Wo Long Fallen Dynasty ĆØ sicuramente una delle uscite videoludiche più interessanti di questa prima parte del 2023. Da appassionato e super innamorato del genere souls-like e dei suoi esponenti, non ho potuto fare a meno di seguire molto da vicino e con grande interesse la crescita e lo sviluppo del nuovo titolo sviluppato da Team Ninja e Koei Tecmo, due aziende a cui sono molto legato, anche e soprattutto grazie ai due Nioh, che rappresentano senza troppi giri di parole un poā la base di partenza di questa nuova produzione. A tal proposito, durante questi mesi, in giro si ĆØ letto di tutto: cāĆØ chi ha definito la produzione un āmeroā NioH 3, chi sostiene che siamo di fronte a un titolo identico ai suoi due predecessori ma con un setting diverso e anche chi sostiene che Wo Long Fallen Dynasty abbia una scarsa identitĆ anche a causa delle tante influenze esterne a cui sembra voler attingere. La realtĆ però, per quanto mi riguarda, ĆØ unāaltra. Dopo aver provato nuovamente il gioco, con una build messa a disposizione dal publisher, che ringraziamo ancora una volta per averci permesso di poter tornare a fare strage di soldati e creature aberranti di ogni sorta, sono sempre più convinto che Wo Long Fallen Dynasty sia molto di più di tutto questo. Il nuovo soulslike raccoglie lāereditĆ delle ultime iterazioni sul genere e le fonde allāossatura ben delineata dei due NioH portando in qualche modo avanti la lotta a distanza con FromSoftware e il suo Elden Ring, creando in tal modo un mix di nuovo e vecchio, che fusi insieme fanno comunque un ottimo lavoro. Se volete saperne di più non vi resta che proseguire con la lettura del mio nuovo provato di Wo Long: Fallen Dynasty, in attesa della recensione che ormai ĆØ sempre più vicina.
Wo Long Fallen Dynasty: la via delā¦combattimento!
Voglio subito parlarvi della cosa che mi ha convinto maggiormente di questa nuova prova: il sistema di combattimento e gli āstiliā su cui si basano le movenze e le dinamiche dei vari personaggi utilizzabili. Gli āStili di combattimentoā sono assimilabili in tutto e per tutto alle classi, per quanto comunque il discorso ĆØ un poā più ampio di quanto si possa credere, ma su questo aspetto tornerò magari in maniera più approfondita in unāaltra sede. Basandosi sullāideologia dellāarte della guerra cinese, Wo Long Fallen Dynasty consente ai giocatori di scegliere attraverso cinque diversi archetipi di build, ognuna di esse legate a uno dei cinque elementi del Wu Ling (lāordine dei cinque elementi): metallo, fuoco, acqua, legno e terra. Questi cinque elementi garantiscono al giocatore cinque modi profondamente diversi di approcciarsi agli scontri, e per quanto, sulle prime, il tutto possa sembrare banale e poco āinnovativoā posso assicurarvi che, pad alla mano, le differenze si sentono, eccome. Durante questāultima fase di test mi sono concentrato parecchio proprio su questāaspetto, che ho considerato centrale e di grande rilevanza nellāeconomia della produzione sin dal primissimo contatto, proprio perchĆ©, e lo sappiamo bene, i souls-like di stampo āteam ninjianoā si poggiano parecchio proprio sul gameplay e sulla creazione di un buon sistema di combattimento.
A tal proposito, la nuova build ha sicuramente accresciuto parecchio le mie buone sensazioni maturate in passato, tanto con mano quanto in modo puramente āesternoā. I primi contatti avuti con Wo Long Fallen Dynasty mi avevano giĆ tranquillizzato in tal senso, e sono assolutamente convinto e contento che la strada presa dal team di sviluppo sia quella giusta. Ho apprezzato parecchio la forte caratterizzazione delle varie āVieā, che non si ferma assolutamente al solo aspetto estetico ma, anzi, penetra fortemente nellāidentitĆ di ogni singolo guerriero. Durante la nuova fase di test mi sono divertito parecchio a cambiare continuamente l’approccio aglii, potendo saggiare cosƬ con mano quelle che sono le differenze nellāutilizzare una classe āpesanteā rispetto ad una che basa la sua forza sulla mobilitĆ e sulla debilitazione dellāavversario. Chiarisco subito: pur con le classi più āpesantiā, tipo quella della Via del Metallo o della Terra, che prediligono aspetti come difesa e punti vita, il target ĆØ sempre rivolto ad uno scambio di colpi veloce, alle schivate a tempo e alle reazioni rapide, ma ho comunque apprezzato lo sforzo nel cercare di dare al gameplay sfumature diverse in base alle scelte compiute in fase di creazione delle build. Ho apprezzato particolarmente la variabile dedicata ai tempi di reazione, che rimangono un aspetto centrale nellāeconomia del gioco e degli scontri. CosƬ come per produzioni come Sekiro, a cui Wo Long Fallen Dynasty si rifĆ parecchio sotto questo aspetto, ho trovato centrale la dinamica legata alle parate/schivate perfette e alla conseguente rottura della guardia, contrassegnata con la solita barra rossa che, una volta svuotata, espone lāavversario a un attacco finale letale e poderoso. Al netto di quel che potrebbe sembrare, dunque, il sistema di combattimento di Wo Long Fallen Dynasty sembra molto più complesso e sfaccettato di quello dei due NioH, nonostante comunque queste meccaniche fossero giĆ presenti, seppur in modi diversi e meno impattanti, anche nel secondo capitolo del souls-like a tinte action. Qualche dubbio in più me lāha suscitato, invece, il salto. La nuova dinamica introdotta sembra avere un forte ascendente sullāesplorazione e sulla mobilitĆ in generale, ma non ho ancora ben capito quanto possa avere un ruolo importante negli scontri, in cui non ho trovato grandi motivi per affidarmici, anche in quelli più complessi e con una āmorfologiaā che potenzialmente potesse suggerirne lāutilizzo.
