Una storia d’amore che il team developer di questo gioco ha voluto dedicare proprio alla sua terra natia: la Nuova Caledonia. Un mondo lontano dall’immaginario collettivo mainstream, ancora vergine e immerso nella natura, situato accanto all’Australia, che cerca di trovare il suo posto nel mondo videoludico accanto ad altri titoli indie che, come quello in arrivo nel 2023, desidera comunicare la propria cultura ed esistenza attraverso questo progetto videoludico. Nato dalla mente di un piccolo team, Awaceb, che conta attualmente nove persone, e con l’aiuto di Kepler Interactive, abbiamo messo le mani sulle prime ore di gioco introduttive al mondo di Tchia, nuovo indie sandbox, con parecchi elementi di simulator e di avventura, in arrivo nel 2023. La nostra prova su Epic Games per PC ci ha convinto e ammaliato, sotto parecchi aspetti. Una prima nota importante, per comprendere al meglio quanto abbiamo visto nella nostra prova: il gameplay a disposizione comincia poco dopo l’introduzione del gioco stesso, accompagnati da una breve presentazione di Phil Crifo, co-fondatore di Awaceb e game director di Tchia, dunque con molta probabilità non è la versione defintiva che arriverà sulle vostre console. Restate con noi per scoprire luci e ombre di questo nuovo titolo indie in arrivo, che ci ha trasportato in un lontano mondo esotico.
Tchia: cosa ci attende nel lontano mondo della Nuova Caledonia
Il mondo che si squaderna intorno a noi è stato ispirato da veri panorami ed elementi naturali della Nuova Caledonia, un’ambientazione parecchio lontana e conosciuta da pochi, che prende vita in questo videogioco. Una scelta sicuramente originale, quanto fedele, per via delle origini del team di sviluppo, autoctono di questi luoghi, che ha riportato pedissequamente le abitudini, le tradizioni e perfino la musica tradizionale e il folklore di questi luoghi all’interno di Tchia. Le azioni che potremo compiere sono parecchie, mentre esploriamo la nostra isola, ma vi è alla base una storia interessante: una ragazzina, protagonista di questo gioco e chiamata appunto Tchia, ci viene fatta conoscere attraverso il racconto di un’anziana, che si occupa dei bambini soli e che trovano dimora in un rifugio per coloro che sono stati abbandonati. Tchia ci viene presentata senza troppi dettagli, sappiamo che la sua storia si colloca in un tempo precedente quello in cui si trovano questi bambini e l’anziana, e cominciamo proprio facendo pratica del tiro alla fionda, la nostra arma con cui potremo difenderci, e che le viene donata da Joxu, suo padre, nel giorno del suo compleanno. Ma presto i problemi per i due si faranno tosti: proprio Joxu sarà vittima di un rapimento, ordinato dal governatore dell’isola, Meavora. Sta alla figlia ritrovarlo, mettendo in pratica le abilità che già conosce e che deve ancora imparare, oltre a dover dare fondo all’utilizzo degli oggetti che ha avuto in dono proprio dal padre, prima di sparire, e altri ancora che deve trovare perlustrando in lungo e in largo i biomi in cui va a incappare.
Sopravvivere su un’isola deserta, tra planate, tuffi e slanci dagli alberi
Cosa possiamo fare dunque? Prima di tutto, nutrirci: mentre esploriamo l’isola, è fondamentale mantenere alte le nostre energie, soprattutto considerando che siamo nelle mani di una giovane ancora in fase di crescita. Oltre a mangiare infatti, e dunque al calo di energie a cui possiamo andare incontro, dovremo fare i conti anche con la resistenza, ossia il tempo durante il quale possiamo svolgere particolari azioni, come nuotare sott’acqua senza riprendere fiato o l’arrampicata e la planata (di cui vi parleremo meglio tra poco) con l’aliante fatto di foglie di cocco dal padre di Tchia, quindi tutte quelle azioni che richiedono un particolare sforzo fisico. A proposito di planate, mentre siamo in aria possiamo fare anche acrobazie, ad esempio per ultimare il nostro volo con un bel tuffo nell’acqua cristallina dell’Ocean Pacifico, qui riprodotto in maniera eccellente e verosimile. Un’altra azione che non manca, in questa natura selvaggia, è la possibilità di oscillare sugli alberi, per prendere lo slancio e catapultarci in aria. Come componente sandbox, avremo a che fare anche con una sorta di pet care, in quanto potremo incontrare graziosi animali, accarezzarli e stare in loro compagnia, anche di quelli che potrebbero farci più paura. Un altro elemento parecchio interessante, a corollario delle azioni principali e per rendere un po’ più sfizioso il gameplay, è l’uso delle emote, ossia di segni in stile emoticon per esprimere il nostro umore e per includerle anche come decorazione delle foto che possiamo scattare durante il gioco. Venendo invece ai dettagli più tecnici, qualche sbavatura si nota in fase di movimento, dove la risposta del motore di gioco è sicuramente fluida e non scattosa, ma alcune azioni che dobbiamo compiere non sono di immediata intuizione, non avendo visionato alcun tutorial prima di controllare Tchia. Inoltre dobbiamo muoverci anche qui seguendo il nostro intuito quando dobbiamo compiere le varie task, dato che non abbiamo segnialini che ci indichino il punto da raggiungere per ciascun obiettivo. Non siete d’accordo con questa modalità di esplorazione? Semplice, basterà…alzare la voce. Un metodo per scoprire se nei dintorni ci sono particolari punti di interesse da raggiungere è proprio quello di usare il Grido, un po’ come Tarzan, tra alberi su cui appendersi e ciondolare, e urla da lanciare per fare sì che sulla mappa vengano segnati ulteriori punti.
