Persona 3 Portable Recensione: il sole di mezzanotte di Atlus

Di cosa parliamo quando parliamo di preservazione dei classici del videogioco? Quando una remastered è un’operazione di pregio e quando è una trovata commerciale? Negli ultimi tempi il confine è diventato assai labile, con il mercato inondato di collection, remastered e remake spesso opinabili in termini di resa, costo e rapporto qualità/prezzo.
Negli ultimi anni, grazie al travolgente successo di Persona 5, Atlus e SEGA hanno avuto modo di rilanciare titoli e serie di culto che, in occidente, erano stati finora dedicati solo a un mercato di nicchia: Persona 5 Royal in questo è stato davvero uno spartiacque, perché la traduzione completa nella nostra lingua dei testi di un JRPG di tale portata significava che il pubblico era ricettivo e bastevole per gettare il cuore oltre l’ostacolo. Passa il tempo e, ora, ecco arrivare i remaster di due grandi classici, Persona 3 e 4, che tratteremo singolarmente. In questo articolo ci occuperemo del terzo capitolo, qui presentato in una edizione rinnovata (per un vero e proprio remake dovremo attendere conferme ufficiali) della versione denominata Persona 3 Portable. Cercando di discernere se faccia parte delle operazioni di pregio o, al contrario, un ennesimo frullato di nostalgia sovraprezzato.

Persona 3 Portable: nell’ora più buia, la luce di Atlus

È il 2009 e il/la (è possibile scegliere il genere del personaggio che andremo a interpretare, e sarà una scelta che in parte cambierà eventi e possibilità in game) giovane protagonista di Persona 3 torna nella sua città natale per frequentare il liceo Gekkoukan, trasferendosi in un dormitorio non troppo lontano da essa. Si tratta di un orfano solitario, senza amici né conoscenti in questo luogo che potrebbe essergli familiare ma è, per certi versi, completamente alieno: sarà tuttavia costretto ad ambientarsi in fretta dal momento che scoprirà di essere uno dei pochi studenti (anzi: tra i pochi abitanti dell’intera città) a rimanere cosciente durante l’infausto evento che si ripete ogni notte e viene definito “l’Ora Buia”, un lasso di tempo, tra mezzanotte e l’una, in cui tutto si ferma per gli umani, che vengono sostituiti da inquietanti e pericolose ombre nate dai recessi dell’anima.
Il nostro beniamino entra a far parte del team SEES (Specialized Extracurricular Execution Squad), uno sparuto gruppo di studenti che investiga il fenomeno e si fa largo tra esso, esplorando i recessi della torre che appare solo di notte e sembra nascondere la soluzione a ogni mistero…

3 volte Persona 3

Parlando di P3P, bisogna fare una premessa importante: come tutti i Persona della serie principale, anche Persona 3 ha avuto una, anzi due, versioni supplementari. Il titolo originale, uscito per PlayStation 2 nel 2006 (2007 in occidente), è stato seguito un anno più tardi dalla versione FES, che apporta alcune migliorie, tra cui la presenza di The Answer, lungo capitolo post-game che implementa tante nuove attività e personaggi, nonché un finale aggiuntivo e risolutivo.
Nel 2009 è la volta di Persona 3 Portable, che prende il nome dal fatto di essere un porting “ragionato” per PSP, la mitica prima console portatile di Sony. Anni dopo, il gioco arriverà anche su PSN, ma come potete immaginare, fino a oggi non era esattamente una passeggiata aver modo di giocarci. È quindi con grande piacere che tutti i fan della saga hanno accolto la notizia dell’arrivo del gioco su tutti i sistemi moderni, dal PC a PS4 e Xbox, nonché Nintendo Switch, console per la quale trova il suo spot di elezione, viste le sue caratteristiche.
Ha tuttavia sollevato qualche perplessità l’idea di effettuare il porting di P3P e non di FES, principalmente perché la versione portatile adattava tecnicità e sistema di gioco alle necessità dell’hardware della console, andando a sacrificare alcuni elementi (ma migliorandone altri).
Nello specifico, il gioco si presenta, nelle fasi diurne di esplorazione cittadina, come una visual novel, non permettendo la libera esplorazione degli ambienti come nella versione originale e sostituendo tutte le meravigliose cutscene anime con schermate statiche. Il doppiaggio (in giapponese o inglese, a scelta) permane, ma l’effetto è chiaramente diverso.
Altra grande assenza di questa versione è il capitolo aggiuntivo, The Answer, e dè un vero peccato.
Abbiamo, ad ogni modo, anche dei risvolti positivi, tra cui livelli di difficoltà modulari e gestione completa e sensibilmente migliorata del party, finalmente controllabile in toto. Inoltre, la versione femminile del protagonista è un aggiunta che regala rigiocabilità a un titolo già lungo le sue ottanta ore buone, dato che cambiano certi risvolti della storia, dialoghi, possibilità di relazionarsi con i personaggi co-protagonisti.