Nuovo stage, nuovo boss⦠stessa difficoltĆ
La nuova build messa a disposizione dal publisher mi ha permesso di prendere confidenza col gioco con due ālivelliā: lo stage Village of Calamity (che fa da tutorial, per intenderci) e un secondo livello decisamente più avanzato e ostico da affrontare. In entrambi i casi, ho potuto apprezzare un buon lavoro anche in termini di level design e di world building, con le mappe che mi sono sembrate sempre molto āampieā, spaziose e ricche di pericoli, ma anche discretamente stimolanti in termini di esplorazione, grazie alla presenza di diversi oggetti extra da recuperare e nemici āspecialiā da affrontare per poter portare a casa equipaggiamenti, materiali e punti esperienza in più. A tal proposito, ho potuto anche confermare che il livello di sfida del nuovo lavoro di Team Ninja ĆØ decisamente tarato verso lāalto, seppur però āgiochiā maggiormente rispetto ai suoi predecessori con la bravura del giocatore. Per intenderci: i nemici, anche quelli più deboli, possono rapidamente farvi fuori nelle giuste condizioni, ma allo stesso tempo, sfruttando la dinamica delle parate perfette e le debolezze, ĆØ possibile farli fuori con una velocitĆ impressionante e grande facilitĆ . A tal proposito, ho anche apprezzato la scelta degli sviluppatori di contrassegnare con il colore rosso (poco originale, sia chiaro) gli attacchi speciali e poderosi in arrivo, cosa che dĆ modo al giocatore di scegliere come agire di conseguenza. Schivando al momento giusto ĆØ possibile esporre i nemici, anche quelli più tosti (ma non sempre) a contrattacchi spettacolari, spesso anche āuniciā in base alla classe scelta, capaci di semplificare non poco anche gli scontri più impegnativi.
In linea di massima, comunque, ho avuto sensazioni molto positive fino a questo momento. Ć ovvio, le similitudini con i vecchi titoli di Team Ninja ci sono, non lo metto in dubbio, ma questo nuovo contatto avuto con il gioco, come avrete giĆ immaginato, mi ha trasmesso delle ottime vibes, per usare un poā un termine da giovani arrembanti. Queste buone sensazioni sono state amplificate anche dallāaspetto estetico del gioco che, come avevo giĆ previsto, mi ha rapito con il suo stile e le sue ambientazioni. Sia chiaro, anche qui ci troviamo di fronte ad un lavoro che offre il fianco a qualche similitudine di troppo rispetto a quanto fatto in passato dallāazienda, ma nel complesso sono rimasto molto colpito dallāimpatto estetico della produzione, specialmente per quel che riguarda il setting e il design delle ambientazioni. La gestione della draw distance e la modellazione poligonale nascondono in qualche modo la natura cross-gen del gioco, che salta fuori in particolare osservando alcune texture e il design di alcuni nemici, ma nel complesso il tutto dona un quadro armonioso, bello da vedere e soprattutto da vivere, specialmente per gli appassionati della cultura cinese a tutto tondo. Ho apprezzato parecchio il design più āluminosoā delle aree, che sembra quasi voler far da contrasto allāoscuritĆ più intrinseca, ossia quella scaturita dallāorrore della guerra e imbrattata dalle lame sporche di sangue, il cui odore riecheggia in un scenario di morte e distruzione da cui ĆØ impossibile non rimanere affascinati.
Piattaforme:Ā PC, PS5, Xbox Series, Xbox One, PS4
Sviluppatore: Team Ninja
Publisher: KOEI TECMO
Questo nuovo contatto avuto con Wo Long Fallen Dynasty mi ha sicuramente convinto. Tralasciando alcuni dubbi legati al salto, alla profonditĆ narrativa e alla curva di bilanciamento di alcuni nemici, il nuovo souls-like di Team Ninja sembra avere tutte le carte in regola per far fare allāazienda un passo avanti deciso in tal senso, e non vedo lāora di poter confermare quanto detto quando avrò il gioco completo per le mani. Per fortuna, lāattesa ĆØ quasi finita.