Un menu completo e una cura grafica notevole
Come ricordare però l’utilizzo di ciascun oggetto che otteniamo e di ciascuna abilità che acquisiamo? Per fortuna abbiamo un diario, tra le voci del menu principale, che ci riporta uno schema completo e preciso con tutte le indicazioni del caso. Non solo questo diario, ma anche tante altre informazioni utili, dalla flora e fauna incontrate nel frattempo, alla percentuale dei progressi di gioco svolti, fino alla raccolta di punti di riferimento e attività svolte che abbiamo compiuto man mano. Un vero e proprio diario di bordo che ci segue pedissequamente e sarà in grado, con tutta probabilità, di darci anche ricompense nella versione definitiva del gioco, quando potremo portare a termine i vari obiettivi. Non solo una notevole attenzione al dettaglio sotto alcuni aspetti del gameplay, che ci è risultato piuttosto facile da padroneggiare, sia apprendendo le varie abilità, che muovendoci nel mondo di gioco, ma anche, come anticipato, una evidente cura grafica riposta nella riproduzione fedele all’ambiente originale, e non solo da un punto di vista del contenuto e della grafica, ma anche della colonna sonora. Ma andiamo con ordine, partendo proprio dai biomi che abbiamo potuto osservare da vicino: innanzitutto il mare. Ci siamo tuffati nelle acque cristalline, al calar del sole, grazie al ciclo giorno – notte naturale che possiamo sperimentare in questo gioco e che ci consente di osservare tramonti davvero mozzafiato, mentre il cielo e l’acqua si tingono dei riflessi rosso corallo e viola. La palette di colori utilizzata è decisamente dall’alto contrasto e molto gradevole alla vista, in grado di riportare i toni accentuati del mondo che connota la Nuova Caledonia. Arrivando invece alla colonna sonora, questa è davvero caratteristica e folkloristica, accompagnandoci spesso in questo viaggio con la sua presenza morbida. Se proprio vogliamo trovare un difetto, potrebbe necessitare ancora di qualche piccola rifinitura la localizzazione, dove ad esempio un termine come “Prosegui” è stato tradotto con “Scarta”, e pochi altri sparuti casi qua e là di traduzione imprecisa, ma nulla che possa inficiare l’esperienza complessiva del gioco.
Piattaforme: PC, PS5, PS4
Sviluppatore: Awaceb
Publisher: Kepler Interactive
Data di lancio: TBD 2023
Un’ottima risposta del motore di gioco, ben poca scattosità nelle sequenze video e un ampio mondo da perlustrare, con tante abilità da imparare e in poco tempo. Il mondo che ci si è aperto in queste prime, poche ore di gioco è davvero una meraviglia, che abbiamo gustato appieno e di cui non vediamo l’ora di conoscere la sua esperienza definitiva al lancio, in data ancora da confermare. Qualche difetto lo abbiamo riscontrato, ma decisamente poco rilevante e secondario, nulla che vada a infierire sulla nostra esperienza e godibilità di gioco. Pochi progressi di gioco portati a casa, tanta curiosità, spensieratezza e soddisfazione nel cuore. Esplorare un mondo così distante e diverso da quelli solitamente presentati nei videogiochi è un’occasione da non perdere e che il team Awaceb deve davvero sfruttare a dovere, un’opportunità davvero importante che potrebbe concretizzarsi in un progetto degno di riconoscimenti nel 2023.