FIFA 21 Recensione: l’arte della rifinitura

FIFA 21

Avevo accolto FIFA 20 con un sonoro 9.1 rimarcando gli estremi una produzione ricca, versatile e assai coinvolgente, cui un modello di gioco più fisico e compassato conferiva quella profondità venuta a mancare in alcune precedenti iterazioni del brand.

Anche se in parte viziata dal famigerato aggiornamento dello scorso gennaio, reo di aver inasprito i parametri della IA avversaria a tal punto da alterare gli equilibri dell’esperienza Single Player, quella che ritengo essere stata comunque una tra la più efficaci edizioni del franchise lascia nelle mani di FIFA 21 un’eredità gravosa. All’obbligo di affinarne le qualità già espresse, vanno difatti a sommarsi oneri altrettanto pressanti, tra i quali completare una volta per tutte l’opera di svecchiamento della Modalità Allenatore, conferire alla sezione Volta Football maggior profondità  e restituire lustro a un reparto online in cerca di rilancio.

Come avremo modo di scoprire a breve, i ragazzi di EA Canada hanno fatto fronte a dette aspettative col piglio del rifinitore, anteponendo cioè l’ottimizzazione dei concetti introdotti in precedenza ad ogni altra velleità tecnica: ne deriverà un’esperienza corposa, coerente e stratificata che getta basi molto solide su cui edificare il futuro Next-Gen della serie.

 FIFA 21: Palla a centro

Ci sono dieci, cento, mille modi di giocare a Fifa e la valanga di modalità che ti investe alla fatidica pressione dal tasto avvio è puntualmente lì per ricordartelo. A prescindere da ogni variante a disposizione, rimango in ogni caso convinto che la validità di un progetto di questo tipo vada verificata palla al piede: con buona pace di chi intende la recensione come un rigoroso elenco di contenuti, preferisco pertanto scendere subito in campo e aiutarvi a scoprire dove e se FIFA 21 riesca a superare le prestazioni del suo fratellone.

Come appare evidente sin dalle prime partite, il modello di gioco proposto mira a dare continuità all’idea di Calcio avanzata nella scorsa stagione: ponendo come riferimento ideale l’approccio tattico di squadre quali Bayern Monaco e Paris St. Germain, l’azione punta in questo senso a svilupparsi in verticalità, con repentini contropiede e agili triangolazioni a stemperare l’articolato fraseggio che ci veniva “imposto” quando il tiki-taka di Pep Guardiola andava per la maggiore. Onde conferire adeguato respiro a questo format, gli sviluppatori devono aver lavorato molto sulla IA dei calciatori gestiti dalla CPU giacché essi appaiono molto più intraprendenti di quanto siano mai stati in passato. Piuttosto che limitarsi a seguire lo sviluppo della manovra e attendere eventuali segnali di innesco, questi ultimi aggrediscono ora gli spazi in piena autonomia, suggerendo di continuo passaggi filtranti volti a perforare per vie centrali difese avversarie che, in precedenza, avrei senz’altro preferito aggirare sulle fasce.

Dette meccaniche offrono un ventaglio molto più ampio di soluzioni in fase di impostazione, cui l’inedita possibilità di settare il controllo manuale dei colpi di testa trasmette spessore supplementare. Avere piena padronanza sullo sviluppo del gioco aereo permette ad esempio di sfruttare il supporto delle torri non solo in ottica di finalizzazione, ma anche in fase di costruzione, lasciando all’utente l’opportunità di lanciare un compagno a rete con una semplice “spizzata” o di stimolarne le sovrapposizioni indirizzando a dovere le palle spioventi. Grazie a quest’innovazione, affidarsi a cross di breve o lunga gittata diviene un’alternativa finalmente concreta al palleggio rasoterra, contribuendo a rendere più imprevedibile il dipanarsi della fase offensiva.

Corroborate dall’innesto di pratici stop a seguire e un più immediato accesso al dribbling in velocità, le novità cui ho accennato si riflettono anche sulla fase difensiva e, nel caso specifico, in una più realistica gestione delle ripartenze. Ora che anche gli uomini delle retrovie vanno ad occupare meglio gli spazi disponibili risulta in effetti possibile sfuggire al pressing avversario anche mediante appoggi di alleggerimento e non soltanto affidandosi a quello stucchevole Tiki-Taka basso che prestava il fianco a tanti rischi. Sommata agli accorgimenti applicati alla dinamica dei contrasti, alla geometria delle intercettazioni e al modo in cui i portieri in uscita tendono coprire gli angoli di tiro, questa variabile non può che agevolare la gestione del reparto arretrato, il quale continuerà a rivestire un ruolo cruciale nell’economia di gioco.

