Se 20, 30 anni fa qualcuno vi avesse detto che un assassino otaku, depravato, cinico e tendenzialmente sessista sarebbe divenuto una tra le icone più riconoscibili di Nintendo, probabilmente gli avreste riso in faccia e la questione si sarebbe chiusa a tarallucci e vino. E invece, Travis Touchdown è reale. E con lui, No More Heroes è riuscito a diventare un modello ribelle, sovversivo e insofferente a tutte quelle logiche che, negli anni, hanno guidato lo sviluppo dei videogiochi. Merito di Suda51, un autore che non ha mai avuto paura di rischiare e che, soprattutto con il più recente Travis Strikes Again: No More Heroes, ha dimostrato che anche una serie blasonata come No More Heroes può e deve concedersi degli escamotage produttivi fuori di testa. Ed è in questo contesto che arriva No More Heroes 3, segnando il ritorno di Travis su Nintendo Switch a distanza di 11 anni dal secondo capitolo della serie, Desperate Struggle, uscito invece su Nintendo Wii. La posta in gioco non è mai stata così alta e Travis, giunto alla soglia dei 40 anni, decide di tornare nelle sue vesti da killer per affrontare una folle invasione intergalattica.
No More Heroes 3: L’Impero colpisce ancora?
Se c’è una cosa che non si può negare a Suda51 e a Grasshopper Manufacture, è una ricercatezza artistica fuori dal comune. Questa costante analisi di riferimenti stilistici e narrativi passa da E.T. l’extra-terrestre a Star Wars, da Avengers: Endgame a tutto il filone dei mecha a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, e oltre. L’unicità di No More Heroes, in tal senso, è che non si ferma (quasi) mai al banale citazionismo ma tende a fare proprie tutte le caratteristiche fondanti di romanzi e film. Lo vediamo subito nella premessa narrativa di No More Heroes 3, in cui un ragazzo (Damon) finisce per fare amicizia con un alieno (FU) che è alla disperata ricerca di un modo per tornare sul proprio pianeta natale. FU riesce infine nella sua impresa e decide di fare una promessa a Damon: tra 20 anni sarebbe tornato sulla Terra. Probabilmente per salutare il suo vecchio amico, penserete voi. E invece no, le intenzioni di FU, al giorno d’oggi un Principe volgare e arrogante, si rivelano ben diverse. Il suo obiettivo, ora che ha reclutato altri 9 alieni dalla misteriosa prigione di Blackhole, è quello di conquistare la Terra, ovviamente insieme a Damon. Comincia quindi l’invasione anche su Santa Destroy, ed è qui che entriamo in gioco noi, insieme a Shinobu Jacobs, Badman, Bad Girl e tutti gli altri compagni che abbiamo conosciuto con Travis. Torna ovviamente anche la United Assassins Association, che ci metterà in ordine tutti gli alieni da affettare prima di fronteggiare il Principe FU e raggiungere il primo posto nell’ambita Classifica dei supereroi galattici.
No More Heroes 3: Third time’s a charm
Tagliamo la testa al toro: No More Heroes 3 non soffre di cali del frame rate né durante le battaglie con la nostra fidata Beam Katana, né mentre gironzoleremo a Santa Destroy e nelle nuove città confinanti. Piuttosto, è vero il contrario. No More Heroes non è mai stato così fluido e frenetico, vivo nei movimenti e nelle nostre truculenti azioni. Lo capiremo con il primo colpo che scaglieremo dalla nostra Beam Katana, che irradierà una luce talmente forte da riempire lo schermo, colorando tutte le nostre azioni con un bagliore a dir poco psichedelico. Questi effetti vengono anche accentuati dalle movenze di Travis, che ora è ancor più veloce rispetto a No More Heroes 3, ma anche dagli stessi alieni, che sfoggiano un design vivace e ricercato.
Dimenticatevi tutto quello che sapevate su No More Heroes. Le premesse restano le stesse, la UAA è sempre pronta a farci scalare l’ennesima classifica dei più potenti sicari al mondo, ma in No More Heroes 3, a cambiare è tutto il resto. Travis affetta una serie infinita di alieni diversi, tutti variopinti, all’urlo di “Henshin!”, richiamando un’armatura corazzata per volare nello spazio e combattere contro delle gigantesche navi aliene. Questi combattimenti, che ricordano sia il genere dei super sentai che i mecha a 360 gradi, imitando un sistema di gioco alla Zone of the Enders, sono solo la ciliegina su una torta che finisce per stupire in continuazione.
Partendo proprio dai combattimenti di No More Heroes 3, che riprendono le meccaniche dei capitoli originali usciti su Nintendo Wii, Travis potrà non solo far fluttuare la sua Beam Katana ma avrà anche la possibilità di utilizzare il temibile Death Glove. Ripreso da Travis Strikes Again, questo guanto altro non farà che darci l’accesso ad alcune abilità speciali: da una pioggia di proiettili esplosivi (Death Rain) a un’area che rallenta i nemici (Death Slow), fino ad arrivare a un calcio letale (Death Kick) in grado di far teletrasportare Travis davanti a qualsiasi nemico, mandandolo a gambe all’aria con un dropkick! Le possibilità in tal senso sono veramente infinite e migliorano un sistema di gioco che da sempre si è trovato a sbattere la testa con un’eccessiva ripetitività. In questo modo, non solo potremo attaccare direttamente gli alieni o prenderli alle spalle con una veloce mossa da wrestling, ma potremo personalizzare ogni strategia d’attacco con una delle abilità del Death Glove.
Tornano ovviamente tutti gli immancabili modi per far potenziare Travis, che stavolta non dovrà andare in palestra, ma potrà direttamente spendere i World End Super Nova (anche noti come WESN) in una macchina per potenziare liberamente la Salute, l’Attacco, la Batteria oppure i tempi di recupero per le abilità del Death Glove. In alternativa, i WESN potranno essere utilizzati per sbloccare delle mosse esclusive da utilizzare in battaglia! Ma la novità più importante è indubbiamente arrivata con i Chip Death Glove, una serie di strumenti che potenziano gli attacchi, le abilità e le mosse di Travis, spesso a discapito di altre statistiche. Un elemento strategico che può sembrare inutile, ma che si rivela invece essenziale per affrontare l’avventura ai livelli di difficoltà più elevati.
Piattaforme: Nintendo Switch
Sviluppatore: Grasshopper Manufacture
Publisher: Grasshopper Manufacture
No More Heroes 3 trasuda amore per il videogioco da ogni pixel. Suda51 e Grasshopper Manufacture non hanno soltanto dato vita a un miracolo tecnico su Nintendo Switch, ma sono riusciti nell’ardua impresa di unire il meglio della serie: dal primo capitolo, i capisaldi; dal secondo capitolo, la follia, volutamente puerile ma accattivante; da Travis Strikes Again: No More Heroes, lo stile artistico e alcune novità che migliorano il sistema di gioco. A distanza di 11 anni da No More Heroes 2: Desperate Struggle, Travis Touchdown è finalmente tornato con un’avventura degna di essere vissuta. It’s game time!