Si dice, in gergo musicale, poetico e non, che l’attesa del piacere rappresenti il piacere in sé, un’affermazione che dal nostro modestissimo modo di vedere si sposa perfettamente con Bayonetta 3 e il suo scoppiettante – quanto tormentato – arrivo sul mercato. Le nuove avventure della strega più amata del medium videoludico si sono fatte attendere, abbiamo tutti un po’ temuto (ammettiamolo) di non riuscire più a scorgere quei roboanti tacchi dorati all’orizzonte, a causa di un percorso di sviluppo e di avvicinamento alla nuova produzione più “oscuro” e, passateci il termine, tormentato di quanto si potesse immaginare. Bayonetta 3, proprio come la sua splendida protagonista, si è fatto desiderare ma, come nelle migliori fiabe romantiche, si è presentato al fantomatico quanto in questo caso metaforico “ballo di fine anno” con un vestito videoludico tanto bello quanto incredibilmente ricco di sorprese. Del resto, le avventure di Cereza sono anche chiamate in qualche modo a tener testa quelle di Kratos e Atreus in God of War Ragnarok, la cui finestra di release è molto vicina, in quella che si prospetta una battaglia all’ultimo sangue in termini di vendite e apprezzamento del pubblico, una battaglia che, siamo sicuri, infiammerà alla grande questo finale di 2022 che però ha ancora diverse cartucce da sparare ai nostri poveri portafogli, già di per sé ridotti in condizioni pietose da un ottobre semplicemente strabordante. Dopo aver provato una buona quantità di capitoli della nuova fatica dei ragazzi di Platinum Games siamo dunque pronti a tirare le prime somme, in attesa della recensione completa che arriverà nel corso delle prossime settimane.
Bayonetta 3: l’ode al “trash” secondo Platinum Games
Chi ha amato il comparto creativo della serie Bayonetta sin dal suo primissimo vagito, sa bene quanto Platinum Games abbia a cuore quella sua voglia innata di essere in qualche modo videoludicamente e tematicamente parlando “truzza” ed esagerata, un tratto distintivo che, in questo Bayonetta 3, risulta dannatamente evidente sin dal primissimo frame. Senza entrare troppo nel dettaglio di una storia che vogliamo esplorare più a fondo, possiamo subito anticiparvi che siamo di fronte a un capitolo che sembra voler “rompere” pesantemente col passato in termini di soluzioni narrative, pur però conservando e anzi ostentando in maniera sempre più convinta ed evidente la sua natura sopra le righe, impreziosita da una sequela di momenti e linee di dialogo a tratti demenziali e volutamente tragicomici. Come già ampiamente visto nei trailer di avvicinamento al titolo, Bayonetta 3 è un prodotto, sotto questo punto di vista, che sembra voler puntare a infrangere le barriere dimensionali, tanto metaforicamente quanto proprio a livello pratico, con conseguenze tangibili sia sul piano strutturale sia su quello videoludico. Un nuovo e smisurato pericolo si affaccia all’orizzonte e, manco a dirlo, è proprio la nostra amatissima eroina l’involontario baluardo di un mondo destinato a frantumarsi come un pugno di sale sotto i colpi dei nuovi e misteriosi nemici della razza umana e dell’intero spazio-tempo, destinato a sciogliersi come neve al sole lentamente quanto inesorabilmente. Nel raccontare una storia di per sé “oscura” il plot generale si mantiene sempre e comunque pirotecnico e non lascia mai un attimo di tregua al giocatore, chiamato a “correre” da una parte all’altra dello “schermo” per quella che sembra essere un’avventura che sul piano del ritmo vuole catturarlo dal primo all’ultimo minuto di ogni singolo “Versetto”.
Bayonetta 3: a caccia di homunculus in mille modi diversi
Ciò che ha subito colpito di questo nuovo capitolo, almeno stando alle informazioni ricevute e soprattutto conoscendo il background del team di sviluppo al lavoro sulla produzione, è senza dubbio l’aspetto ludico. Del resto, i ragazzi di PlatinumGames hanno letteralmente dato vita a un patrimonio videoludico imponente e, proprio per questo motivo, le aspettative intorno a questo aspetto della produzione erano sicuramente tarate, per usare una frase a effetto, “verso l’infinito e oltre”. Dopo aver giocato all’incirca i primi cinque capitoli dell’avventura, possiamo affermare in maniera preliminare ma comunque molto convinta che, se siete nella schiera di quelli ansiosi di capire come il gioco potesse reggere l’urto di quei due capolavori che sono stati i due predecessori, ebbene, potete dormire sonni tranquilli. Bayonetta 3 è già proprio dal primissimo istante del primissimo scontro del Prologo un tripudio videoludico, impersonato, come sempre, in un gameplay e un sistema di combattimento tanto complessi quanto “immediati” ma allo stesso tempo dannatamente appaganti e sfaccettati.
