Tunic Recensione: avventura isometrica con stile

Tunic

Tunic è una piccola perla splendente all’interno di un’ostrica in un mare enorme ricolmo di squali, qualcosa che si fa notare per la sua bellezza, tenerezza e stile, proponendo qualcosa di completamente diverso rispetto ai giganti a tripla A del settore, che troppo spesso tolgono la invece meritata visibilità a produzioni come queste. Un titolo concepito, programmato e prodotto da un singolo autore, si, proprio come succedeva nei primi anni ottanta, quando un solo artista bastava a creare un mondo, e cosa ormai rarissima. Una emozionante avventura isometrica vecchio stile che riesce a trasmettere al giocatore tutta la sua magia, grazie a cromatismi sgargianti, un buon gameplay di base ed una protagonista davvero carismatica.

Uno sviluppo lungo e travagliato per Secret Legend

Tunic è un “one man game” che ci riporta d’incanto ad un periodo dimenticato, le produzioni anni ottanta e novanta, quando una sola persona era in grado di fare un titolo da sola, l’opposto esatto di oggi, con i titoli di maggior spessore che spesso hanno migliaia di nomi nei loro crediti finali, con diversi studi che spesso si occupano, in sinergia tra loro, di creare ogni singolo aspetto del titolo. Andrew Shouldice, questo il nome del talentuoso autore canadese responsabile del gioco, dopo aver militato per diversi anni nell’orbita dello studio di sviluppo Silverback Productions, situato in Canada, ha deciso di provare a fare da solo, e nel 2016 ha iniziato a tempo pieno la realizzazione di un titolo tutto suo, inizialmente chiamato Secret Legend e destinato al mercato indipendente. La spinta verso una simile decisione viene maturata durante la partecipazione ad una delle tante Develop Jam Session, vere e proprie maratone di programmazione a cui l’autore prende spesso parte. Fin dalle prime fasi di sviluppo l’autore dichiara immediatamente l’ispirazione per il titolo, ovvero il suo grande amore, la serie di The Legend of Zelda ideata da Shigeru Miyamoto nel 1986 per Nintendo Entertainment System, oggi considerata uno dei pilastri fondamentali dell’industria. La serie, del resto, è decisamente entrata nell’immaginario collettivo ed è stata spesso omaggiata in tutti i modi. Il compianto attore Robin Williams ha chiamato sua figlia Zelda Williams proprio in onore della serie. Il fratello di Zelda, peraltro, si chiama Cody Williams, nome messo come omaggio di un personaggio della serie Final Fight, di cui l’attore era appassionato. Lavorando tutto da solo Andrew Shouldice impiega diversi anni nello sviluppo del titolo, ovviamente, ma lo sviluppatore canadese non si perde d’animo e desidera ardentemente realizzare il suo titolo personale. Il gioco in occasione della presentazione ufficiale all’ Electronic Entertainment Expo (E3), la celebre fiera videoludica di Los Angeles, edizione 2017  ha trovato un nuovo nome, Tunic, ma soprattutto un publisher, ovvero il piccolo ma grintoso gruppo statunitense del Michigan, Finji, il cui sito ufficiale trovate in questa pagina. Microsoft assiste con molto interesse alla presentazione, e all’edizione del 2018 della stessa fiera annuncia di essersi aggiudicata l’esclusiva console. In particolare il titolo è uno dei pezzi forti dell’evento ID@XBOX, come potete leggere in questo LINK. L’uscita sul mercato è prevista quindi per il 2019, ma bisogna invece attendere ben altri quattro anni per il suo arrivo effettivo, sia su Xbox One e Xbox X/S che su Apple Mac e Personal Computer Windows, in digitale tramite gli store più importanti, ovvero Steam, GOG, ITCH, Epic Games ed Humble. Abbiamo aspettato sei anni in totale per giocarci, col timore che non uscisse mai, e l’effetto Duke Nukem Forever in agguato, ma alla fine eccolo qui. Nel marzo 2022, finalmente, possiamo mettere le mani sul titolo, che, diciamolo subito, non ha affatto deluso le aspettative, dopo aver creato un’ hype fortissima in questa lunga attesa.

