ubisoft

Assassin's Creed Valhalla

“In antico fu un tempo in cui vuoto era il tutto: né la sabbia né il mare né le onde ruggenti. Era informe la terra ed il cielo scoperto, spalancato l’abisso e nessun filo d’erba”, dice il poeta. Popoli nordici che vai, mitologia che trovi: Tolkien conosceva bene il patrimonio culturale della cosiddetta civiltà vichinga; potete approfondirla in un bellissimo libro che pochi fan del Signore degli Anelli Conoscono, e cioè La leggenda di Sigurd e Gudrun. Cosa c’entri tutto questo con il recente annuncio del nuovo Assassin’s Creed è facile da intuire, se avete già dato un’occhiata al trailer ufficiale – e se non l’avete fatto, rimediate subito: poco più avanti abbiamo inserito il video. Assassin’s Creed Valhalla arriverà entro la fine dell’anno, portando la serie a nuove vette di fama e divertimento. O almeno queste sono le intenzioni degli sviluppatori di Ubisoft, naturalmente: facciamo il punto circa tutto quello che sappiamo già, e proviamo ad immaginare tutti gli scenari interessanti che potrebbero presentarsi al giocatore.

Assassin’s Creed Valhalla su next-gen? Anche, ma non solo

Innanzitutto coloro che temevano l’arrivo di Assassin’s Creed Valhalla esclusivamente su next gen possono tirare finalmente un sospiro di sollievo: certo, il nuovo videogioco del franchise accompagnerà il lancio di PlayStation 5 e Xbox Serie X il prossimo autunno 2020, in tempo per Natale 2020. Ma tutti gli altri non resteranno indietro: Assassin’s Creed Valhalla sbarcherà assieme alle navi vichinghe anche su PlayStation 4, Xbox One, PC e Google Stadia (questi ultimi però è probabile che si sforzeranno di più per riuscire a reggerlo decentemente). Resta ancora una volta esclusa, ma non sorprende, la console ibrida Nintendo Switch.

Ubisoft non ha fornito per il momento una data di lancio ufficiale, ma se ci chiedessero di ipotizzare il periodo di lancio più adatto naturalmente propenderemmo per novembre 2020: di certo Assassin’s Creed Valhalla non può arrivare sul mercato prima di PlayStation 5 e Xbox Serie X. Sembra dunque da escludere il mese di settembre 2020, che pure negli scorsi anni vide l’arrivo su console e PC dei capitoli di Origins e Odyssey, entrambi ampiamente sviscerati, recensiti e apprezzati sulle pagine di GamesVillage. Recuperate la recensione di Assassin’s Creed Odyssey per ricordarvi a quali livelli era giunta per il momento la produzione di Ubisoft che così tanto sta facendo discutere il web.

La trama e il gameplay di Assassin’s Creed Valhalla

L’influenza del più recente God of War su Assassin’s Creed Valhalla è così evidente, a tutti i livelli del trailer di Ubisoft, che ci sembra quasi superfluo tornare sulla questione: lo stesso protagonista è praticamente identico a Kratos, fatta salva la “calma superiore” mostrata in battaglia. Ma sono evidenti anche i riferimenti ad un altro piccolo capolavoro che in anni recenti ha permesso di riscoprire nel mondo dei videogiochi la mitologia norrena, dal punto di vista privilegiato della psiche e dei disturbi mentali: Hellblade: Senua’s Sacrifice. Pensate anche semplicemente alle pitture facciali della protagonista, che compaiono a loro nel trailer di Ubisoft.

Premesse queste prime considerazioni, con riferimenti che – perché no- potrebbero anche sparire del tutto nel videogioco completo, cosa sappiamo della trama di Assassin’s Creed Valhalla? Praticamente nulla, se non che al centro della vicenda vi saranno gli scontri tra le popolazioni scandinave e danesi con l’Inghilterra. Attenzione: non si tratta l’Inghilterra della Seconda Rivoluzione Industriale, quella che sarà possibile esplorare nel gioco completo. In rete si parla già di “riscoprire Londra”: ma sarebbe poco più che un vasto insediamento urbano altomedievale. Assassin’s Creed Valhalla è ambientato nel medioevo, è bene ricordarlo: i vichinghi si distinsero nel bene e nel male tra il 793 e il 1066 D.C. Sarebbe semmai interessante ipotizzare, magari in un futuro DLC, l’arrivo in America, quando queste popolazioni arrivarono a Terranova. Sono scoperte archeologiche di anni recenti, che di certo Ubisoft non può ignorare dato gli studi approfonditi che di volta in volta conduce.

Dal punto di vista del gameplay, infine, Ubisoft non ha mostrato praticamente nulla, e dunque bisogna procedere per congetture. Si vocifera ad esempio che Assassin’s Creed Valhalla abbandonerà il sistema dei livelli, distribuito tra protagonista, nemici e insediamenti. Non siamo certi che sia un’idea del tutto saggia, ma del resto non si poteva neppure riproporre in modo identico quanto visto in Origins e Odyssey; ed è vero che lo stesso meccanismo aveva bisogno di bilanciamenti anche lì. Confermato, invece, l’open world liberamente esplorabile in cui, a parte il viaggio rapido, sarà possibile spostarsi da un luogo all’altro grazie ai drakkar, le navi vichinghe.

Di Assassin’s Creed Valhalla per il momento si è visto poco, troppo poco anche semplicemente per ipotizzare una qualsiasi valutazione del nuovo titolo Ubisoft. Di certo le premesse hanno del potenziale: anche semplicemente l’atmosfera nordica basterà e avanzerà per stemperare la deriva da mondo classico degli ultimi due capitoli del franchise. Non che Origins e Odyssey non ci siano piaciuti, tutt’altro: semplicemente un po’ di freddo, barche e bestioni nerboruti armati di tutto punto rappresenteranno un’ottima variazione. Resta da capire in che modo verrà affrontata introdotta le mitologia nordica (in che modo è legata a Coloro che Vennero Prima?) e naturalmente dobbiamo ancora prima vedere e poi toccare con mano il gameplay. Che a conti fatti, è bene ribadirlo, rappresenta pur sempre il cardine dell’intera produzione; altrimenti Ubisoft avrebbe potuto tranquillamente girare un film sui vichinghi in CGI.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.