Zombie Cure Lab Recensione: una cura per salvare il mondo

Zombie Cure Lab è un titolo decisamente interessante per gli amanti del settore strategico gestionale, che sta vivendo un periodo di rinascita grazie ad alcune opere di spicco come quelle di Two Point Studios. In particola si tratta di una produzione indipendente realizzata dallo sviluppatore tedesco Thera Bytes GmbH per la piattaforma Personal Computer, ambiente senza dubbio più adatto per questa tipologia di giochi. Un titolo intrigante, che propone un setting di indubbio fascino, e meccaniche forse poco originali, ma gradevoli e ben realizzate, il tutto con una cosmesi di base assolutamente deliziosa. Se avete sempre sognato di trovare la cura per l’Apocalisse Z, ora avete in mano tutti gli strumenti per realizzarla, ma attenzione, i vivi sono sempre meno ed i non morti attendono la notte oscura per conquistare il mondo.

Zombie Cure Lab: un allegro gestionale zombi teutonico

Dalla ridente Monaco di Baviera, dove ha sede il team di sviluppo responsabile del titolo, il cui sito ufficiale trovate in questa pagina, arriva l’interessante gestionale Zombie Cure Lab, che si configura come il progetto più ambizioso dello studio teutonico, noto nell’ambiente indie per un precedente titolo strategico, Food Corp. Tycoon, appartenente all’affollato genere delle gestioni a tema ristorazione. Stavolta si cambia decisamente pagina, e la sfida per i giocatori è parecchio impegnativa, ovvero la salvezza del mondo che può avvenire solo trovando una cura per l’epidemia che sta trasformando il genere umano in una massa inarrestabile di affamati morti viventi. Il setting è quindi universalmente affascinante, soprattutto per gli amanti delle creature più spaventose dell’horror, poiché, lo sappiamo, loro sono noi, e noi siamo loro. Gli zombi nel mondo cinematografico si sono visti fin dagli anni trenta, ma è solo nel 1968 che sono stati codificati in maniera moderna, da George Romero, nell’indimenticabile Night of The Living Dead, che per la prima volta osava mostrare al pubblico scene splatter di una modernità insuperata per l’epoca. Quasi non si contano poi i videogiochi ambientati durante una invasione zombi, e citiamo solo Resident Evil di Shinji Mikami, pubblicato nel 1996 da Capcom, per rappresentarli tutti. Ma inserire questo tema in un gestionale, peraltro dalla grafica buffa e cartoon, è una trovata geniale, dobbiamo ammetterlo, che ci ha colpiti molto positivamente al primo impatto. Il fattore decisamente innovativo è, soprattutto, il fatto che andiamo ad impersonare quelle figure che, solitamente, sono in secondo piano rispetto ai protagonisti, ovvero gli scienziati che cercano freneticamente una cura per poter salvare la popolazione umana. Di solito, infatti, siamo sempre nei panni dei sopravvissuti, che lottano direttamente contro la barcollante onda Z. Sia che essa sia lenta ma implacabile, come nell’iconografica classica, o velocissima con gli zombi maratoneti come d’uso moderno, sullo stile del remake di Dawn of The Dead proposto al cinema nel 2004 da Zack Snyder. Se avete amato la divertente serie cult Z Nation, troverete lo stesso spirito in questo gioco. Il comparto visivo di Zombie Cure Lab è davvero intrigante, e sicuramente molto più adatto al genere rispetto ad una grafica realistica. I personaggi, sia buoni che cattivi, sono tenerissimi, e lo stile cartoon li rende maggiormente divertenti. Questo è perfettamente in linea con l’impostazione family friend scelta, che non contiene alcuna violenza o scena troppo sanguinosa, cosa inusuale nel solitamente splatteroso universo Z, incluse le nuvolette di censura alla THE SIMS, usate durante gli scontri corpo a corpo in cui uno zombi mangia un umano. Un gestionale molto elegante, quindi, che non lesina anche momenti d’azione che spezzano la routine.

