Martha is Dead Recensione: terrore tricolore d’autore

Martha is Dead

Martha is Dead giunge finalmente nelle nostre mani tremolanti e sporche di sangue, dopo averci deliziato e terrorizzato con piccoli ma segnanti sprazzi malsani del suo universo oscuro e disturbante. Un thriller digitale caratterizzato da forti tinte horror a tema psicologico che riesce a catapultarci nella sua lucida follia narrativa fatta di ombre, luci, indizi, pallide eco di una verità nascosta, forse troppo dura da accettare del tutto. Un corpo esamine, assassinato e poi privato del volto, il simbolo stesso dell’umanità perduta. Un viaggio nel terrore interiore, che ha per sfondo un altro tipo di terrore, non meno forte, fatto di urla sommesse, di pianti, di rumore di passi di corsa, in fuga dalla guerra, nella lontana ma mai dimenticata Italia del 1944, dove una casa, simbolo della sicurezza e dell’amore familiare, si trasforma in un trampolino per l’inferno più nero. Se volete entrare in un mondo di terrore da cui non c’è fuga alcuna, accomodatevi, la nuova opera del team tricolore LKA vi aspetta a braccia aperte, per scavare nelle vostre paure più profonde e inconfessabili.

Martha is Dead

Martha is Dead: una goccia di sangue cade lenta verso il terreno

Lo sviluppatore italiano LKA, fondato da Luca Dalcò, vuole ancora una volta farci saltare dalla sedia, dopo l’ottima prova vista qualche tempo fa con il precedente titolo The Town of Light, risalente al 2016, ed ambientato nel terrorizzante ex manicomio di Volterra, opera toccante e disturbante che è rimasta nel cuore di chi abbia avuto il coraggio di affrontarla. Abbiamo approfondito le tematiche del terrore con l’autore in questa pagina. C’era quindi una grande attesa da parte dei fan del genere per questa nuova entusiasmante opera, e se magari avete finito da poco Lust From Beyond, altro disturbante titolo del terrore di cui abbiamo parlato qui, non potete esimervi dall’entrare in questo nuovo incubo digitale che, lo anticipiamo subito, saprà coinvolgervi in maniera viscerale, grazie alla sua notevole atmosfera oscura. L’orrore più grande è sempre la guerra, lo sappiamo. E se i tempi moderni, funestati prima da una Pandemia mondiale ed ora da nubi di piombo che stanno terrorizzando l’Oriente, ci fanno tornare con la memoria al secondo conflitto bellico che ha coinvolto tutto il globo, fa una strana impressione scoprire che il titolo di LKA sia ambientato proprio durante la sanguinosa Seconda Guerra Mondiale, in questi giorni citata dai media di tutto il mondo moderno. L’anno è infatti 1944, in una Italia funestata dallo scoppio delle bombe e dai fischi dei proiettili in ogni dove. Ma accanto all’orrore macroscopico, fatto di corpi maciullati e macerie ovunque, spicca un terrore più subdolo, psicologico, ma non per questo meno disturbante. Ci sono però anche momenti più splatter nell’opera. Senza fare spoiler, ricordiamo una scena ormai ben nota, vista spesso nei trailer ufficiali, che vede un volto tagliato via da una testa con abbondanza di terrore e sangue, per fare un esempio. Il comparto audiovisivo è realizzato con perizia e grande cura dei particolari, soprattutto negli interni delle location, dove ogni cosa, anche la più piccola, riporta al decennio di riferimento, l’arredamento in particolare, denota uno studio molto approfondito dello stile dell’epoca, che risulta molto fedele, come del resto era lecito aspettarsi. Se ricordate la precisione nella ricostruzione dell’ex ospedale psichiatrico di Volterra nel precedente dello sviluppatore, The Town of Light, potete avere una idea dell’enorme lavoro di ricerca e ricostruzione svolto dal team LKA.

