Un anno fa ci veniva presentato Scarlet Nexus, un nuovo action-rpg di Bandai Namco sviluppato sotto la guida degli autori di Tales of, di cui spicca il nome di Kenji Anabuki – accompagnato da Keita Iizuka – nel ruolo di Director, che i fan della storica serie JRPG avranno sicuramente riconosciuto nei due capitoli di Tales of Xilla. Nel corso della sua presentazione, la neonata Ip della casa nipponica ha esaltato un sistema di combattimento davvero promettente, che fa leva sull’utilizzo e combinazione dei poteri psionici per eliminare gli Estranei, creature provenienti dal cielo le cui origini erano avvolte nel mistero. Il titolo però ci introduce una nuova – e sotto – corrente artistica: il brainpunk.
Nonostante vi siano dei legami col più blasonato cyberpunk, il brainpunk a detta degli autori si distingue per lo sviluppo del cervello umano, il quale detta narrativamente, ludicamente ed artisticamente delle dinamiche sottilmente diverse rispetto alla direzione artistica adottata da CD Projekt RED con Cyberpunk 2077 ( Qui per la nostra recensione). Incuriositi sin dal suo annuncio, abbiamo approfondito più volte Scarlet Nexus sia nelle nostre anteprime che nel nostro provato, portandovi le nostre impressioni con le premesse fatte da questo bizzarro team che in passato ha sempre riservato delle sorprese. Dopo averlo concluso ed esplorato ogni suo meandro, noi di Gamesvillage siamo finalmente pronti per parlarvi dell’action-RPG di Bandai Namco in questa nuova recensione.
Scarlet Nexus: le stringhe rosse del destino
New Himuka, 2020. Nella nazione fondata da Yakumo Sumeragi come ultima traccia dell’umanità sul pianeta Terra, vige una società dominata dai poteri psionici, esseri dotati di abilità speciali il cui impiego richiede un grande sforzo all’attività celebrale del cervello umano. Di origini misteriose, l’uomo si serve di queste grandiose capacità per contrastare la minaccia degli Estranei, creature mostruose che discendono dal cielo affamati di cervelli umani, perfetti per essere definiti una calamità persino divina. Per questo nasce la FSE (Forze di soppressione Estranei), un organo militare che accoglie tra le proprie fila cadetti e soldati valorosi in qualità di guardiani scarlatti, e tra questi spiccano Yuito Sumeragi (figlio del presidente delle FSE) e Kasane Randall, figlia adottiva della prestigiosa famiglia che produce armamenti speciali e di sperimentazione. Entrambi i personaggi verranno accolti come reclute e collegati al sistema SAS, una rete neurale che unisce mentalmente i membri dei vari plotoni. Una procedura dolorosa che richiama lontanamente la sincronizzazione con le God Arc nella serie God Eater, ma al contrario di quest’ultima, potremmo definire questo “battesimo di fuoco” meno letale rispetto a quanto vissuto dagli sterminatori di Aragami.
Fatta dunque questa breve ma essenziale introduzione al mondo di Scarlet Nexus, partiamo subito col dire che la nuova Ip di Bandai Namco punta a narrare una storia vissuta da due punti di vista, una scelta che in via del tutto recente abbiamo potuto rivivere nel glorioso remake di Resident Evil 2. Infatti il giocatore sarà chiamato inizialmente a scegliere chi interpretare tra Yuito e Kasane, per poi recuperare in una seconda run l’altro personaggio (cosa possibile soprattutto in modalità Nuova Partita EX – leggasi NG + – ), importando soprattutto i progressi ottenuti nella prima avventura. Una scelta intraprendente quella di voler costruire una trama i cui puntini possono essere collegati solamente dopo aver giocato con entrambi i personaggi principali, necessario per comprendere a pieno tutti gli eventi che vi susseguiranno dall’inizio alla fine. Infatti, nonostante la storia continuerà ad essere la stessa, la strada che verrà intrapresa cambierà a seconda della scelta fatta in partenza, dando modo di vivere una run narrativamente diversa dall’altra. E’ importante focalizzarsi sul punto di vista, poiché è quest’ultimo a dettare il significato di determinati passaggi chiave della storia. Evitando di anticiparvi qualsiasi elemento fondamentale legato a quest’ultima, possiamo confermarvi che la realtà di alcuni momenti che possono apparire confusi ed incompleti, verranno chiariti e completati nella run avviata col secondo personaggio. Per tanto, se vi saranno momenti in cui vi susciteranno dei sospetti riguardo a possibili buchi di trama spaziali, possiamo assicurarvi che gli anelli mancanti si troveranno nella seconda partita. Nonostante non vi sia un ordine canonico su come vivere la storia di Scarlet Nexus, il nostro consiglio è quello di incominciare con Yuito Sumeragi: dal suo punto di vista, è possibile vivere gli eventi senza le poderose anticipazioni fatte dalla run con Kasane Randall, quest’ultima più godibile in un papabile new game plus, andando a completare il puzzle costruito in partenza col ragazzo.