L’analisi prestazionale di FIFA 21 non può ritenersi completa senza un accenno a calci piazzati e conclusioni a rete. Se l’esecuzione di rigori e punizioni rimane legata all’accurata, ma ancora troppo artificiosa interfaccia di puntamento introdotta dodici mesi fa, tiri e tap-in dalla breve distanza sono andati invece incontro a ritocchi tesi, ancora una volta, a limitare gli effetti delle scriptature che, anche lo scorso anno, finivano per alterarne direzione ed esito. Sebbene abbia avuto più volte la sensazione che la sfera tendesse comunque a terminare sui pali più spesso di quanto dovrebbe, ho potuto stavolta toccare con mano i progressi effettuati in tal senso, trovando le maggiori soddisfazioni nell’ambito di calci d’angolo e finalizzazioni al volo.

Prima di spostare l’obiettivo sulla sezione Volta Football, lasciatemi ribadire un concetto che ho già espresso in passato e che risulta assai calzante anche in questo caso: se volete davvero scoprire quanto possa essere profondo il gameplay di Fifa e godere dei progressi maturati dalla sua edizione 2021, resistete alla tentazione di utilizzare subito team a cinque stelle. Partite piuttosto dal basso, dalle leghe minori, impostando il grado di sfida ai livelli Campione o Leggenda. All’inizio saranno probabilmente dolori, ma così facendo avrete presto modo di sfatare molti dei luoghi comuni che perseguitano questo brand.

FIFA 21 Un’altra Volta

Il gameplay proposto nell’incarnazione tradizionale del gioco subisce ingenti modifiche nel contesto di Volta Football: la simulazione calcistica lascia difatti spazio a un modulo molto più disinvolto in cui la ricerca della giocata ad effetto viene anteposta all’applicazione della tattica. Laddove lo scorso anno avevo individuato soltanto l’embrione di un’intuizione vincente, oggi posso affermare di aver trovato una proposta molto più organica che, sacrificando un pizzico della sua immediatezza a beneficio di un approccio più ragionato e muscolare, infonde maggior equilibrio all’intera esperienza.

I fattori che hanno determinato questo sviluppo sono molteplici e vanno a lambire diversi aspetti dell’azione: dovendo individuare i più incisivi, farei in ogni caso accenno al più marcato apporto dei compagni di squadra nelle fasi di costruzione e copertura, con annessa menzione d’onore alla rielaborazione degli uno contro uno. Sebbene dribbling e trick di sorta continuino a rivelarsi l’arma più efficace nel superamento dei difensori, questi ultimi si dimostrano adesso più smaliziati e la loro tendenza all’ostruzionismo non può che stimolare l’utente ad allestire trame di gioco più elaborate.

Chiaramente dette qualità tendono ad emergere in misura più ampia in ambito Futsal, perdendo via via efficacia con la riduzione del numero di calciatori coinvolti, ma questa è una conseguenza lineare che, a ben vedere, si verificherebbe anche nella realtà, pertanto non me la sento di considerarla come un difetto. Più controversa risulta magari l’invadenza delle scriptature nell’ambito delle conclusioni a rete, eppure anche in questo caso tocca chiudere un occhio: viste le esigue dimensioni delle porte, che in alcuni casi sono davvero minuscole, lasciare al solo utente il compito di far centro avrebbe potuto incidere davvero troppo sul coefficiente di sfida.

In virtù dell’introduzione del Co-Op di rete nell’ambito della modalità Rose Volta, del supporto di una robusta Modalità Storia e della parallela integrazione di una lunga serie di sfide a stipulazione variabile denominata Battaglie Speciali, la maturazione di Volta Football procede quindi spedita… Tanto che non mi stupirei affatto se un giorno si trasformasse in una produzione a sé stante.

No-Look? L’estetica di FIFA

Definiti gli estremi del gameplay nel contesto classico e nella sua briosa declinazione Volta, è tempo di scendere nel tecnico, dedicando un focus al comparto grafico. Dopo tante ore di test, posso dire di non aver rilevato differenze sostanziali rispetto alla precedente iterazione del franchise  se non sotto l’ottica dei consueti ritocchi a routine di animazione, rilevamento delle collisioni tra i giocatori e fisica di un pallone che mi è sembrato assecondare in modo più credibile le direzioni impresse a tiri ed appoggi.