A tal proposito, è evidente sin da subito che a giocare un ruolo fondamentale sono i nuovi Demoni succube, che rappresentano ora come non mai un alleato incredibilmente importante durante i numerosi scontri (e non soltanto). Tramite la loro preventiva selezione, in una “ruota” delle evocazioni, è possibile affidarsi ai massicci attacchi di quest’ultimi, la cui manifestazione sul campo di battaglia aiuta non poco la nostra eroina nella difficile missione di tenere a testa ai numerosi homunculus sparsi per il mondo di gioco. Questi Demoni possono essere, inoltre, letteralmente “manovrati” dal giocatore, e in base alla tipologia di input inserito danno sfoggio a tecniche sempre diverse, pensate proprio per adattarsi alla tipologia di nemici che si parano di fronte alla strega più amata del medium videoludico. Tale meccanica ci è parsa, per quanto spettacolare e sublime sul piano scenico e anche pratico, inserita in maniera forse un tantino sbilanciata. Durante gli scontri, spesso e volentieri con avversari numerosi e di grosse dimensioni, il giocatore è spinto quasi istintivamente a farsi aiutare dagli alleati demoniaci o a fare abuso della Mimesi demoniaca, poiché il loro impiego risulta, in gran parte dei casi, il modo più semplice e veloce per portare a termine gli scontri, anche quelli con gli avversari di una certa caratura.
Il paradiso delle armi
Il combat system di Bayonetta 3, al di là del discorso “invocazioni”, ci ha letteralmente, è il caso di dirlo, stregati, e non potrebbe essere altrimenti. Pur partendo dalla base incredibilmente sfaccettata e ricca del secondo capitolo, che al netto dei suoi problemi di “diffusione” a causa della sua esclusività per Nintendo Wii U ha rappresentato il capitolo della maturazione definitiva per la serie, PlatinumGames sembra essere riuscita a evolvere e perfezionare in maniera quasi perfetta una formula ludica che già per sé aveva tutte le carte in regola per rappresentare un punto di riferimento per il genere e non solo. Bayonetta 3 porta sullo schermo, tanto quello portatile di Switch Oled (e non solo) quanto quello di casa, un tripudio di sensazioni, figlie di una smodata quantità di azioni e di movenze sul campo di battaglia tanto “semplici” quanto perfettamente inserite in un contesto ludico fuori da ogni scala di valutazione. Questa sensazione non ci ha mai abbandonato durante le prime ore di gioco, che ci sono bastate per far sì che questa idea si radicasse in noi con una semplicità spontanea e disarmante, la stessa spontaneità con cui PlatinumGames ha saputo confezionare un agglomerato videoludico di altissima caratura. Ciò è stato reso possibile anche grazie alle nuove armi che sono state inserite all’interno dell’avventura, che di pari passo con la natura “ultra dimensionale” del gioco riescono a risultare tanto variegate nella forma e nella loro effettiva utilità in game quanto complesse e affascinanti da utilizzare, anche a seconda dell’avversario con cui si è costretti a fare a pugni. Durante le nostre prime sessioni di gioco abbiamo potuto provare il Pilastro G, una sorta di martello gigante, o gli splendidi Yo-yo Ignis Aranae, che hanno evidenziato proprio la volontà degli sviluppatori di offrire grande varietà e soprattutto grande possibilità di personalizzare in qualche modo l’esperienza di gioco in base alle proprie esigenze.
A seconda dell’arma utilizzata, infatti, cambia in qualche modo anche il moveset della protagonista non soltanto in battaglia, ma anche nelle fasi esplorative, poiché a ogni arma si lega “l’anima” di un Demone proveniente da ogni angolo dello spazio-tempo e che donano alla sempre più in forma smagliante strega un impatto ludico sempre diverso. In particolare proprio con le due armi sopracitate, per ovvi motivi anche di natura “fisica”, abbiamo potuto notare la grande cura con cui gli sviluppatori hanno perfezionato il sistema di combattimento, che pare confermarsi senza troppe remore un punto di riferimento per certi versi irraggiungibile per gli stylish-action, grazie anche alla solita, grande, enfasi sulle combo e sulla spettacolarità e la diversificazione di quest’ultime, in base anche all’arma impiegata. In particolare, noi ci siamo trovati molto bene con gli Yo-yo Ignis Araneae, che danno alla protagonista anche un moto diverso, con una sorta di rollerblade che appaiono ai suoi piedi con cui è possibile spostarsi in maniera sempre più rapida da una parte all’altra delle mappe. Ma non solo: utilizzando gli Yo Yo “di fuoco”, Bayonetta può richiamare il potere di Phantasmaranea, un demone dalle sembianze di ragno che dona alla strega nuovi e strabilianti poteri in battaglia, che vanno ad ampliare a dismisura quello che è un bagaglio di tecniche semplicemente impressionante. Anche gli altri demoni e di conseguenza le altre armi possiedono una simile capacità e per tal motivo non vediamo l’ora di scoprire, procedendo con il gioco, quanto tutto questo continuerà ad avere il peso specifico che sembrerebbe avere al momento, ma non facciamo fatica a immaginare la risposta, avendo già comunque vissuto un bel po’ di ore in compagnia della strega, ma non soltanto.