Tuttavia, seppur la scelta adottata dal team di Anabuki risulti efficace grazie al modo con cui si incastrano gli eventi, il titolo viene penalizzato da una narrazione in stile visual novel, con i dialoghi che vengono illustrati attraverso una sequela di fermo immagine che stonano con gli argomenti trattati dalla storia. Questo approccio va a sostituire i filmati riprodotti col motore grafico, i quali si mostrano in casi sporadici ed esteticamente divertono pure, fornendo un maggiore apporto alle capacità tecniche del titolo. Questa scelta – discutibile o meno – appesantisce la prolissa storia del titolo, la quale si potrà concludere complessivamente intorno le trenta o quaranta ore di gioco. Uno degli aspetti più apprezzabili del titolo è lo spazio dedicato ai personaggi secondari: mentre la storia scorre inesorabilmente, ogni comprimario viene approfondito quanto basta per costruire un manipolo di sotto trame che arricchiscono la sceneggiatura, sebbene questa trae ispirazione dalla serie Tales of per le tematiche affrontate. I membri delle FSE saranno chiamati ad affrontare dei pericoli non soltanto riconducibili agli Estranei, poiché nel mondo di Scarlet Nexus troviamo persino dei conflitti interni atti a cambiare la società che vige al suo interno. Infatti la guerra tra Suoh e Seiran, con i loro relativi scheletri nell’armadio, riuscirà persino a farci dimenticare la minaccia delle creature venute dal cielo, riducendo quest’ultime come vittime di uno sfogo che il giocatore esibisce dopo dei dialoghi prolissi inanimati. La storia in parole povere sa essere strampalata e fornisce anche degli interessanti spunti di riflessione, come le differenze sociali che dividono la normale popolazione dai vacui.
Quest’ultimi in particolari, che rappresentano quella piccola fetta di popolazione sprovvista dalla nascita di alcuna facoltà psionica, a cui viene persino impossibilitato l’accesso ai principali mezzi di comunicazione ed informazione offerti dalla città. Questo aspetto ci ricorda il trattamento subito – seppur meno perfido – dagli esseri umani nati senza un Quirk in Boku no Hero Academia di Kōhei Horikoshi, dove i Vacui vengono però completamente esclusi dalla vita quotidiana della città. La storia di Scarlet Nexus dunque comprende diversi argomenti al suo interno, e se non si presta particolare attenzione, si rischia di perdersi qualcosa lungo la strada. Inoltre le numerose rivelazioni sempre pronte a cambiare le carte in tavola sono sì un motivo valido per proseguire e raggiungere l’effettiva conclusione, ma è pur vero che il titolo ha rischiato più volte di perdersi per strada, rendendo più ostica la comprensione di alcuni passaggi importanti. Dunque la trama del titolo è coraggiosa, a tratti pretenziosa ma infine è decisamente corale, che cerca soprattutto di chiarire alcuni eventi limpidamente. Tuttavia, la modalità di racconto scelta appesantisce la lettura dei dialoghi, e non sarà poi così facile resistere alla tentazione di voler saltare qualche dialogo superfluo. Al contrario, gli autori hanno architettato delle sotto trame interessanti, che meritano di essere approfondite non soltanto per fini ludici.