Quello che è facile di giorno, diventa più complesso nella tenebrosa notte…

Le meccaniche di gioco sono molto ben bilanciate e ci danno la possibilità di gestire ogni singola risorsa, dando delle direttive ben precise, se vogliamo ad esempio far lavorare un determinato scienziato sempre di giorno piuttosto che di notte,  ricambiando spesso i turni in modo da avere sempre personale riposato ed attivo. Se si lascia uno zombi incustodito egli potrebbe rompere la gabbia di contenimento e scappare indisturbato per il laboratorio facendo una strage, è fondamentale tenere tutto sotto controllo. La base iniziale, composta da poche unità di scienziati ed uno sparuto numero di camere di ricerca è ovviamente ampliabile, dandoci la possibilità di trasformare il nostro piccolo avamposto della civiltà in una struttura sempre più imponente e grandiosa. Le strutture di ricerca sono importanti, ma, come ben sappiamo, parimenti lo sono quelle dedicate al confort ed al riposo degli scienziati, che con un livello di soddisfazione più elevato rendono anche molto meglio. La soddisfazione dei loro bisogni personali, come ci insegnano serie di culto tipo THE SIMS di Will Wright, o i vecchi classici alla Theme Park, devono sempre essere al primo posto. Fondamentali sono quindi le sale mensa, i dormitori, i bagni, le palestre e tutte le camere extra rispetto ai semplici laboratori. Grazie ad esse si acquisiscono nuovi punti ricerca, spendibili in attrezzi scientifici, armi e via discorrendo. Il gioco offre un comodo ed ordinato tabellone a tasselli in cui seguire la progressione della ricerca e delle singole unità. All’inizio avere armi più potenti per la difesa, o gabbie contenitive più resistenti sarà quasi superfluo, ma nelle fasi avanzate di gioco diventerà parecchio importante.

Zombie Cure Lab prevede inoltre una vera e propria dicotomia tra le fasi del giorno e quelle della notte, è bene saperlo, poiché, col favor tenebris i non morti diventano non solo più numerosi ma anche parecchio più aggressivi. E se durante le giornate si limitano spesso a gironzolare barcollando e lamentandosi, al calar del sole puntano decisamente contro le nostre strutture, spinti da fame e voglia di distruzione. Cancelli e barricate del laboratorio e delle costruzioni collegate vanno sempre tenuti ben fortificati, per limitare il più possibile i danni. Ogni unità defunta ma non troppo cercherà di invadere l’avamposto umano, in orde via via sempre più pressanti e numerose. Il danno che esse possono infliggere alle strutture è bene o male blando e poco disastroso, ma perdere scienziati addestrati, che magari si stanno occupando di compiti specifici, è un avvenimento molto più grave. Le vite umane, quindi, vanno difese ad ogni costo.  Ogni unità del laboratorio, quando gli zombi sono presi dalla bramosia famelica, visualizza un simpatico fumetto con l’icona della paura di essere divorata, in prossimità di pericolo imminente. Ogni scienziato può essere infettato e si trasforma da risorsa in nemico, però finché almeno uno resta in vita c’è sempre la possibilità di sistemare pian piano tutto, mentre se tutti divengono zombi arriva il tanto temuto Game Over. Prima dei momenti più pericolosi, comunque, suonerà un comodo ALLARME ROSSO, che ci preparerà a reagire repentinamente.

