Samaritan Recensione: Sylvester Stallone in un cinecomic incolore

Due individui dotati di una forza straordinaria e potenzialmente pericolosa, al punto da indurre un timore più o meno giustificato nella popolazione. Nemesis e Samaritan, gemelli, sono stati involontari colpevoli della follia cittadina, con gli abitanti consumati dalla paura e dell’odio che bruciarono la casa dove vivevano, causando la morte – tra atroci sofferenze – dei genitori. Loro, invece, miracolosamente sopravvissero, pur reagendo in modo diametralmente opposto alla tragedia.
Mentre Nemesis, consumato dalla sete vendetta, intendeva infatti distruggere il mondo intero, Samaritan decise invece di placare la propria rabbia, ponendosi come protettore dell’umanità. Una lotta tra fratelli passata alla leggenda e conclusasi con la sparizione di entrambi. Almeno questo è quello che si racconta in giro…
Ai giorni nostri il tredicenne Sam vive con la madre in un sobborgo di periferia, ritrovandosi ad accettare lavoretti criminali per conto della gang guidata da Reza, a sua volta sottoposto del crudele Cyrus. Proprio quest’ultimo ha intenzione di mettere a ferro e fuoco la città dopo aver rubato un potente martello, la mitica arma che si dice fosse stata forgiata proprio da Nemesis in persona. Il solo che può fermare l’ascesa del malvivente è Samaritan, dato appunto per disperso. Ma Sam pensa che un suo corpulento vicino di casa, che si fa chiamare Joe Smith, possa essere proprio l’eroe di cui il mondo ha ora più che mai bisogno

Samaritan: back in action

Sembra uscito come toni e atmosfere dagli anni Ottanta, con un pizzico di modernismo action che guarda al decennio successivo nella gestione di villain e colpi di scena. In ogni caso Samaritan è un film fuori tempo massimo, veicolo per il fisico pompato di un Sylvester Stallone pronto finalmente a indossare i panni di un supereroe – se escludiamo la partecipazione “camuffata” in The Suicide Squad – Missione suicida (2021) e Guardiani della Galassia Vol.2.
Un’intro animata ci introduce ad un background superficiale, con la storia di sottofondo riguardante i due super (eroe e cattivo) a rappresentare per l’ennesima volta l’eterna lotta tra il Bene e il Male, pronti nuovamente a determinare le logiche narrative. Dicotomia che permette di snocciolare massime morali di estrema banalità e di preparare il campo a quel colpo di scena che nel finale rimescola, almeno parzialmente, le carte in tavola: per quanto riuscito, non si può certo dire del tutto imprevedibile e originale e lo spettatore più smaliziato potrebbe averlo già intuito dopo la prima mezzora.
Non che la sceneggiatura si adoperi molto per nascondere una trama orizzontale, che va da un punto A a un punto B senza eccessivi scossoni, con personaggi bidimensionali – a cominciare proprio dal protagonista. Trasposizione del relativo comic, per altro ad opera del medesimo creatore, si dimostra incapace di adattarne le logiche che potevano funzionare su carta al grande schermo, o piccolo che sia, data la destinazione pensata per lo streaming come esclusiva di Amazon Prime Video.

Nessuna via d’uscita

Atmosfere plumbee, una società in decadenza, il crimine come unica via di fuga dalla povertà: la rivolta, a mo’ di sommossa, spinta dalla principale nemesi(s), vorrebbe tingersi di tematiche attuali e flirtare con un disagio assai più reale, sulla scia di quanto operato dall’interessante rivisitazione di Joker (2019), ma ben presto l’alone fumettistico prende il sopravvento riportando il tutto ad un approccio superficiale.
Invece di esplorare molteplici sfumature insite potenzialmente nella figura di Samaritan, riprendendo in un’ottica più ludica e meno autoriale quanto fatto da M. Night Shyamalan con Unbreakable – Il predestinato (2000), e imprimere umanità e tormento al relativo personaggio, il film perde sin da subito di profondità, con il rapporto tra il bambino e il “good guy” mai capace di distaccarsi dai più anonimi cliché. Stallone d’altronde fa il suo, limitandosi a qualche smorfia e alla presenza scenica che gli compete e che lo rende convincente soprattutto nelle numerose scene d’azione che caratterizzano la seconda metà.
Una fisicità che si scatena prepotentemente negli scontri a mani nude, con gli scagnozzi scaraventati a metri e metri di distanza, macchine sollevate come nulla fosse e salti da un palazzo all’altro nella miglior tradizione del genere. Sly si diverte, noi un po’ meno, intenti ad assistere ad una sorta di bignami del genere diretto senza troppa inventiva da Julius Avery, qui un passo indietro rispetto ai suoi precedenti e ben più riusciti Son of a gun (2014) e Overlord (2018).

Un super(anti)eroe è quello incarnato da Sylvester Stallone in Samaritan, adattamento dell’omonimo fumetto che sbarca in esclusiva nel catalogo di Amazon Prime Video. Un film che cerca di distaccarsi dalle moderne produzioni a tema guardando ad un cinema passato, finendo per essere alla fine dei conti una sorta di b-movie ad alto budget, ricco di banalità e ricalcato su personaggi e situazioni fuori tempo massimo. Se alcuni spunti risultano piacevolmente controcorrente, a cominciare da una moralità più ambigua del previsto con il buonismo di facciata fortunatamente assente anche nella definitiva resa dei conti, altri sono figli di logiche narrative improponibili al giorno d’oggi, con la lunga intro animata a introdurre un background che espone in tutto il suo manicheismo l’eterna lotta tra il Bene e il Male. Sly mette il suo fisico possente a disposizione dei discreti effetti speciali, con alcune scene d’azione di buona fattura per quanto spesso inverosimili, anche contestualizzate al genere, a cercare di pompare un po’ di adrenalina nella mezzora finale. Il racconto infatti soffre di diversi tempi morti e la gestione del rapporto tra Samaritan e il bambino a cui fa da mentore finisce per riciclare in maniera poco ispirata prototipi ben più riusciti. E se lo spettacolo di genere, pur senza eccellere, è discretamente coinvolgente nelle fasi più concitate, lo stesso non si può dire per le emozioni, schiave di un palcoscenico piatto e privo di soluzioni effettivamente originali.

Voto: 5