I guardiani scarlatti entrano in azione!
Non è di certo un segreto che uno degli aspetti più interessanti di Scarlet Nexus sia proprio il gameplay. Un sistema di combattimento puramente action, che vede i nostri Yuito e Kasane eseguire delle combo portentose attraverso le loro rispettive armi, i cui stili di combattimento cambiano drasticamente: infatti il buon Sumeragi punta ad un approccio più diretto, sfoderando la sua Katana a suon di fendenti servendosi della psicocinesi per gestirla da brevi distanze. Kasane invece, servendosi delle sue tre piccole lame, riesce ad eseguire un turbine d’attacchi pronti a lacerare le carni degli Estranei, lanciandosi in colpi fatali eseguiti con un’agilità e leggerezza a dir poco affascinanti. Entrambi i protagonisti vantano degli stessi pattern d’attacco, dai colpi semplici a quelli caricati, fino a combo aeree, senza considerare l’utilizzo dei poteri psionici di entrambi i protagonisti che possono scagliare oggetti di vario tipo contro i nemici. Infatti il sistema di combattimento punta moltissimo ad unire gli attacchi fisici con le abilità di ciascun guardiano scarlatto per colpire con efficacia il nemico, cercando soprattutto di sfruttare i suoi punti deboli. Utilizzando la barra PSI, che determina quanto potremo utilizzare la psicocinesi prima di poter essere ricaricata, il giocatore può dunque combinare le normali combo con il lancio degli oggetti, recando così danni maggiori.
I nemici d’altronde sono decisamente resistenti, oltre alla loro consueta barra degli HP sempre ben visibile con il lock attivo sul bersaglio, avranno anche una barra della postura che se spezzata, renderanno inermi gli Estranei e prede perfette per un annientamento neurale, ossia un attacco eseguito in un’accattivante sequenza che finisce in un sol colpo la mostruosa creatura. Sebbene di base il sistema di combattimento del titolo possa suscitare un discreto interesse, tale elemento trae forza da una meccanica su cui si focalizza principalmente l’esperienza di gioco: il sistema SAS. Si tratta di un collegamento neurale che viene effettuato tra i guardiani scarlatti delle FSE al momento del reclutamento, il cui funzionamento permette di comunicare attraverso la psiche e non solo. Le funzioni neurali giocando un ruolo fondamentale nella cosmologia ludica del titolo, e il SAS System è uno di quegli elementi che fa affidamento su questa tecnologia avanzata. Nell’atto pratico e pad alla mano, tale meccanica permette a Yuito e Kasane di prendere letteralmente in prestito i poteri dei propri compagni di plotone, riuscendo così a contrastare persino gli Estranei più pericolosi. Premendo due tasti contemporaneamente il giocatore può attivare uno dei poteri psionici tra i quattro a propria disposizione, e tale scelta varierà a seconda del momento della storia. Sfruttando la mappa neurale per lo sblocco di abilità e bonus passivi, si potrà ampliare l’utilizzo del SAS fino a poter attivare ben quattro poteri contemporaneamente, imbastendo dunque una combinazione devastante di attacchi, effetti e molto altro ancora. Ogni personaggio secondario vanterà di un proprio potere psionico, come la Duplicazione di Kyoka Eden o la pirocinesi di Hanabi Ichijo, permettendo al giocatore di vivere a piena potenza il sistema di combattimento di Scarlet Nexus.