Il motore grafico Unreal Engine è stato davvero ben sfruttato, solo alcune animazioni poligonali soffrono a volte di qualche piccolo difettuccio grafico, con anche sporadici cali di frame rate, ma nulla che possa inficiare l’esperienza di gioco, sia chiaro. Parimenti alla grafica, allo stesso modo, anche la colonna sonora risulta davvero curata, con brani azzeccati sia originali, perfettamente aderenti al tema, inclusi rumori sconnessi, in stile Profondo Rosso di Dario Argento, che accompagnano alcuni piani sequenza lenti ed artistici, veramente evocativi. Non mancano tra le melodie inedite anche alcuni pezzi classici, come l’Ave Maria di Schubert, o altri spesso provenienti proprio dall’epoca della seconda guerra mondiale, con pezzi tipici come la ballata Bella Ciao, canto popolare italiano di autore anonimo, attributo storicamente alla Resistenza, oppure cori di bambini tormentati, che rendono l’atmosfera ancora più disturbante. Non da meno sono alcuni effetti sonori, come il canto notturno dei corvi, o il muoversi sinuoso e sinistro delle acque agitate nella notte, o i nostri stessi passi mentre corriamo in soggettiva nei boschi, con inquadrature che ricordano quelle di Evil Dead di Sam Raimi. Forse una citazione voluta per un capolavoro della cinematografia dell’orrore internazionale. La narrazione in prima persona è sicuramente una scelta ottimale per aumentare il coinvolgimento. Tutto va bene, Martha non è morta davvero, dice la sorella, quasi a voler convincere se stessa. Il doppiaggio, tutto in italiano ben recitato, aiuta a calarsi al meglio nella trama, a partire dalle iniziali scenette in stile teatrale, in cui delle marionette, dietro una evocativa tenda rossa, con tanto di candele sul palco, che rendono l’atmosfera qualcosa di speciale. Un titolo veramente unico, intrigante, che resta dentro. I momenti di luce, come quelli di tenebra, del resto, coinvolgono parecchio, per un viaggio onirico ma allo stesso tempo pregno di realismo e ricco di emozioni contrastanti. I dodici capitoli totali di cui consta l’avventura scorrono via veloci, a volte troppo lineari, certo, ma coinvolgenti, ed è difficile decidere se godersi tutto di seguito, come una sorta di libro troppo bello da chiudere prima di addormentarsi, o fare la scelta drastica, e viverlo in una nottata insonne, accanto ad una tazza fumante di caffè lungo, che ricorderemo per sempre. Qui in redazione, sia chiaro, abbiamo optato per la seconda ipotesi. Vivendo il dramma psicologico tutto d’un fiato, velocemente e senza pause di riposo, per come merita.