Le fasi iniziali sono semplici da gestire, man mano però che si va avanti ogni assalto notturno diventa più invasivo e pericoloso. In linea di massima è consigliabile giocare in modalità difensiva la notte e cercare di concentrarsi il più possibile sulle ricerche durante il giorno. Tra le armi di difesa messe a disposizione dal gioco spiccano i cannoni spara ghiaccio, che permettono di bloccare gli zombi e, una volta finito l’attacco all’alba, recuperane i corpi per portarli nel laboratorio ed iniziare la fondamentale fase di Ri-umanizzazione, ovvero curarli e farli tornare a vita normale. Non mancano tocchi di umorismo molto marcati, che mostrano scenette in cui gli ex-Z sollevano pesi in palestra per rimpolpare i muscoli, o prendono il sole con tanto di sombrero brasiliano. Momenti divertentissimi che spezzano la tensione generata dalle fasi notturne. Ogni zombi in fase di trattamento non va però sottovalutato, poiché anche lui ha i suoi bisogni da soddisfare, che vanno monitorati con attenzione per portarlo al cento per cento di ritorno all’umanità perduta. Per far ciò sono diversi i macchinari messi a disposizione, che aumentano durante la progressione del titolo. Finché il Mid-Z, chiamato nel gioco con la crasi humbie, ovvero lo zombi a metà della cura, non è guarito del tutto, potrebbe sempre perdere il senno e ricominciare ad attaccare gli scienziati, con la pericolosità che si trova già all’interno delle strutture. Dallo zombie puro, il cui bisogno primario è solo la nostra carne umana, ci si trova al cospetto di una creatura ancora ibrida, che può variare status, cosa che ci allerta sull’aumento della sua pericolosità. Gli humbie possono occuparsi anche dei lavori pesanti, come la raccolta della legna o delle pietre nelle vicinanze dell’avamposto, in stile Warcraft II.

Un titolo gestibile attraverso poche ed intuitive icone, subito familiari per gli esperti del genere, che offre anche una buona dose di crafting e di ricerca. Il comparto sonoro è ben realizzato, con musichette simpatiche, a volte troppo anonime, ed ottimi FX adatti all’azione. Una nota di merito per la localizzazione, il gioco infatti è disponibile completamente in italiano, sia nell’interfaccia che nelle scritte a schermo. La cosa è ancor più apprezzabile soprattutto considerando che si tratta di un piccolo studio di sviluppo europeo. La realizzazione tecnica di Zombi Cure Lab ci è parsa abbastanza buona e curata, con modelli poligonali delle creature e degli scienziati ben animati e vari, anche se, raramente, si riscontrano dei comandi non recepiti immediatamente, o piccole incertezze grafiche e sporadici rallentamenti quando ci sono troppi elementi su schermo da computare. Ovviamente il tutto peggiora se non si utilizzano i requisiti hardware consigliati, che prevedono CPU Intel i7 o AMD Ryzen 5, 16 GB di RAM ed una Scheda video GeForce da almeno 6GB. Con la configurazione minima che si accontenta di processore Intel i5, 8 GB di RAM e l’ormai vecchiotta ma grintosa GeForce GTX 970 da 4GB si può avere qualche magagna in più, ma il gioco resta comunque fluido e godibile. Notevole il messaggio positivo dell’inclusione zombi, dove l’obiettivo è la cura, e non l’uccisione definitiva. In fin dei conti un buon gestionale, che si affianca alle grandi produzioni recenti come Two Point Hospital, che abbiamo recensito qui, o Two Point Campus, e che consigliamo senza riserve agli amanti del genere.

Piattaforme: PC

Sviluppatore: Thera Bytes GmbH

Publisher: Aerosoft

Arriva finalmente sui nostri schermi l’interessante gestionale d’azione a tema apocalisse zombi intitolato, che ci mette negli inediti panni degli ultimi scienziati rimasti che cercano freneticamente una cura al virus Z che trasforma gli umani in non morti affamati di carne umana. Un titolo elegante, privo di scene sanguinose e family friend, che offre una grafica cartoon ed un divertimento adatto a tutti, a patto che si ami la nicchia dei giochi strategico gestionali. Il titolo, presentato nel corso della gamescom 2021 dal publisher Aerosoft sarà disponibile in esclusiva per Personal Computer tramite Steam a partire dal sette dicembre in accesso anticipato, con localizzazione completa in italiano.

VOTO 7

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.