Immaginate dunque di poter rallentare il tempo con l’Ipervelocità, e contemporaneamente, attivare anche il Teletrasporto per ritrovarsi subito alle spalle del nemico, ed utilizzare l’Elettrocinesi per paralizzare il nemico e difendervi dai suoi attacchi con la Sclerocinesi, che vi renderà duri come la roccia. Scarlet Nexus nel suo massimo splendore permette dunque di utilizzare fino a quattro poteri contemporaneamente, seppur per un tempo limitato che con una progressione generale (che esamineremo tra poco) potrà essere ampliato notevolmente. Inizialmente ciascun potere psionico non sarà niente in confronto alla propria “versione finale”, quella potenziata attraverso i legami stretti con i vari guardiani scarlatti nel rifugio. Infatti, se prendiamo in considerazione la Duplicazione, che di base duplica gli oggetti scagliati con la psicocinesi, nella sua versione migliorata permetterà di creare fino a due ologrammi extra del protagonista in utilizzo, triplicandone persino i danni. Ciò ovviamente vale anche per tutti gli altri personaggi e i loro poteri, che migliorano sensibilmente le funzionalità del sistema SAS. Questa meccanica estremamente utile ed efficace, trova un deciso sbilanciamento nel momento in cui sarà possibile utilizzare più poteri contemporaneamente, annientando senza alcun pudore ogni Estraneo che incrocerà i nostri occhi. Infatti nemmeno una difficoltà più elevata può bilanciare un sistema SAS fin troppo efficace, così come i doverosi potenziamenti e il progressivo aumento di livello renderanno ancor più semplici le cose. Tuttavia, il sistema di combattimento riserva diverse armi extra, il visiogramma combo che genera un ologramma del personaggio interessato per scagliare un poderoso attacco capace di spezzare la guardia di un estraneo. Inoltre troviamo anche il Brain Drive, una modalità in cui la concentrazione massima attiverà una sequenza di bonus atti a migliorare gli attacchi, i movimenti e la velocità della psicocinesi, la cui attivazione avverrà automaticamente nel momento in cui la barra sarà completamente piena. In questo stato temporaneo, la cui durata ed efficacia potrà amplificarsi tramite lo sblocco di ulteriori abilità, si ha un notevole miglioramento delle proprie capacità in battaglia, rendendo ancor più efficace l’utilizzo del sistema SAS. Infine troviamo il Campo Neurale, una meccanica decisamente particolare. Si tratta in parole povere di una zona speciale nata dal potenziamento dei propri poteri psionici, ed entrando in uno stato di berserk neurale, sarà possibile utilizzare al massimo delle potenzialità la psicocinesi scagliando dei potenti attacchi (che sollevano oggetti di dimensioni normalmente improponibili) e lanciando dei detriti pesanti. Ciononostante, SAS non sarà disponibile nel Campo Neurale, e in tutto ciò, tale abilità può risultare mortale per colui che genererà questa zona speciale. Infatti, il suo limite è legato da un timer (che potrà essere parzialmente ripristinato dagli alleati in casi sporadici), la cui scadenza decreterà semplicemente la nostra morte. Infatti, questa modalità di berserk rappresenta una sorta di ultima spiaggia per il guardiano scarlatto che ne farà uso, dato che lo sforzo neurale richiesto è talmente eccessivo da causare danni al cervello umano.
Il Combat system si avvale di diverse meccaniche, ognuna delle quali si rivela fondamentale negli scontri più efferati, ma la spettacolarità dei combattimenti viene dettata dalla frenesia con cui gli attacchi vengono eseguiti. Tra schivate perfette che rallentano il tempo e contrattacchi laceranti, la rapidità con cui i guardiani scarlatti combattono riesce ad esaltare quanto basta per apprezzare – enormemente – il lavoro eseguito dal team di sviluppo, che hanno confezionato un sistema di combattimento che definiremmo persino eccelso, dato che rappresenta la punta di diamante della nuova Ip di Bandai Namco. Inoltre il giocatore potrà utilizzare degli oggetti in battaglia, dal recupero degli HP singoli o di tutta la squadra al ripristino del SAS. L’unico difetto imputabile, oltre allo sbilanciamento dei poteri psionici, è quello di un lock sui bersagli non sempre perfetto, rendendo gli attacchi talvolta imprecisi e non sempre diretti verso il nemico. Nonostante questo piccolo neo, possiamo affermare con assoluta certezza di ritrovarci dinanzi un combat system forgiato sì dall’esperienza avuta con la serie di Tales of, ma che la sua forte natura action ci ha ricordato in particolar modo alcuni dei più amati lavori di Platinum Games. Insomma, difficilmente potrete annoiarvi col gameplay di Scarlet Nexus.