Per quanto benvenute e sicuramente in grado di influire in termini positivi sulle dinamiche di gioco, dette migliorie potrebbero tuttavia non soddisfare le aspettative di chi guardava a FIFA 21 come al primo esponente di una spettacolare dinastia Next-Gen e questa è una realtà di cui i gamer più esigenti dovranno tenere adeguato conto, almeno fino a quando non sarà possibile mettere le mani sulle versioni PS5 e Series X. Per quanto non mi senta di escludere a priori l’eventualità che queste ultime possano aggiungere un bel pizzico di pepe in più sotto il profilo dell’effettistica di contorno, rimango in ogni caso convinto che per assistere ad uno spettacolo realmente innovativo occorrerà attendere l’anno prossimo.

Il fatto che, in termini puramente grafici, FIFA 21 appaia fin troppo simile al suo predecessore non dovrà in ogni caso spingervi a considerarlo come un blando aggiornamento del vecchio codice. Anche se a primo acchito sarete tentati di affermare il contrario, col tempo finirete per scoprire un progetto fresco che preferisce asservire ogni innovazione tecnica alle esigenze del gameplay, piuttosto che al solo rinnovamento estetico.

Panchina d’oro

Fino ad ora si è parlato prevalentemente di rifiniture ed è probabile che qualcuno stia iniziando a temere che FIFA 21 non porti in dote alcuna innovazione concettuale di rilievo. Per il sollievo dei più e la somma gioia dei manager provetti come me, è in tal senso opportuno precisare che anche quest’anno vi sarà spazio per il battesimo di una feature nuova di zecca e specificare che essa interessi proprio la cara, vecchia Carriera da Allenatore.

Definire l’introduzione dell’ Interactive Match Simulator alla stregua di un semplice novità risulta in ogni caso riduttivo. Per come la vedo io, avere finalmente facoltà di seguire lo svolgimento delle gare dalla sola panchina dispensando accorgimenti tattici in tempo reale, suona più come una rivoluzione in grado di cambiare per sempre gli equilibri di questa modalità ed evocare (blasfemi?) paralleli con i più celebrati colossi della sfera manageriale.

Pur strizzando un’occhio e mezzo a Sua Maestà Football Manager, FIFA 21 punterà in ogni caso a preservare l’indole dinamica del brand anche in un contesto tanto riflessivo, offrendo all’utente l’opportunità di subentrare ai comandi tradizionali ogni volta che lo desideri. Per quanto mi riguarda, detta intuizione costituisce il vero colpo di genio dell’intera proposta: circoscrivendo la mia presenza in campo alle sole fasi cruciali delle partite, posso in effetti risparmiare tempo prezioso e dedicare le ore di gioco usualmente perse nella disputa di scontri irrilevanti ad altri aspetti gestionali di sorta, come il rinnovato modello di sviluppo dei talenti in rosa.

L’altro “game-changer” introdotto dalla Carriera di Allenatore di FIFA 21 riguarda infatti la possibilità di sostituire i classici piani di allenamento personale con più incisive sessioni di reparto, cui fa seguito l’occasione di veicolare lo sviluppo delle abilità di ogni calciatore al fine di agevolarne l’adattamento ai propri schemi. A questi efficaci innesti vanno inoltre ad aggiungersi due supplementari parametri di monitoraggio delle condizioni psicofische degli atleti. Se la lucidità andrà a determinare la precisione di tiri e passaggi, la forma fisica inciderà sul rispettivo coefficiente di affaticamento: da quanto ho potuto verificare, l’accrescimento dell’una va a discapito dell’altra, se ne deduce che trovare il giusto bilanciamento tra i due fattori costituisca la chiave del successo.

Nel riscontrare la validità delle revisioni mirate a infondere più consistenza alla gestione dei trasferimenti e peso specifico alle dichiarazioni in sede di conferenza stampa, posso finalmente decretare la rinascita di quella che – non me ne vogliano i cultori di FUT – continuo a ritenere la modalità regina di Fifa. E questa è una conquista che vale da sola il prezzo del biglietto.

