Anno dopo anno, se c’è una cosa che The Elder Scrolls ci ha insegnato è che c’è sempre una divinità daedrica in agguato pronta a invadere il Nirn sfruttando l’ingenuità e la leggerezza di (a turno) una a caso delle razze che abitano Tamriel, con una particolare e inquietante predilezione per quella umana. Le creature mortali sono sempre state un tramite del male, e sempre più di rado la fonte stessa. Nonostante, infatti, il fulcro attorno al quale ruota tutto The Elder Scrolls Online sia The Three Banners Wars, e cioè la guerra delle tre coalizioni per la conquista della città imperiale, questa si è sempre limitata alla narrazione PvP. I cicli narrativi hanno sempre avuto come protagonisti delle minacce sovrannaturali, che siano esse nuove o vecchie conoscenze. Ecco, per una volta, possiamo confermarvi che, almeno per ora, quei simpaticoni dei Principi Daedrici non sono coinvolti, e tutti i tradimenti, gli intrighi e misteri di cui High Isle è piena sono completo appannaggio dei mortali.
The Elder Scrolls Online High Isle: la storia innanzitutto
Allontanarsi dall’ossatura classica di una trama à la Elder Scrolls è un grande rischio e, in questo senso, High Isle non potrebbe essere più distante dagli standard narrativi a cui Zenimax Online Studios ci ha abituati in questi ultimi anni. Il nuovo capitolo, infatti, tratta sì di una cospirazione, ma, oltre a non coinvolgere un deus ex machina sovrumano, racconta anzi di un fenomeno molto umano, e cioè di come i signori oscuri della politica si mascherino da difensori del popolo con il solo scopo di sovvertire il potere per ragioni che non hanno nulla a che vedere con il bene comune e molto in comune, invece, con i propri interessi. Non voglio addentrarmi nelle pieghe e nei colpi di scena che la storia di High Isle regala ma posso assicurarvi al 100% che, nonostante la mia profonda conoscenza della lore dell’universo di Tamriel, più volte mi sono ritrovata a bocca spalancata ad affrontare situazioni che non mi sarei mai aspettata di trovare. Ivi inclusi sviluppi che hanno davvero molto in comune con la situazione politica contemporanea. Ora, senza voler speculare sul fatto che la cosa sia voluta o no, direi che si tratta di un bel salto in avanti rispetto anche allo stesso Blackwood, che, pur partendo in un modo del tutto analogo, finiva comunque per deragliare sui ben noti binari daedrici.
Due isole, due mondi
Altro elemento che ho apprezzato è come il mondo di gioco, in termini di location, sia perfettamente coeso con lo sviluppo della trama. Inizialmente, impariamo a conoscere la più grande delle isole dell’arcipelago Systres. High Isle è una sorta di luogo di villeggiatura per ricconi, un piccolo paradiso costellato di girasoli, verdi colline e piccole cale che si alternano a meravigliose ville e antichi porti. Qui ha inizio la nostra indagine, che parte come un’investigazione classica all’interno dell’intricata alta società bretone messa a rischio da una cospirazione che pare volersi opporre alla fine della guerra (quella delle tre coalizioni, per intenderci). Man mano che la trama procede e il fatto si fa sempre più sordido, allarghiamo il nostro raggio di azione anche all’isola sorella, Amenos. A differenza del significato del suo nome, Amenos è il contrario di High Isle: un luogo impervio con impenetrabili giungle, un pericoloso vulcano attivo e, disseminati lungo la costa, grotte e approdi, che sono avamposto di tutti i reietti del popolo bretone; in pratica, una sorta di isola prigione governata da una nobile famiglia decaduta a seguito di un fallito attentato alla vita di King Emeric. Questo cambio di registro estetico ed emotivo si riflette chiaramente anche nei public dungeon e delve delle due location: si va dal meraviglioso castello maledetto di Spire of the Crimson Coin alle grotte infestate di mostri, non morti e navi fantasma della profetica Ghost Haven Bay.
Menzione speciale va fatta alla nuova Trial per gruppi di dodici giocatori: Dreadsail Reef. Grazie alla maggiore affluenza di giocatori e alla possibilità di organizzarmi con la mia gilda, ho avuto finalmente modo di provare questo nuovo sfidante contenuto. Il termine sfidante non è scelto a caso, perché questa nuova istanza, oltre a essere lunga e variegata, con elementi e meccaniche presi da diverse altre istanze, è davvero difficile da portare a termine in modalità Veteran, anche con un gruppo compatto e navigato di giocatori. Ci sono alcune meccaniche nuove che necessitano di tempo e sudore per poter essere assimilate e messe in pratica in modo performante.
E non finisce qui…
A chiudere un’offerta che già solo così presentata vale ampiamente il biglietto, abbiamo l’aggiunta di due nuovi companion e, soprattutto, l’introduzione di un gioco all’interno del gioco, così come fu per le Antiquities in Greymoor e per il Jewelry Crafting in Summerset. Tales of Tribune è un gioco di carte sorprendentemente complesso e ben strutturato, dotato di un suo personale percorso narrativo in PvE e di un articolato PvP che da ai giocatori la possibilità di sfidarsi tra loro per comparire sulla Leaderboard.
Inoltre, se non conoscete la filosofia Bethesda, non potete sapere che non esiste vantaggio di gioco che possa essere acquisito tramite denaro reale. Tutto l’equipaggiamento chiave può essere ottenuto solo ed esclusivamente attraverso il gioco. Stesso identico discorso sarà per Tales of Tribune. Se pensavate di potervi dare allo smercio di carte rare, non è questo il caso. L’unico modo per acquisire nuove e più potenti carte da aggiungere al proprio mazzo sarà portare a termine la quest dedicata e sfidarsi con altri giocatori nei diversi tornei che saranno organizzati centralmente, oppure, in alternativa, mettendosi alla prova in sfide occasionali, disponibili nelle diverse taverne di Tamriel, identificate dall’apposito indicatore dedicato al gioco. Un elemento di gioco che, se supportato a dovere, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio valore aggiunto non solo per il capitolo in sé, ma anche e soprattutto per l’ecosistema ludico di The Elder Scrolls Online. In tutti questi anni, Bethesda ci ha dimostrato che se c’è una cosa su cui la compagnia non lesina è il supporto a questo suo prodotto e, vista la qualità di High Isle, confidiamo nel fatto che questo sarà un grande anno per il popolo Bretone e per i giocatori di ESO.
Piattaforme: PC, Stadia, Xbox One, PS4, Xbox Series X/S
Sviluppatore: ZeniMax Online Studios
Publisher: Bethesda
In conclusione, High Isle è un capitolo di grandissima qualità. Una valanga di contenuti di qualità che lo identificano come uno dei migliori DLC preparati da Bethesda per il suo MMO storico che, non ci dimentichiamo, quest’anno ha spento ben sette candeline. Ce n’è per tutti i gusti, quest di qualità, contenuti end game stimolanti e un gioco nel gioco, il Tales of Tribune, che aggiunge varietà a un’offerta già fortissima. Se siete giocatori di Elder Scrolls Online, High Isle non potete proprio lasciarvelo scappare!