Scarlet Nexus: i fili che ci legano ai nostri compagni
Chi ha giocato Persona 5 ricorderà sicuramente il sistema dei confidenti, un apparato in cui si potevano guadagnare diversi benefici utili in qualsiasi situazione approfondendo i rapporti con i vari membri dei Ladri Fantasma. In Scarlet Nexus troviamo i legami, che come nell’esempio citato poc’anzi, ci permettono di accedere a diversi benefici migliorando i rapporti con gli altri guardiani scarlatti. Nel rifugio, una sorta di hub sociale in cui poter interagire con tutti i personaggi che ci accompagneranno in questa nuova avventura, avremo modo di poter migliorare i legami che ci legano con i nostri compagni. E lo fa attraverso i regali che riprendono la stessa meccanica del gift system già visto in Code Vein, e ne migliora sensibilmente l’efficacia. Massimizzando dunque i rapporti con ciascun compagno, non solo si avrà accesso a nuove abilità e potenziamenti che li riguardano, ma ci permettono anche di approfondire diversi aspetti narrativi altrimenti mai trattati, ed è qui che prendono vita le sotto trame di Scarlet Nexus. Che sia nei panni di Yuito o di Kasane, i personaggi che ci circondano interagiranno in maniera diversa con noi, permettendoci di scoprire dunque delle informazioni che li riguardano da più vicino. I compagni di plotone dunque saranno inclini a svelare le proprie preoccupazioni, le curiosità e il proprio carattere: un esempio lampante è Kagero Donne, che negli eventi legami risalta una caratterizzazione da donnaiolo ma anche infantile, una specie di uomo di mezz’età ritratto tipicamente nelle serie animate giapponesi. Tuttavia, per migliorare i rapporti occorre donare dei regali ai propri compagni, il cui indice di gradimento viene espresso da un cuore. Più alto è tale indice e più sarà semplice accedere a nuovi eventi legame e soprattutto, approfondire il rapporto d’amicizia con i guardiani scarlatti. Questo sistema detta una parte della progressione di Scarlet Nexus, la quale però interviene in maniera più diretta sul sistema SAS e sulla sua efficacia in battaglia. Ma la progressione viene dettata principalmente dall’aumento di livello e dal conseguente sblocco di abilità attraverso la mappa neurale. Un albero abilità diviso in più rami che interessano principalmente il sistema di combattimento, dove non soltanto ne viene migliorata l’efficacia, ma ne vengono ampliate anche le combo e funzionalità. Insomma, se inizialmente il combat system risulterà alquanto impacciato, con lo sblocco di nuove abilità quest’ultimo si evolverà esponenzialmente fino a raggiungere il suo massimo splendore.
Anche l’equipaggiamento di ciascun personaggio richiederà una piccola attenzione. Infatti, ogni guardiano scarlatto potrà essere equipaggiato con un massimo di tre plug-in, degli oggetti che migliorano i parametri, mentre sarà possibile acquisire delle versioni migliorate delle loro armi, aumentandone il potenziale d’attacco in battaglia. Inoltre vi è anche un discreto sistema di personalizzazione, il quale permetterà di modificare parte dell’estetica servendoci degli accessori acquistati o craftati nel negozio. Il titolo inoltre permette di riaffrontare la storia (con lo stesso personaggio o con l’altro) in modalità nuova partita EX, importando tutti i progressi ottenuti nella run successiva, rendendo dunque più semplice e sbrigativa la second partita. Inoltre si aggiungono all’offerta contenutistica le missioni secondarie, che potremo attivare interagendo con gli NPC dislocati in alcuni hub sociali. Queste missioni sono da considerarsi come delle vere e proprie sfide, le quali richiedono delle azioni specifiche da compiere contro dei determinati nemici, come eliminare alcuni Estranei mentre è attivo un determinato potere psionico.
