John Wick Hex Recensione: Baba Yaga gioca a scacchi

John Wick Hex

Quando si comincia a parlare di titoli Tie-in non sono pochi i giocatori a storcere in fretta il naso, e a ragion veduta. In fin dei conti, quella dei prodotti creati su licenza è sempre stata un’operazione atta al semplice scopo commerciale di porre l’attenzione di una determinata fetta di pubblico al medium di riferimento principale (tra cui film e fumetti). Fino alla fine degli anni 2000 era norma trovare sugli scaffali dei negozi i più disparati videogiochi tratti da recenti film blockbuster o serie animate (basti pensare ai titoli de Il Signore degli Anelli e I Simpson di EA, James Cameron’s Avatar di Ubisoft o quelli legati ai film Marvel, giusto per citarne alcuni), il più delle volte afflitti da problemi di natura tecnica per via delle tempistiche di sviluppo e pubblicazione a ridosso dell’uscita della pellicola cinematografica. Figli di un mercato videoludico diverso da quello odierno, vengono comunque ricordati con una certa nostalgia, soprattutto da coloro che all’epoca erano adolescenti (ovvero il target di riferimento), grazie all’immediatezza e alla pura e semplice giocosità che tali prodotti suscitavano in loro portandoli, magari, ad appassionarsi di più al mondo videoludico. Se operazioni del genere sono calate drasticamente verso gli ultimi anni di vita della settima generazione di console, i Tie-in continuano imperterriti a proporsi ad un mercato che (dati i costi di sviluppo maggiorati) non permette alcun passo falso che potrebbe, addirittura, cambiare le sorti del team di sviluppo. Nonostante questi timori, più volte i giocatori si sono ritrovati dei veri e propri gioielli dell’Ottava Arte tra le mani (come la serie Batman Arkham e il più recente Marvel’s Spider-Man) e altri in procinto di uscire e venire giudicati dalle schiere di fan (Marvel’s Avengers). A dimostrare che i Tie-in valgono l’attenzione dei videogiocatori ci pensa anche lo strategico John Wick Hex legato, come lascia intuire il titolo, alla famosa serie di film action della Lionsgate con protagonista l’amato Keanu Reeves. Gioco già disponibile su PC e Mac e approdato recentemente anche su PlayStation 4.

John Wick Hex

John Wick Hex: questione di tempismo

Il focus principale dell’intero titolo di Bithell Games è, in un modo che ci ha lasciati veramente sorpresi, il gameplay che farà contenti gli appassionati di strategia. Infatti, nonostante l’utilizzo della licenza di John Wick, le meccaniche di gioco permettono al titolo di reggersi sulle proprie gambe fornendo, al contempo, la possibilità di immedesimarsi nei panni del personaggio interpretato da Keanu Reeves e utilizzare tutta la sua conoscenza delle armi e delle arti marziali. Questo concentrarsi sulle meccaniche ha reso la narrativa il vero punto debole della produzione, relegando lo scorrere della trama al personaggio di Hex (che dà il nome al titolo) un criminale di fama internazionale che, raccontando le gesta di Wick a due personaggi ricorrenti del franchise quali Winston (Ian McShane) e Charon (Lance Reddick), pone il gioco cronologicamente antecedente al primo film, permettendo anche ai giocatori non avvezzi alla serie di godersi il gioco. Il difetto più grande trova riscontro nel montaggio e nella regia delle scene di intermezzo le quali, presentate sotto forma di vignette statiche, rendono lo scorrere degli avvenimenti a volte illeggibile e con frequenti cali di frame rate durante i cambi scena.

Superato lo sconcerto procurato dal poco appeal della narrazione, John Wick Hex ci trasporta subito al centro dell’azione sbattendoci direttamente in faccia la sua complessità intrinseca che trova forma concreta nell’HUD di gioco il quale, almeno per la prima ora, risulterà confusionario e complesso. Difficoltà iniziali che si presenteranno anche durante l’apprendimento del sistema “a tempo” usato per scandire ogni singola azione a schermo. John Wick Hex pone l’accento non sulla frenesia delle sparatorie ma sul come sbaragliare i nemici che ci si pareranno davanti prevedendo le loro mosse e il tempismo con cui loro, e il nostro eroe, le metteranno in atto. Ogni tipo di azione (compreso il movimento del personaggio), infatti, verrà completata in un lasso di tempo indicato da una timeline posta sulla parte superiore dello schermo, presente non solo per Wick ma anche per tutti i nemici visibili in quel momento sullo schermo.