Martha is Dead

Martha is Dead presenta un nutrito set oggettistica di scena in pieno stile anni quaranta, comprese vecchie e gracchianti radio, il medium principale dell’epoca, del resto. A quei tempi ascoltare la radio era fonte di intrattenimento, informazione e tanto altro. A volte anche di enormi equivoci, come quando la trasmissione di Orson Welles, un paio di anni prima dell’inizio del decennio, nel 1938, intitolata La Guerra Dei Mondi, ha fatto credere a tutti gli ascoltatori di essere davvero nel bel mezzo di una invasione di marziani malvagi! Tra i tanti accessori puramente scenografici ne spicca però uno che ha una funzione ben precisa, ovvero una macchina fotografica analogica che servirà per raccogliere indizi e informazioni. Il suo utilizzo non è affatto semplificato, ed anzi richiede una certa dimestichezza nell’uso di reali macchine, perlomeno per distinguere tra i vari tipi di messa a fuoco, il diaframma e via dicendo, se per voi termini come ASA, ISO e DIN suonano del tutto incomprensibili, vi conviene fare un bel ripasso del corso di fotografia analogica di base. In realtà gli sviluppatori paiono tenere molto a questa feature, ed hanno previsto anche gli accessori di rito tradizionali del kit tipico di un fotografo, tra flash aggiuntivi, diversi tipi di pellicola extra, filtri di colore, che saranno utilissimi per scattare foto in penombra, al buio, e persino ad infrarosso, ci sarà davvero da divertirsi. E se ve lo state chiedendo, si, abbiamo pure un bel cavalletto opzionale. Scattare fotografie nelle maniere migliori, consigliate dal gioco stesso, ci permette di raccogliere indizi molto utili, previo sviluppo su pellicola delle stesse, ovviamente. Questo sarà un compito che possiamo svolgere personalmente, poiché nella nostra villa familiare si trova anche una apposita camera oscura dove poter sviluppare le pellicole impresse. Questa meccanica di gioco è davvero appassionante ed originale, ed è davvero uno dei punti di forza del titolo, che spinge all’esplorazione ed è ottimamente implementata. Riempire di scatti il nostro rullino e veder nascere da zero le foto, tirandole fuori dalle vaschette con il liquido di sviluppo, è davvero emozionante, e soprattutto utile ai fini degli indizi, per dipanare la complessa trama. La villa, esplorabile in modo progressivo man mano che si sbloccano importanti pezzi della trama, diventa essa stessa un personaggio dell’opera, con i suoi angoli nascosti e i bizzarri ed utili oggetti che contiene.

Martha is Dead

La Dama Bianca, storia spettrale della maledizione del lago

Martha is Dead si svolge principalmente tramite spostamenti a piedi nei boschi e nelle location successive, divise tra set interni ed esterni, o anche con l’utilizzo di mezzi lenti e, a loro modo, romantici, come la bicicletta o la barca. Tutto il gioco va infatti affrontato con lentezza, per essere goduto al meglio, come una boccata di pipa seduti davanti ad un camino invernale, piuttosto che di corsa, con un sigaro veloce sul terrazzo in riva al lago. Quest’ultima immagine non è casuale, perché uno dei maggiori protagonisti della trama è proprio un misterioso lago, a San Casciano, nel cuore della Toscana, accanto al quale si narra di terrificanti maledizioni e presenze soprannaturali. In particolare il folclore locale narra di una figura spettrale nota come La Dama Bianca, che, in vita, era una semplice ed ingenua ragazza di campagna, avvenente e che attirava troppi sguardi indiscreti, al punto da far uscire pazzo di gelosia il suo uomo che decide, in un momento di rabbia e follia, di ucciderla annegandola con forza nelle acque profonde del lago, perché nessuno potesse mai più posare i suoi occhi avidi sulle forme giovanili e floride della fanciulla. Da quel momento drammatico e violento, come insegnano maledizioni celebri come quella di Ju-On del Maestro giapponese Takashi Shimizu, la storia è destinata a ripetersi. Ogni giovane donna che oserà avvicinarsi allo specchio d’acqua, ormai maledetto. L’adolescente Martha muore infatti proprio mentre si trova sulle rive del lago, e viene ritrovata da Giulia, la sorella gemella, mentre sta scattando delle foto. Un tassello della trama, che in seguito tornerà utile, è uno scambio di persona tra le due da parte dei genitori, un soldato tedesco e la sua compagna, perché Giulia ha indossato la collanina di Martha, fingendosi sorda come la sorella defunta, che peraltro era la preferita della madre, come ci racconta Giulia stessa. Ora l’indagine può partire, tra location irreali, fotografie che servono da indizi, momenti splatter, scene a volte disturbanti ed una buona dose di sangue freddo. Agli orrori della guerra, in un territorio poco al di sotto della celebre Gotenstellung, la Linea Gotica costruita come avamposto bellico dai tedeschi nel nostro paese, si unisce quindi il forte trauma della morte della gemella da parte di Giulia, costretta, suo malgrado, a dover investigare. Temi quindi sempre molto forti, per gli oramai iconici autori dello splendido Town of Light. Un orrore romantico, decadente, la cui componente psicologica è sviluppata con maestria, e la trama, veramente coinvolgente e ben scritta, svolge decisamente il ruolo di piatto forte. Nonostante il comparto audiovisivo, come abbiamo già detto, non sfiguri affatto, elevando la produzione ad un buon livello e rendendo molto gradevole perdersi nella narrazione, tra immagini e suoni altamente evocativi.

