La Winters Expansion di Resident Evil Village (qui potete leggere la recensione del gioco vanilla) è un espansione scaricabile (a pagamento) sicuramente ricco di contenuti. Anzitutto, c’è il DLC intitolato Le ombre di Rose (Shadows of Rose in inglese), che ci offre una spotlight puntata dritta dritta sulla non più piccola Rose: figlia di Ethan Winters. Il protagonista di Resident Evil VII e Resident Evil Village ha fatto il possibile e pure l’impossibile per salvarla, informazione che senza alzare fiaccole e forconi contro lo spoiler è manifesta nel titolo e nella protagonista dell’avventura contenuta nel DLC. Poi, sempre nell’espansione, è compresa una feature attesa da tantissimi tra i fan storici della serie: l’opzione per rigiocare tutto Resident Evil Village Vanilla in terza persona (Le ombre di Rose è in terza persona forzata). Infine, se non vi spaventa una player base a dir poco esigua, per il momento, l’espansione comprende anche 3 nuovi personaggi giocabili per la modalità online asimmetrica Mercenari. Tra cui, dalla parte dei cattivi, spicca la preferita di tutti dell’ottavo capitolo: la vampirica dominatrice lady Dimitrescu. Quantità, però, non significa per forza qualità. Che, non fraintendetemi, nella Winter Expansion c’è: è solo stata “sparsa un po’ troppo in giro”. Come Rose in Village, ironicamente…
Resident Evil Village Winters Expansion inizia con Le ombre di Rose
Iniziamo la recensione di Resident Evil Village Winters Expansion da quella che, almeno per me, rappresentava l’aggiunta più succosa: la nuova porzione di campagna-storia dedicata a Rose Winters. ATTENZIONE: per forza di cose sarò costretto a scrivere alcuni SPOILER inerenti Resident Evil Village vanilla. Non, quindi, la storia del DLC, che come di consueto nelle mie recensioni lascerò scoprire a voi per intero.
Anzitutto una direzione per chi si sentisse spaesato (come successo a me): per accedere al DLC bisogna viaggiare nella sezione BONUS dal menù principale di Village. Detto questo: Le Ombre di Rose non inizia con la scena che conclude Resident Evil Village, subito dopo la sconfitta di Miranda, la morte di Ethan, e l’apparente distruzione, con l’aiuto di Chris Redfield e della sua neonata associazione, dell’organismo noto come “megamicete”. Ovvero un fungo senziente che dona poteri di rigenerazione in cambio di… lievi sbalzi d’umore. Diciamo così. Invece, è locato in un momento della vita della ragazza che, fino alla conclusione dell’avventura, non ci è dato conoscere. La giovane è stanca, stufa “marcia” (sarà perché è dotata del potere del megamicete?) di essere additata come un mostro dal resto del mondo. Così, quando le viene proposto di cercare un cristallo che potrebbe assorbire i suoi poteri e farla tornare normale, accetta senza esitare. Per trovarlo, però, dovrà addentrarsi nella “mente” di un nucleo del Megamicete recuperato da Chris, e scavare nei ricordi delle persone infettate nella storia dal suddetto Megamicete, accumulati e disordinati, ma leggibili se si ha una “grande affinità con l’organismo della muffa”. Sfruttando quindi un incipit fin troppo risolutivo da “deus ex machina” (il cristallo è il classico “pulsante di reset” che fa tornare tutto come prima) la trama prende però gradevoli risvolti intimi e a tratti persino commoventi. Momenti in cui si entra nella psicologia di Rose, e di altri personaggi, con nuovi spunti per comprendere motivazioni, mire, desideri. Momenti che, però, con mio dispiacere, sono incastonati in un impasto narrativo a dir poco blando e “fan service”. Soprattutto se ci concentriamo sul level design e sul gameplay. E qui terminiamo con gli spoiler!
Se affronterete Le Ombre di Rose prima di ritentare a giocare Resident Evil Village in terza persona, avrete modo di sperimentare quanto, in effetti, cambiare la prospettiva nel settimo e ottavo capitolo della serie, storicamente in terza persona, non sia stata poi un’idea così malvagia. Difatti, laddove in prima persona le trovate di gameplay, le inquadrature, il design di animazioni e personaggi “orripilanti o meno” erano riuscite a riportare un po’ di sano orrore nella serie dopo la deriva action, ripristinare la terza persona è un passaggio di spugna non indifferente. Soprattutto se, come in Le Ombre di Rose, giocate in spazi e ambientazioni (e anche nemici, se volete la mia opinione) pensate con in mente la prima persona. Discorso “riciclo di asset, location, enigmi e nemici” a parte (quello è un altro “peccato” a sé per il DLC, che non ho mancato di riconoscere in fase di votazione) gli angusti corridoi, gli angoli stretti a 90 gradi, i nemici che ti afferrano il volto e ti risucchiano la vita in stile dissennatori avrebbero avuto TUTTO un altro peso specifico horror se il DLC fosse stato in prima persona. Un vero peccato, quindi, che ne Le Ombre di Rose non si possa scegliere, come nel gioco base, come visualizzare il gioco. C’è una sezione in particolare, con il gradito ritorno di un personaggio della nuova trilogia e un nuovo tipo di nemico che odierete, che avrebbe beneficiato non poco del cambio di visuale. Dato che già in terza persona mi ha strappato ben più di qualche “urletto”.