John Wick HexIl compito del giocatore sarà, quindi, quello di muovere il personaggio su una scacchiera virtuale con visuale isometrica e decidere, in base al tempismo dei nemici, quale mossa effettuare per arrivare incolumi alla fine del livello. Le mosse e le azioni disponibili per il giocatore permettono di affrontare i vari avversari sia dalla breve che dalla lunga distanza, in base anche al tipo di archetipo che ci sbarrerà la strada. Dalla lunga distanza avremo modo di utilizzare varie armi da fuoco (solo una per volta) raccoglibili dai nemici o nascoste per la mappa, il cui danno sarà proporzionale in base al rateo di fuoco della stessa e dalla distanza del bersaglio e sarà indicato dalla barra della vita dell’avversario che avremo selezionato. La messa a segno o meno dei nostri colpi verrà espressa tramite la classica percentuale ripresa da titoli come Xcom. Nel caso si finissero i proiettili a disposizione e si dovesse ricaricare o raccogliere un’altra arma, bisognerà farlo con estrema attenzione poiché, entrambe le azioni, impiegheranno parecchio tempo per essere effettuate ed ogni colpo ricevuto da un nemico le interromperà, costringendo il giocatore a cambiare strategia e/o posizione. Per impedire ciò, sarà possibile non solo lanciare la propria arma e stordire il malcapitato interrompendo la sua azione, e permettendo al nostro Wick di avvicinarsi e passare ad uno scontro ravvicinato, ma anche accovacciarsi per diminuire la linea di tiro nemica e aumentare la chance di schivata dei proiettili rotolando via. Durante il corpo a corpo, invece, sarà fondamentale l’utilizzo e il sapiente controllo della barra della Concentrazione. Questa permette al protagonista di effettuare azioni più complicate del singolo pugno e che, durante uno scontro con più nemici, possono cambiare le sorti della faida. Oltre alla già citata rotolata da accovacciati, infatti, sarà possibile bloccare un colpo in arrivo, spingere via il malcapitato di turno per allontanarsi da altri avversarsi o atterrare il nostro nemico non solo per sconfiggerlo subito (in caso presentasse poche barre della Salute) ma anche per spostarsi in una posizione di vantaggio e limitare la linea visiva avversaria. Se per caso la Concentrazione scarseggiasse, il giocatore potrà ricaricarla “gratuitamente” con l’apposito comando; azione che, però, impiegherà molto tempo per essere portata a compimento lasciando John in balia di eventuali attacchi nemici. Gli scontri corpo a corpo rappresentano la meccanica più tattica e profonda dell’offerta ludica, non solo per il quantitativo di azioni eseguibili a distanza ravvicinata ma anche per la possibilità di stordire i nemici per un determinato lasso di tempo utile a mettere fuori gioco altri avversarsi.

John Wick Hex

Nome in codice: rigiocabilità

Ad aumentare il già alto livello di strategia ci pensa anche la possibilità, tra una mappa e l’altra, di nascondere (previo utilizzo di monete in game) in zone scelte dal giocatore armi e bende (per recuperare la Salute persa) e scegliere il tipo di abito da far indossare a John Wick, ognuno con un’abilità più o meno vantaggiosa legata alle azioni. Feature, quella dei nascondigli, riuscita a metà poiché la posizione precisa degli oggetti nascosti sarà ignota al giocatore che dovrà esplorare per bene le varie zone, dal level design intricato, per riuscire a raggiungere le proprie provvigioni. Prima di finire ogni mappa ci si troverà ad affrontare delle boss fight (uno dei pochi tasti dolenti del gameplay) che avranno sempre gli stessi punti deboli portando la loro risoluzione nell’utilizzo della medesima strategia, oltre alla scialba caratterizzazione dei “nostri” che non avranno nessuna linea di dialogo e un background a malapena accennato. Una volta sconfitto il boss di turno, una schermata proporrà un riepilogo delle azioni, e del loro quantitativo, effettuate nel corso del livello e, in base al risultato ottenuto, si vedrà assegnato un determinato nome in codice che i più appassionati sapranno subito riconoscere. La possibilità di ottenere tutti e cinque i nomi in codice fa sì che la rigiocabilità del titolo aumenti esponenzialmente, grazie anche alla modalità di gioco denominata Urgente (dove ogni azione dovrà essere scelta in 7 secondi) e alla differente routine di ogni singolo avversario che rende diversificato, e quasi unico, l’approccio ai vari stage.

John Wick Hex

Goffaggine in cell-shading

Tecnicamente parlando, il prodotto confezionato da Bithell Games presenta una grafica in cell shading con dettagli, purtroppo, a bassa risoluzione che vanno a minare principalmente i volti dei vari personaggi che restano sì riconoscibili, tranne il nostro Keanu Reeves (sempre muto per tutto il gioco), ma con leggere sbavature fisionomiche. Al di là di qualche incertezza del frame rate anche nello spostamento della visuale, un altro dei problemi principali è legato alla feature dei Replay. Questi permettono al giocatore di rivedere il completamento della zona appena conclusa senza pause tattiche, come se fosse la scena di un film. Il risultato, però, risulta alquanto ridicolo per via della legnosità delle animazioni e dei frame di pausa che le lega tra loro, rendendo il tutto più goffo che frenetico. Più volte, inoltre, è capitato che l’applicazione andasse in crash proprio durante la loro visualizzazione, facendoci perdere i risultati ottenuti e ricominciare la zona daccapo per via dell’assenza di checkpoint, la quale potrebbe rendere il tutto decisamente più stancante.

Fin dai primi minuti, John Wick Hex ci dimostra come il team di Bithell Games volesse rappresentare gli iconici e adrenalinici scontri da un punto di vista differente rispetto a quanto mostrato al cinema. Al netto di qualche problema tecnico, checkpoint assenti e narrazione scialba, il titolo ha il grande pregio di poter contare sulle proprie forze grazie ad un gameplay solido, simile al gioco degli scacchi, e non solo sul franchise di appartenenza. Non aspettatevi, quindi, sparatorie al cardiopalma e piene d’azione bensì pregne di calcoli mentali, strategie e visione di gioco come solo l’abile John Wick sa fare.

Marco è nato e cresciuto con i videogiochi grazie alla sorella maggiore che lo faceva giocare col suo Gameboy Color. Si è appassionato definitivamente al medium dopo aver finito il primo Metal Gear Solid insieme al padre, il più bel ricordo legato a quello che è diventato uno dei suoi giochi preferiti. È un lettore appassionato di Dylan Dog. Studia recitazione e doppiaggio da circa 10 anni. Dicono faccia un'ottima imitazione di Gatto Silvestro.