Il suono dei videogiochi e l’estasi dei ritmi travolgenti

Journey News L'importanza della musica nei videogiochi

Quanto conta la musica per un videogame? Fin dai tempi degli 8 bit (erano gli anni Ottanta…una vita fa), già le prime console ponevano una grande attenzione al sound dei propri giochi. Il Sid, un chip sonoro montato sul C64, garantiva per l’epoca un’attenzione molto elevata alla musica, e Rob Hubbard fu il pioniere delle coinvolgenti musiche da sottofondo come “Phantoms Of The Asteroid”. Vanno ricordati anche Tim Follin e Martin Galway entrambi dei maestri nell’usare i synth e gli arpeggi del Sid. Negli anni, questo genere di sintetizzatori come Sid, Atari POKEY e Yamaha YM2149 sono diventati oggetti di culto per gli amanti del vintage, e sono tanti gli artisti sul web che si cimentano a comporre chiptune.

Il suono dei videogioch

Il rapporto tra musica e videogame ha conosciuto diversi punti di svolta, vere e proprie rivoluzioni. I primi tempi romantici, con pochi bit e gracchianti suoni metallici, hanno ben presto lasciato il posto ad altre sonorità. Fondamentale l’arrivo delle prime schede audio, Roland e SoundBlaster su tutte, che resero possibile l’utilizzo della sintesi FM e dei campionamenti PCM. Era il periodo dei sequencer MIDI e delle mitiche avventure grafiche della LucasArts, che ebbe in Michael Land il principale compositore delle travolgenti musiche di sottofondo: una su tutte la colonna sonora di Monkey Island.

L’abbattimento dei costi dei dischi rigidi e delle RAM, nei primi anni Novanta, consentì invece l’arrivo delle prime vere colonne sonore, marchio di fabbrica dei giochi arcade/console. Titoli come Final Fantasy e The Legend of Zelda rappresentarono un punto di svolta, anche grazie al lavoro di veri e propri compositori che si erano specializzati nei videogame. I nomi più importanti arrivano tutti dall’Asia, all’epoca il Paradiso dei videogiochi: artisti come Yōko Shimomura (Street Fighter II), Manami Matsumae (Megaman) e Kōji Kondō (Super Mario Bros.) hanno cambiato radicalmente l’approccio della musica al gioco.

Dietro i videogame, quindi, c’è tutto un mondo, incentrato sulle sette note, capace di creare una vera e propria estasi che amplifica la capacità di un gioco di entrare dentro le viscere dei giocatori. A dirla tutta, ci sono dei giochi che sono passati alla storia per l’inconfondibile colonna sonora piuttosto che per altre qualità come grafica o giocabilità, un esempio è Knuckle Buster per Commodore 64.

Oggi molto cose sono cambiate, sia nel mondo dei videogame che della musica che viene associata, ma resta intatta la centralità dell’aspetto sonoro per creare la giusta atmosfera e amplificare le emozioni. I recenti titoli dedicati al multiplayer permettono di giocare con altri appassionati sul web, ma hanno quasi tutti perso una vera colonna sonora musicale preferendo gli effetti sonori specifici degli ambienti virtuali. Quindi si sentiranno spari ed esplosioni in Call of Duty e Fortnite, rumori di chips e carte giocando a blackjack o poker online gratis, pneumatici in sgommata e motori in accelerazione in F1 2020 e MotoGP 20.

Il suono dei videogiochi

Anno dopo anno sono arrivati grandi nomi della musica a scandire le serate (e le notti!) di milioni di giocatori. Un esempio su tutti? Il celeberrimo simulatore di calcio “targato” FIFA, arrivato oggi all’edizione 2021, che ha avuto nella propria colonna sonora nomi come Blur, Fatboy Slim, Moby, Gorillaz e Oasis.

Avvicinandosi ai giorni nostri, questa passione è diventata un vero e proprio lavoro con musicisti specializzati in colonne sonore ed effetti sonori. L’elenco sarebbe sterminato ma qualche nome bisogna farlo: a partire da quello di Jesper Kyd, che in trent’anni di carriera ha legato il suo nome a veri e propri successi come le serie Assassin’s Creed,  Hitman, Borderlands e State of Decay, arrivato al terzo capitolo.

Altri grandi artisti della musica “per gioco” sono Harry Gregson-Williams, compositore inglese famoso per le colonne sonore di film come Shrek e Spy Game, ma anche autore della musica di Metal Gear Solid; Jeremy Soule, che ha legato il proprio nome a capolavori come Guild Wars, Elder Scrolls e Total Annihilation; Darren Korb, il re dei beat campionati che risuonano ancora nella testa degli appassionati di Transistor e Bastion.

Infine, non si può non menzionare Austin Wintory che con le sonorità folk e da orchestra di Journey è stato nominato per un Premio Grammy! La storia che lega musica e videogame, insomma, è ricca di sorprese. Le prossime, siamo sicuri, sono già dietro la porta pronte a supportare, emozionare e soprattutto far divertire, i videogamer del futuro.