Desktop Dungeons Rewind Provato: ritorno al trapassato

Desktop Dungeons Rewind

Come anticipato nella nostra succosa anteprima di un mesetto fa, Desktop Dungeons ha riscosso un successo clamoroso all’epoca della sua pubblicazione nel 2013 e ancora oggi ha un seguito di fedelissimi che continuano ad avventurarsi tra le misteriose segrete quando hanno 10 minuti di tempo libero o giù di lì. In virtù dell’amore che molti nutrono per questo titolo, QCF Design ha deciso di riproporlo in un glorioso 3D, preservando inalterate tutte le caratteristiche che lo rendevano così intrigante e godibile, ma con l’aggiunta di un’inedita opzione per riavvolgere le decisioni prese in corso d’opera e rendere le partite ancora più accattivanti, ragion per cui il rifacimento è stato battezzato Desktop Dungeons Rewind. Adesso, grazie alla build presentata durante la gamescom 2022 sulla quale ho potuto mettere le mani, è giunto infine il momento di capire quanta concretezza ci sia dietro le buone intenzioni del team di sviluppo.

Desktop Dungeons RewindDesktop Dungeons Rewind: non zo dove ho prezo mio azzento

Una delle caratteristiche più azzeccate del gioco, preservata integralmente nel remake, è il modo in cui tutte le diverse classi, 16 in totale, siano in grado di sfruttare una vasta gamma di abilità e competenze che rendono emozionanti non solo le battaglie, ma anche l’esplorazione. La natura intrinseca della demo propone soltanto quattro scenari con altrettanti personaggi predefiniti, che tuttavia rappresentano una selezione studiata di potenziali combinazioni capaci di fornire un’idea ben precisa delle potenzialità del titolo. Man mano che portiamo alla luce ogni singolo anfratto dei dungeon, tutti generati in maniera procedurale, spuntano nuovi nemici che offrono sfide sempre più impegnative ma, grazie alle congiunture praticamente infinite di poteri, oggetti e armi, questi sotterranei brevi e scorrevoli garantiscono un’elevatissima rigiocabilità. E poi, anche se la morte busserà spesso alla porta, impareremo ben presto i vantaggi di un approccio tattico e metodico: è vero che i singoli labirinti possono essere completati in poco tempo, ma la voglia di tornare indietro, raccogliere i potenziamenti permanenti e continuare a giocare per qualche altra manciata di minuti si fa sentire con prepotenza.

Desktop Dungeons RewindLa possibilità di annullare le mosse effettuate prima del game over è anche una delle maggiori attrattive del remake di QCF Design, in quanto permette di evitare la conclusione prematura e definitiva delle nostre gesta per rivedere buona parte delle scelte compiute che ci hanno impedito di sconfiggere il boss e fuggire dal dungeon. È probabile che questa nuova funzione riesca ad attirare un numero maggiore di giocatori, soprattutto quanti sono da sempre intimoriti dall’indole spietata dei rogue-like nei quali la morte è sempre definitiva, poiché gli errori non rappresentano più decisioni incontrovertibili ma consentono di apprendere, riprovare e conquistare la vittoria. Il riavvolgimento permette di rigiocare l’ultimo 40% circa di ogni partita, eliminando così l’eventuale senso di frustrazione ed ampliando anche la libertà di sperimentare un po’ di più e prendere decisioni migliori per completare un dungeon. La scelta di avvalersi del rewind resta comunque affidata al giocatore, perciò gli avventurieri più incalliti possono sempre decidere di accettare la sorte avversa e ricominciare da capo.

Desktop Dungeons RewindTemo che questo comportamento sia del tutto inaccettabile

Ciò che rende il gioco così divertente è proprio la ricchezza di tattiche coinvolte in ogni singola azione intrapresa, dai mostri da affrontare alle caselle da scoprire. Ci sono tonnellate di oggetti disponibili, alcuni dei quali rivelano zone ancora nascoste della mappa e, potenzialmente, l’esatta collocazione del boss. I combattimenti predittivi sono un’altra peculiarità interessante che si premura di informarci sull’esito di attacchi e contrattacchi, sottolineando quando un avversario troppo forte potrebbe azzerare i nostri punti ferita, mentre la possibilità di recuperare salute e mana semplicemente muovendosi è un’ulteriore meccanica volta ad aiutarci a completare i nostri movimentati vagabondaggi. Desktop Dungeons Rewind presenta insomma un adeguato quantitativo di sussidi per venire incontro a chi è completamente digiuno del genere e vorrebbe iniziare con un approccio più soft, ma non tale da eliminare del tutto la sfida proposta, garantendo così un buon equilibrio tra ostacoli da superare e soddisfazioni ricavabili.

Il nuovo motore grafico tridimensionale del gioco è leggero e funzionale, per quanto piuttosto semplicistico in termini di definizione visiva. I vari nemici hanno tutti un aspetto fantastico, che si tratti di zombie, capre, stregoni, blob, draghi o uomini carne, mentre i particolari accessori sono ridotti al minimo e favoriscono in tal senso i soli personaggi, laddove gli antagonisti sono forse volutamente più spogli e basilari, ma devo ammettere che si tratta di una formula abbastanza efficace soprattutto quando ci troviamo nel vivo dei combattimenti. Con una simile varietà di attacchi, poteri e incantesimi, ogni avventura è sempre intrisa di mistero, eccitazione e senso di meraviglia celati dietro ogni casella scoperta, perciò non posso che augurarmi di poter mettere al più presto le mani sull’incarnazione definitiva e, come accaduto con l’originale, vedere il mio quantitativo di ore produttive giornaliere calare precipitosamente.

Piattaforme: PC

Sviluppatore: QCF Design

Publisher: Prismatika

Data di uscita: TBC

Proporre la magia di Desktop Dungeons in versione riveduta e corretta per una platea moderna è una decisione eccellente sotto ogni punto di vista. Il mercato è ormai saturo da innumerevoli fotocopie del genere rogue-like, più o meno calzanti per la categoria, ma una delle sue incarnazioni più originali e pedisseque è tornata e sembra più bella che mai. Il gameplay semplice ma intenso ha il potenziale per attirare un gran numero di giocatori, e il fatto che non sia necessario spendere una tonnellata di ore per concludere con successo una mini avventura non fa altro che incrementarne l’attrattiva. Oltre al puro e semplice divertimento ricavato da un po’ di sano dungeon crawling, la possibilità di raccogliere migliorie permanenti farà sì che gli aspiranti avventurieri continuino a tornare nelle sue labirintiche profondità per ore ogni volta che lo desiderano. Insomma, la scintilla dell’esploratore sono riusciti a ravvivarla, non resta altro che attendere il prodotto finito e sperare che le ottime premesse vengano ulteriormente confermate.

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.

Accessibility Toolbar