Sono Viola, V-I-O-L-A, ok?
Il capitolo numero cinque di Bayonetta 3 ha un peso specifico decisamente importante. In questa sezione, infatti, si vive il “passaggio di testimone” tanto atteso e sbandierato in fase di presentazione del gioco, con la misteriosa Viola che ruba la scena a Bayonetta e che diventa il personaggio utilizzabile per tutto l’arco del capitolo. La cosa che subito salta all’occhio è la grande differenza nello stile di combattimento tra le due guerriere, che fa sì che il sistema di combattimento cambi non poco nel passaggio di consegne tra di loro. A differenza di Bayonetta, infatti, Viola sembra più “pesante” e meno scattante, si affida a una velocissima e affilatissima katana, e il suo Sabbat temporale si attiva non con le schivate, ma con le classiche “parate perfette”, che però hanno una finestra di attivazione decisamente più “cattiva” rispetto alle schivate della protagonista originale dell’opera. Al netto di una “pesantezza” maggiore, di cui vi parlavamo anche poco fa, Viola è comunque in grado di spostarsi con grande velocità da una parte all’altra dello schermo e di affrontare con la stessa frenesia di fondo di Bayonetta gli scontri, per quanto però si percepisce, specialmente quando attacca, la voglia di rendere il suo stile di combattimento più action nel senso stretto della parola e meno “stylish”, per marcare ancor di più le differenze in termini anche di responsività agli input dei comandi tra le due eroine. Abbiamo trovato questa “forzatura” decisamente funzionale, ma chiaramente ci riserviamo di analizzare il tutto in maniera più completa dopo aver trascorso qualche ora in più in compagnia della splendida coppia, che già da questo primissimo contatto ha dimostrato un potenziale che già avevamo preventivato ma che comunque ha saputo lasciarci delle ottime sensazioni.
L’occhio vuole la sua parte?
L’aspetto da cui le due guerriere sono accomunate è però qualcosa che va al di là sia delle loro caratteristiche sia del loro impiego in battaglia, e riguarda, nello specifico, l’aspetto tecnico e strutturale della produzione. Pur volendo approfondire il tutto in maniera più precisa e assennata in fase di recensione, dobbiamo però ammettere che il primissimo contatto avuto con la parte tecnica del titolo non è stato sempre idilliaco. Sia chiaro, Bayonetta 3 non sembra avere problemi in termini di frame rate e di stabilità in generale, ma sembra avere qualche problema di troppo con la telecamera, che in diversi casi ci è sembrata seriamente poco a fuoco e in grado di dare qualche noia di troppo. Durante alcuni scontri, specialmente con i nemici più generosi in termini di stazza, abbiamo faticato un po’ troppo a tenere tutto sotto controllo, a causa proprio di una telecamera non sempre in grado di offrire al giocatore il giusto “supporto” quando si tratta di districarsi sul campo di battaglia. Considerando la natura del gioco, ci troviamo di fronte a una problematica che speriamo possa essere sistemata prima del lancio del gioco, ma siamo convinti che gli sviluppatori riusciranno a mettere una pezza velocemente su quello che, a conti fatti, sembra essere uno dei pochissimi difetti di una produzione ambiziosa e volutamente “esagerata”.
https://youtu.be/is2P7w8TwDo
Piattaforme: Nintendo Switch
Sviluppatore: Platinum Games
Publisher: Nintendo, Nintendo of America Inc.
Data d’uscita: 28 ottobre 2022
Queste prime ore passate in compagnia di Bayonetta 3 ci sono sembrate un battito d’ali. Farsi trasportare dalla frenesia della nuova avventura della strega più amata del medium videoludico è stata, ed è ancora, un vera e propria esplosione sensoriale, un’epifania di emozioni da cui non vogliamo più destarci. Al netto di qualche piccolo problema di natura tecnica, relativo soprattutto alla telecamera, il nuovo lavoro di PlatinumGames sembra avere tutte le carte in regola per regalare ai giocatori un prodotto in grado non soltanto di reggere l’urto con il pesante fardello che porta con sé ma anche di migliorare in toto quello che, a conti fatti, è un vero e proprio pilastro della cultura videoludica. Ora però perdonateci: dobbiamo tornare a tritare Homunculus. A presto.