A grande richiesta: la terza persona! Ma…
…ma, in parte, dal paragrafo precedente credo abbiate già compreso dove vorrei andare a parare. Resident Evil Village, dalla release a oggi, è stato tacciato (ingiustamente, secondo me) di essere “poco spaventoso”. Di non sfruttare a dovere le tattiche della paura moderne, persino, quando tutta l’avventura di Ethan Winters fin dal settimo capitolo è un trionfo di atmosfere putrescenti splatter, di body horror kronenberghiano, di “beauty horror” persino, che sorprende quando il “bellissimo” non è più sinonimo di “sicuro e amorevole”. Giocando su fobie, level design, creature e animation design, forte di una direzione artistica che va dal “moderno” all’antico, al “modernissimo” nella memorabile fabbrica di Village, Resident Evil non era stato cosi spaventoso da decenni. Aiutato, ovvio, dalla prima persona dell’inquadratura, strumento indispensabile per costruire immersione nel personaggio, e perdita del senso di sicurezza dovuto dal visualizzarlo come entità separata da noi. Ricordo bene di quando fu chiesto a gran voce dai fan di inserire la terza persona in Village per la prima volta, della reticenza giustissima di Capcom, motivata da un “il gioco è pensato per la prima persona, non possiamo inserire la terza senza snaturarlo”. Non è una citazione esatta, più una parafrasi: ma il succo rimane. Anche se, complici forse le molteplici mod che comunque affollavano internet, Capcom ha infine deciso di inserire la possibilità di cambiare modalità di vidualizzazione, Resident Evil Village in terza persona perde mordente, identità e orrore. Estraniandomi da me stesso, voglio però spezzare una lancia in favore della modalità, che proprio in virtù di quanto detto sopra potremmo quasi identificare come “action mode”: meno spaventosa e più giocabile se si è veterani di Resident Evil. O anche solo se si vuole neutralizzare il raccapriccio puro suscitato da una certa parte di Village… con delle bambole… e un nemico invincibile che vuole divorarci vivi da dietro agli angoli… capito, no?
Un’espansione con picchi e valli pronunciate
Spero sia risultato abbastanza chiaro che, scrivendo questa recensione del pacchetto Resident Evil Village Winters Expansion io mi sia sentito come sulle Montagne Russe. Ora su, con le situazioni intimiste e le qualità tecnica (doppiaggi super-inclusi) di Le Ombre di Rose che non fa rimpiangere il capitolo principale; con una durata complessiva del suddetto DLC più che buona, circa 4 ore, mai risultate “stiracchiate” da backtracking o altri espedienti simili. Ora giù, con una terza persona che non funziona né nel DLC, né tantomeno nel gioco principale. Ancora più giù, a causa di un mai celato riciclo di location, asset, movenze e animazioni, persino di enigmi: quelli che dovrebbero, insieme all’atmosfera horror e al feeling vagamente da b-movie, essere il cuore pulsante di Resident Evil. Per quanto riguarda le aggiunte alla modalità mercenari, mi sento di complimentarmi se non altro per la resilienza con la quale è tenuta aggiornata, e per l’aggiunta di Lady Dimitrescu, personaggio che funziona davvero molto bene se si interpretano i cattivi nella lotta. Speriamo solo che l’utenza riesca a premiare questo asimmetrico, dato che per ora è passato abbastanza inosservato agli occhi del grande pubblico.
Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC
Sviluppatore: Capcom
Publisher: Capcom
Resident Evil Winters Expansion è un pacchetto più goloso se si vogliono chiudere alcuni cerchi narrativi delle nuove saghe aperte da Resident Evil 7 a oggi. Se si vuole scoprire che fine fa Rose dopo l’epilogo di Village, o anche solo se, pur da grandi appassionati della nuova piega in prima persona, si vuole provare il (non)brivido di tornare alla terza, “come si faceva una volta”. Mi piacerebbe se si approfondisse, come credo si farà, il ruolo di Rose, e degli altri personaggi storici coinvolti non solo in Resident Evil 7 e Village. Ma anche di alcuni il cui ritorno “sotto forma di Remake” è prossimo… tuttavia, mi trovo anche a pregare che Capcom non faccia troppi passi indietro sulle posizioni progressiste che aveva preso da Resident Evil 7. Sia parlando di narrativa, che di struttura e gameplay. Nel settore horror moderno tutto “jumpscare” e “manicomi” Resident Evil era riuscito a ri-ritagliarsi un nuovo, grande spazio tutto per sé, non solo grazie ai riuscitissimi remake: gioia dei fan storici, curiosità per i nuovi player. Ma anche in virtù dell’evidente volontà di prendere le redini della serie, e portarla verso nuovi panorami inesplorati. Quelli che giocando a Le Ombre di Rose non sono riuscito a vedere nemmeno sullo sfondo, in lontananza.