La tecnica del Brainpunk
Scarlet Nexus è un titolo di natura cross-gen sviluppato in Unreal Engine 4, il quale riesce ad ottenere delle prestazioni a dir poco appaganti e in linea con le promesse fatte da Bandai Namco lo scorso anno, che annunciava che il titolo sarebbe potuto girare sulle principali macchine di nuova generazione in 4K e 60fps, una prestazione che il titolo riesce a raggiungere senza particolari problematiche su PlayStation 5. Certamente, sebbene i fondali e i livelli stessi non sono curati allo stesso modo con cui sono stati realizzati i personaggi, che vantano dei modelli in cel-shaded con una palette di colori molto vivida e per giunta, vicinissima alle grandi opere dell’animazione giapponese, il risultato estetico generale raggiunto dal “Brainpunk” è stato alquanto soddisfacente. Ovviamente, la neonata corrente artistica non si rifà solamente ad una visione estetica, dato che verte tutto sugli aspetti neurali dell’essere umano in quanto tematiche e gameplay, ma è possibile scorgere qualcosa soprattutto sul design degli estranei, che unisce i loro animaleschi aspetti con decorazioni floreali e naturali ed elementi artificiali creati dall’uomo. Sul fronte artistico dunque vi è stata una cura da non sottovalutare, penalizzata però da un level design che riteniamo sia alquanto datato. Infatti nei vari dungeon che affronteremo si potranno fare semplicemente tre cose: raccogliere risorse, eliminare Estranei ed affrontare il boss. L’unica interazione ambientale è data dall’utilizzo della psicocinesi, che come abbiamo già sottolineato, è in grado di muovere e scagliare oggetti di vario tipo e dimensioni. Inoltre la loro struttura è estremamente lineare, e in tutto ciò, troviamo anche una leggera nota di metroidvania legata ad alcune stanze momentaneamente inaccessibili. Come se non bastasse, abbiamo trovato una copiosa somiglianza tra alcuni livelli, risultando poco ispirati nonostante la cura artistica impiegata in ben altri aspetti.
Sebbene il titolo proponga delle ottime prestazioni sulle console next-gen, le texture che formano ambientazioni ed Estranei non risultano molto curate ai nostri occhi, nonostante la visione d’insieme del titolo appare piuttosto gradevole. Inoltre bisogna spezzare una lancia in favore del comparto dell’illuminazione, che pone sulle superfici degli ottimi riflessi sulle pavimentazioni e modelli lucidi. Il titolo però ha un problema di motion blur, che durante lo spostamento della telecamera tende a sfasare leggermente il modello del personaggio, risultando infine piuttosto sgradevole allo sguardo. Infine il comparto sonoro è ciò che ci aspettavamo, tra una colonna sonora calzante nei combattimenti ed effetti sonori capaci di risaltare i collegamenti neurali del SAS e non solo, il titolo si riserva di un buon cast di doppiatori giapponesi, capaci soprattutto di trasmettere la caratterizzazione di ogni singolo personaggio. La localizzazione italiana del titolo invece presenta delle piccole sbavature nelle interpretazioni e nella traduzione di alcune terminologie, seppur nel complesso possiamo definirla buona ma non perfetta.
Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X|S, PC
Sviluppatore: Bandai Namco
Publisher: Bandai Namco
Scarlet Nexus è un titolo dalla forte anima action, caratterizzato soprattutto dal brainpunk che ne influenza storia, gameplay e direzione artistica. Tra un sistema di combattimento fenomenale, che rappresenta la ciliegina sulla torta ed una storia intraprendente, ma penalizzata da una narrazione non proprio accattivante, il duo composto da Yuito Sumeragi e Kasane Randall ha soddisfatto le nostre aspettative, seppur non mancano eventuali difetti come la struttura del mondo di gioco, che risulta fin troppo monotona e spoglia. Tuttavia, non riusciamo a scrollarci di dosso il sistema SAS e l’utilizzo dei poteri psionici, colonne portanti dell’esperienza pensata da Kenji Anabuki. La nuova Ip di Bandai Namco ha carattere da vendere, e resta soltanto a voi la decisione di lasciarvi trasportare da questa inedita follia psionica.