Martha is Dead è una esperienza molto cinematografica, prevale l’esplorazione, molto lineare, condita da una blanda interazione con gli oggetti, con cui si può interagire nello stile di una classica Avventura Grafica, ed alternata da rocambolesche fasi di fuga in cui il personaggio, però, non può essere comandato direttamente dal giocatore, che deve semplicemente selezionare le direzioni esatte da percorrere, mentre Giulia è in pred al terrore puro. Questi momenti danno il giusto pathos, sono terrorizzanti, lo ammettiamo, ma forse spezzano troppo l’atmosfera, culminando infine in momenti basati sui famigerati Quick Time Event, che possono risultare veramente fastidiosi in una simile cornice, altrimenti basata sulla paura psicologica e disturbante. Il gameplay è immediato, facile da assimilare dopo pochissimo tempo, e la prima persona aiuta molto nell’esplorazione, spesso intuitiva, e nell’interazione con oggetti e personaggi. Alla resa dei conti, però, è sempre la surreale trama a spingerci a voler continuare e conoscerne ogni più piccolo anfratto, andando a scavare sempre più a fondo, non solo nell’efferato e misterioso delitto, ma anche, nel contempo, nella mente della povera e Giulia, traumatizzata non solo dalla guerra ma anche dalla incolmabile perdita personale. I gemelli, lo sappiamo, hanno oltretutto una connessione fisica e mentale non indifferente tra loro. Non manca, oltre alla appassionante quest principale, una buona dose di quest secondarie, alcune non affatto accessorie, che aumenteranno la voglia di esplorare tutto e capire fino in fondo la trama. Protagoniste assolute sono però le emozioni che il titolo riesce a darci, un’opera dirompente, coinvolgente, che merita davvero di essere vissuta nel migliore dei modi, nonostante alcuni piccoli difetti tecnici, assolutamente irrilevanti per il valore culturale e narrativo dell’opera. Trovate la pagina ufficiale dedicata al gioco sul sito del publisher Wired Productions, al seguente LINK. L’opera è disponibile a partire dal 24 febbraio per PC Windows, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S (versione da noi provata), e non è prevista, per ora, alcuna conversione per Nintendo Switch. Se amate i titoli del terrore di qualità, non perdete questa interessante opera tutta italiana, e preparatevi a tremare di paura.

Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC

Sviluppatore: LKA

Publisher: Wired Productions

Martha is Dead arriva finalmente sul mercato dopo l’ottima prova precedente dello sviluppatore italiano LKA, ovvero il pregevole The Town of Light, ambientato nel misterioso manicomio di Volterra, in Italia. La nuova opera si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale e mette in scena il migliore folclore italiano, con l’omicidio efferato di una ragazza in riva ad un lago che contiene una maledizione e con la sorella gemella della vittima costretta ad indagare sui fatti accaduti alla sua congiunta. Tra ambientazioni storiche ben ricostruite, una colonna sonora davvero ben orchestrata e disturbante, oltre che un gameplay molto coinvolgente, con narrazione ed interazione in prima persona, il titolo saprà tenervi letteralmente attaccati allo schermo durante i suoi dodici capitoli totali. Armati di una macchina fotografica analogica d’epoca, dovremo raccogliere gli indizi, durante una discesa all’inferno sempre più inquietante. Martha is Dead è una delle migliori sorprese di questa stagione, che non dovreste assolutamente farvi sfuggire se amate l’horror di qualità.

VOTO: 8

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.