FIFA 21: Italia sì, Italia no

Pur avendo scelto di incentrare quest’analisi sugli aspetti più concreti della produzione, non posso esimermi dal fare un accenno alla inattesa riduzione del parco licenze disponibili, anche perché a questo giro la faccenda ci tocca molto da vicino. Se l’eliminazione di Primera Divisiòn Cilena e Categorìa Primera Colombiana dal lotto dei campionati rappresentati costituisce una carenza marginale, l’assenza della Serie B Italiana, il mancato rinnovo dei diritti d’immagine legati a Club di Serie A come Roma, Juventus, Crotone e Spezia o alla stessa Nazionale di Roberto Mancini lascia oggettivamente perplessi.

L’opportunità di condurre una squadra cadetta alla promozione, seguirne la crescita fino alla conquista del tricolore e arrivare magari a sedersi sulla panchina dell’Italia costituiva, dopotutto, un pilastro storico della “Fifa experience” nostrana almeno quanto rivivere gli scontri di vertice nella massima serie: come mi si può chiedere, in tal senso, di rinunciare di colpo a tutto ciò? E ancora, qualcuno crede davvero che un testa a testa tra il Piemonte Calcio e un’anonima imitazione della AS Roma possa vantare lo stesso appeal che aveva appena due anni fa con le compagini ufficiali schierate in campo? Certo che no.

Nonostante persista in cuor mio la tentazione di ridimensionare una problematica che, a conti fatti, non va ad intaccare l’efficacia del gameplay, mi risulta pertanto difficile soprassedere, perché questo non è il tipo di compromesso che un utente Fifa può accettare di buon grado. Anzi, di più, è una lacuna che un brand che ha costruito la sua fama anche in virtù della completezza del suo roster non può permettersi, a prescindere da ogni eventuale imprevisto sorto in sede di acquisizione dei marchi.

Palla in rete

A causa del ristretto margine di tempo intercorso tra il rilascio dei codici di prova e la data fissata per il lancio ufficiale del gioco, non mi è stato purtroppo possibile esplorare l’online di FIFA 21 in modo esaustivo. Di conseguenza preferisco sospendere momentaneamente il giudizio su questo aspetto del prodotto, salvo poi ritornarci tra qualche giorno, quando la maggiore attività di server e community mi offriranno l’opportunità di testare appieno gli effetti delle novità proposte.

Per non lasciarvi del tutto a bocca asciutta posso in ogni caso anticipare che l’introduzione della già citata variabile Co-Op nell’ambito di Rose Volta e FUT sembri essere già adesso capace di conferire rinnovato fascino al reparto multiplayer e che l’opportunità di personalizzare lo stadio in cui ospiteremo gli avversari rappresenti senz’altro uno strumento in grado di esaltare significativamente il legame che ci unisce alla nostra Ultimate Team. A fronte di queste migliorie segnalo, tuttavia e per l’ennesima volta, l’assenza di innovazioni degne di nota destinate alla sfera Pro-Club, la quale seguita invece a fluttuare tristemente nel limbo che l’ha inghiottita diverse stagioni fa.

FIFA 21 mi è piaciuto e, al contrario di quanto faranno in molti, non me la sento di considerarlo alla stregua di una semplice opera di transizione: tra le righe del suo codice ho letto infatti la ferma volontà di dare seguito all’idea di Calcio introdotta dal suo predecessore e attingere nuova, preziosa linfa vitale da sfaccettature manageriali che eravamo abituati a rintracciare in produzioni dal ben altro target. La stessa, concreta evoluzione del concept di Volta Football suggerisce scenari affascinanti per il futuro prossimo.  Ciò detto, è innegabile che certe carenze inattese come la riduzione del parco licenze e la stessa assenza di novità davvero concrete sotto l’aspetto visivo vadano comunque a incidere sulla valutazione complessiva del progetto. Se pensate che questo 8.5 sottintenda un passo indietro rispetto a Fifa 20, o peggio, una sorta di “stroncatura di lusso” siete tuttavia fuori strada: con la muta complicità di uno storico rivale incappato in una stagione davvero sottotono, FIFA 21 rappresenta in ogni caso il meglio che gli appassionati di genere possano trovare ad oggi sul mercato.

VOTO: 8.5

Nato e cresciuto sulle pagine di Game Republic dove ha diretto per generazioni la sezione Time Warp, Gianpaolo Iglio ama il retrogaming e lo considera una seconda vita. O una seconda amante. Ha scritto un libro sulle avventure Sierra e insegna Game Journalism e Storia del Videogame alla VIGAMUS Academy con Metalmark.