eFootball: la nostra intervista a David Monk in occasione del Milan Games Week

Lo scorso 25 novembre, giornata di apertura della tre giorni milanese di Milan Games Week & Cartoomics, Konami ha annunciato il lancio di un nuovo torneo esport e tutto italiano. Si tratta della “Coppa eFootball Italia“, un torneo che prevede l’integrazione dei club partner di eFootball, dei giocatori delle loro giovanili, di importanti pro-player e dei fan. Una nuova era per l’Esport e per Konami offrendo una fusione inedita nel suo genere, grazie in particolare alla partecipazione di sette club partner italiani: AC Milan, AC Monza, AS Roma, Atalanta BC, FC Internazionale Milano, SS Lazio e SSC Napoli. Senza dimenticare il torneo online in-game KONAMICI, un evento solo italiano all’interno di eFootball 2023 e disponibile in versione free-to-play. Curiosi di approfondire ulteriormente le motivazioni e le strategie sottese alla realizzazione di questo progetto e quali saranno i prossimi sviluppi, abbiamo avuto l’opportunità immancabile di intervistare David Monk, Senior Football Licensing & Activation Manager in Konami, già incontrato a Lucca Comics & Games 2022 durante la conferenza dedicata proprio a eFootball. Scopriamo insieme cosa ci ha raccontato nel corso della nostra intervista allo stand eFootball presente a Milan Games Week.

 D- Cominciamo con una domanda molto importante: come mai avete deciso di realizzare in Italia un progetto come questo?

R – Un’ottima domanda; l’Italia è sempre stata un grande mercato con pubblico fedele nel mondo, anche all’epoca di PES e International Soccer, e l’evoluzione di questi prodotti è sempre stata fortemente ben accolta qui in Italia. Inoltre abbiamo anche tre ingredienti fondamentali: il primo è la fanbase, molto coinvolta e fedele, il secondo è dettato dalla presenza di un ecosistema favorevole allo sviluppo dell’interesse nei confronti di questo tipo di gaming, grazie all’interesse dimostrato dal club SSC Napoli e dagli Azzurri già lo scorso anno. Il terzo ingrediente finale è invece proprio la presenza dei club partner, qui in Italia sono più che in qualsiasi altro mercato. Sette club che hanno dato il loro licensing. Questi tre fattori combinati insieme hanno permesso di realizzare un progetto solido, combinandoli anche con i più giovani e le primavere calcistiche. Anche il club Atalanta ha una delle squadre giovani più talentuose, che merita di avere visibilità attraverso il mondo Esports.

D – Quanto tempo ci è voluto per sviluppare questo progetto?

R – Due anni di pianificazione, è stato il più lungo a cui abbia partecipato. Sono in Konami da tre anni e mezzo e prima di questa esperienza ho sempre giocato a calcio, e ho allenato. La mia passione era allenare i più giovani a calcio e ora lo faccio con gli Esports. All’inizio abbiamo dovuto sviluppare una strategia per le partnership con i club italiani, che ora possiamo dire di aver fatto con successo, e ora abbiamo i migliori tra loro; una volta che avevamo questi nomi, la vera domanda era: come possiamo creare una piattaforma che possa unire queste squadre ai fan, attraverso il gioco? Come possiamo far crescere i fan? Possiamo fare qualcosa di diverso? Ci stiamo riuscendo con questo progetto che abbiamo lanciato ieri (25 novembre, ndr) e che durerà sei mesi. I fan devono assolutamente cominciare adesso ad allenarsi in vista dell’evento KONAMICI, la competizione che ci sarà a febbraio 2023.

D – Qual è stato il tuo ruolo specifico nella realizzazione dei progetti per eFootball?

R – Il mio ruolo in Konami è quello di Head of Acquisition and Activation for Football Club Partnerships and Licenses, e non ho precedenti esperienze in questo settore, ma mi hanno fatto salire a bordo per il mondo del calcio e ho imparato davvero tanto. Questo titolo è davvero l’opportunità di unire il calcio “reale” agli esports in maniera ancora più forte, e la mia provenienza dal mondo calcistico ha aiutato a sviluppare in maniera più tangibile questa unione tra le due dimensioni. Per esempio, le ricompense per chi vince non sono in termini di denaro, ma dare benefici alle generazioni più giovani, connettendole tra loro e ai loro club preferiti, possono analizzare le loro performance in una stanza con diverse funzioni all’interno del gioco. Migliorare se stessi è l’eredità che vogliamo lasciare per il futuro dei giocatori, qualcosa che negli Esports non è mai successo prima e che è stato possibile chiamando a bordo qualcuno che abbia vissuto il mondo del calcio da vicino. Il processo di pianificazione di questo progetto è iniziato due anni fa, dunque in periodo di pandemia di Covid-19. Come ha impattato questo evento con la realizzazione del progetto? Sviluppare questo progetto in quel momento non è stato facile, volevamo lanciare il progetto l’anno scorso, ma non ci siamo riusciti. Avevamo già capacity ma volevamo fare al meglio questo progetto e abbiamo aspettato tempi migliori, sapendo che ci sarebbero state restrizioni. Ci sono stati chiaramente dei ritardi, ma ora siamo qui.

D – Quali saranno i prossimi passi principali di questo evento?

R – A dicembre ci sarà la competizione per le primavere, in ogni squadra. Ci saranno dei tornei offline, poi a febbraio ci sarà KONAMICI, la competizione per i fan che vorranno qualificarsi e che dovranno giocare un minimo di 30 partite. Se ci si qualifica nei primi 16 della classifica, ci sarà un secondo step di qualificazione che li porterà a scontrarsi con i campioni Esports, anche della stessa quadra. Infine a marzo ci saranno ulteriori tornei offline in uno studio a Milano con tutti i giocatori tra di loro, con quarti di finale, semifinali e finale a maggio a Napoli, al Comicon.

D – Finora vi siete focalizzati sull’Italia; in quanti altri Paesi vorreste organizzare un evento simile?

R – Questo che stiamo realizzando è sicuramente un buon momento di testing. Gli ingredienti che ho citato all’inizio sono molto buoni e non è facile trovarli anche altrove. La mia “call to action” è che tutti i fan, non solo degli Esports e del calcio, ma in generale dei videogames, possano scaricare questo gioco. Essendo gratis, ci si può mettere alla prova, è un’opportunità per testare anche le proprie abilità, ed è anche il mio obiettivo: far nascere sempre più talenti e professionisti. Questo modello può essere replicato in altre parti del mondo e magari connettere anche i vari Paesi tra loro.

D – Un’ultima domanda: come pensi che gli Esports possano svilupparsi in futuro?

R – Questa è una bella domanda; questo per noi è l’inizio di qualcosa di nuovo, totalmente, e si basa su come possiamo sviluppare i talenti e i giovani giocatori, oltre alle squadre dei più giovani, oltre allo sviluppo dei professionisti. Ora gli Esports stanno andando nella direzione della partecipazione di massa, penso che ci siano professionisti di alto livello, ma devono essere invitati anche i più giovani a entrare in questo mondo. Voglio dare l’opportunità a chiunque di entrare per creare una comunità sempre più ampia e aperta a nuovi talenti.

eFootball

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.

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