“I am thou, thou art I”

Chi conosce anche solo Persona 5 (o magari anche il relativamente recente Shin Megami Tensei V, la saga di cui Persona era inizialmente uno spin-off che, ambiziosamente, ha spiccato il volo solitario diventando più famosa di quella originale) sa cosa aspettarsi da un titolo del genere, che alterna fasi da GDR esplorativo procedurale con battaglie a turni dal forte accento strategico con fasi da life sim in cui gestire l’evoluzione delle abilità e dei rapporti sociali del protagonista. Il tutto all’interno di una trama dallo spirito anime divisa tra slice of life e tematiche piuttosto profonde, che coinvolgono riflessioni sul proprio posto nel mondo e sull’io interiore, appoggiandosi alla filosofia junghiana che fa da cardine a molti degli elementi mistici ed esoterici, appoggiati poi sulla mitologia di ogni parte del mondo. I membri del SEES, difatti (come tutti i protagonisti dei vari titoli della serie) sono in grado di attingere al potere di una rappresentazione di se stessi che si manifesta nel mondo materiale conferendo vari poteri a chi li sa imbrigliare: queste emanazioni (simili agli Stand de Le bizzarre avventure di JoJo, se vogliamo) sono denominate Persona, e permettono ai nostri di combattere le ombre che si aggirano durante l’Ora Buia.

La formula, arrivati alla terza versione del terzo capitolo, è oramai ben rodata e funziona magnificamente, pur senza finezze che arriveranno più avanti; al di là del game design appassionante, si finisce avvinghiati da una trama misteriosa e da personaggi affascinanti, finendo per collezionare senza neanche accorgersene decine di ore di gioco.

Piattaforme: Nintendo Switch, PC (Windows, Steam, Game Pass), PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X/S

Sviluppatore: Atlus

Publisher: SEGA

La nuova edizione di Persona 3 Portable è un gioiellino, migliorando esponenzialmente un gioco che era meritevole da recuperare già prima, fosse anche solo per la cura artistica che caratterizza da sempre questa saga e la profondità non scontata di certe riflessioni e riferimenti. Ora che P3P è alla portata di tutti, con diverse migliorie alla qualità dell’esperienza pensate appositamente per la nuova generazione e un ottimo adattamento in italiano, tutti gli appassionati di JRPG non possono farselo sfuggire, nonostante manchino i contenuti della versione FES, che chissà, forse in qualche modo potevano anche essere aggiunti, anche semplicemente in una apposita modalità gallery.

VOTO 8.5

Toumarello è il nickname che si porta appresso ormai da anni, ma non chiedetegli di spiegarvelo: è un tipo logorroico e blablabla. Per vivere (in ogni senso) scrive e descrive, in particolare di roba multimediale, crossmediale, transmediale... insomma, gli interessa il contenuto ma spesso resta affascinato dall'utilizzo del contenitore. Ama Tetris e le narrazioni interattive.