Tunic: una volpe, una spada e via…

Tunic inizia con un breve introduzione che mira a farci conoscere il protagonista, una tenera ma agguerrita volpe antropomorfa, ed il suo mondo coloratissimo. La visuale dall’alto dell’intro ci offre uno sguardo d’insieme sul battlefield bucolico, in pieno stile zeldiano, che fa venire subito voglia di esplorare. I comandi appaiono immediatamente intuitivi e friendly, come del resto i pop-up a schermo spesso presenti nel titolo, che aiutano parecchio i giocatori meno esperti. La presenza del lock-on automatico, mutuato dall’indimenticabile The Legend of Zelda: Ocarina of Time per Nintendo 64, ed oggi standard dell’industria, si rivela molto utile contro i nemici. Il titolo è perfettamente compatibile con lo Steam Controller. Inizialmente avremo a disposizione solo un rametto secco come arma, trovato dentro un baule, dove ci si sarebbe aspettata una spada, che invece arriverà solo in seguito. Esempio perfetto di beffardo humor canadese. Anche l’iniziale sbigottimento che troveremo di fronte a tutti i cartelli e le indicazioni nel misterioso linguaggio runico del gioco, apparentemente indecifrabile, va visto come una sorta di divertente scherzo. Lo stile cartoon della grafica cel-shading è decisamente adatta al titolo, e lo rende parecchio affascinante, ma il suo punto di forza è sicuramente l’impostazione isometrica. Girovagare per gli ambienti del mondo, sia interni che esterni, è davvero divertente e la varietà dei paesaggi aumenta in modo esponenziale il fascino cosmetico dell’avventura. Eccezionale il lavoro svolto sugli effetti di luce ed ombra, realistici e magici, che aumentano a dismisura l’effetto onirico del titolo, sembra spesso di perdersi in un sogno pixelloso. Il motore grafico Unity con cui è stato realizzato il titolo, viene utilizzato davvero al massimo delle sue forze. Fortezze oscure si alternano a sentieri misteriosi, caverne zeppe di pericoli e tanto altro. Un plauso quindi al level design, davvero allo stato dell’Arte. Allo stesso modo la colonna sonora, che spazia dalle marcette eroiche ai momenti epici, passando per motivi ambient molto ricercati, è altamente azzeccata per il titolo, con una qualità compositiva molto elevata. Non ci saremmo aspettati una OST di tale caratura per un titolo indie, categoria che, spesso, ma non sempre per fortuna, sacrifica il comparto audio in favore del gameplay, a cui vengono riservate di solito maggiori attenzioni. Andrew Shouldice, da grande appassionato di avventure zeldiane, ha saputo infondere un enorme fascino al suo titolo e gran parte dell’esplorazione risulta ben architettata, mai troppo simile a se stessa e con diverse novità progressive ben integrate. Risulta parecchio appagante esplorare i tanti passaggi segreti, ponti sospesi, caverne tetre e buie zeppe di mostri dove viene illuminato solo l’eroe, la nostra simpatica volpe armata di scudo e rametto… ops, (dopo anche) di spada. A proposito dell’arma difensiva, è importante ricordare che lo scudo è soggetto ai colpi nemici, non si distrugge, sia ben chiaro, ma per un piccolo periodo di tempo è inefficace, mentre ricarica la sua energia, quindi questa caratteristica va tenuta molto presente durante gli scontri, se gli avversari sono troppi conviene affrontarli separatamente, in maniera ponderata e strategica. I nemici, a sorpresa, sono parecchio forti e i combattimenti, anche se semplici, possono spesso risultare molto impegnativi. Grazie al comodo inventario possiamo però avere sempre a disposizione tutti gli oggetti che servono per proseguire al meglio nell’avventura, soprattutto le utilissime pozioni rigeneratrici, fondamentali visto il livello coriaceo dei nemici. Utile anche salvare molto spesso, grazie a delle speciali statue che fungono anche da punto di ristoro in caso di energia bassa. Il titolo, sappiatelo, è tutto qui, semplice ma intrigante, che saprà coinvolgervi parecchio nell’esplorazione dei suoi mondi fantabucolici. Appuntamento per il sedici marzo su sistemi Xbox, Mac e PC (versione da noi provata) con Tunic, un gioco capace di svegliare il sognatore che è dentro di noi.

Piattaforme: PC, Mac, Xbox One, Xbox Series X/S

Sviluppatore: Andrew Shouldice

Publisher: Finji

Tunic è una avventura esplorativa isometrica vecchio stile, semplice, ricca di fascino, con un gameplay solido ed un level design rifinito, curato e ben strutturato. Un gioco ideato da una sola persona, lo sviluppatore canadese Andrew Shouldice, che, da bravo appassionato della serie The Legend of Zelda, confeziona il suo personale omaggio alla saga Nintendo con un titolo veramente affascinante. Perdersi tra le fortezze e le caverne di Tunic sarà un vero piacere catartico, che farà felici gli amanti dei giochi Action Adventure di impostazione old-school. Se fate parte di questa categoria, non lasciatevelo assolutamente sfuggire.

VOTO: 8 

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.