Bayonetta Origins Cereza and the Lost Demon Provato: il cerchio delle fate

Bayonetta Origins Cereza and the Lost Demon, è passato un po’ in sordina finora. Complice un periodo ricco di uscite interessanti e, probabilmente, il fatto che la backstory della bella Bayonetta intrighi solo i fan più assidui e fedeli. Io stessa, pur essendo a conoscenza della sua esistenza e avendo messo in conto di giocarlo, mi ero quasi dimenticata del suo arrivo imminente. È davvero divertente e stimolante percorrere la storia di Cereza da giovane, prima che tirasse fuori gli artigli e la grinta da strega affermata? Dopo aver giocato i primi cinque capitoli del titolo, che mi hanno tenuto compagnia in un weekend grigio e privo di impegni, posso dire che sono positivamente colpita dalle potenzialità del titolo, che, pur rimanendo uno spin-off privo di pretese, offre al giocatore diverse sorprese. 

Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon 

Bayonetta Origins Cereza and the Lost Demon: il primo viaggio della strega 

L’adolescenza di Cereza non è stata un periodo particolarmente lieto e spensierato. Ripudiata dai Saggi di Lumen e temuta dalle Streghe di Umbra, il suo unico desiderio sembrava essere riuscire a ricongiungersi alla madre, imprigionata in una cella. I suoi poteri però erano minimi, se non ridicoli; perciò, qualsiasi tentativo di ribellarsi al sistema sembrava vano. L’inizio di Bayonetta Origins Cereza and the Lost Demon, non è perciò dei più felici e cozza molto con l’immagine mentale che tutti noi abbiamo di Bayonetta. Non è facile immaginarla indifesa e spaventata anche dalla sua ombra, ma Cereza ci appare esattamente così. Il titolo perciò sembra offrire una storia di crescita e di evoluzione, attraverso un viaggio complesso e che mette a dura prova i nervi della protagonista. Cereza si inoltra difatti nella Foresta di Avalon, seguendo la vaga promessa di maggiori poteri da ottenere sfidando le Fate. Con lei Cheshire, il primo demone in assoluto da lei evocato (goffamente), sotto forma del suo fedele peluche felino. Che i nemici in questo capitolo siano adorabili fatine e creature del bosco è significativo: non siamo ancora pronti per battaglie celestiali o demoniache, perciò cimentarci con leprecauni e folletti è un inizio alla nostra portata. Tali mostriciattoli non sono comunque da sottovalutare, data la loro scaltrezza e le mille risorse a disposizione in un ambiente boschivo che conoscono così bene. 

Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon

Le prime ore di Bayonetta Origins Cereza and the Lost Demon ci vedono perciò impegnati nel girovagare in una lussureggiante foresta, in cui dominano i toni del blu e del verde, piena di illusioni e trabocchetti. Lo stile scelto per il titolo è una visuale isometrica che si fonde a colori pastello e a uno stile delicato e sognante. Apprezzabile il character design sia della strega, adorabile in questa veste teen, sia quello dei nemici, che ricordano molto alcuni avversari di Zeldiana memoria, soprattutto lo stile di Breath of The Wild. Non si può negare che l’ambientazione della foresta sia di per sé un po’ ripetitiva, ma l’aggiunta graduale di nuovi elementi serve a tenere alta la nostra attenzione e strapparci qualche sorriso. Un vero peccato constatare come le cut-scene non siano animate, bensì semplici sequele di immagini statiche dei personaggi, specie considerando il buon lavoro fatto con il doppiaggio. Un applauso va fatto anche alla colonna sonora del titolo: mi sta davvero intrattenendo come si deve e sa variare da delicato accompagnamento alla scoperta delle radure boschive fino a inquietante sinfonia di un attacco a sorpresa. Esplorare è dunque divertente, complici i tanti segreti e collezionabili sparsi tra la vegetazione, tra cui migliaia di pietruzze colorate, ingredienti per pozioni e vari oggettini scintillanti di mio gradimento. Appare evidente fin da subito che il backtracking sarà molto importante proseguendo del gioco e dovremo tornare più e più volte nelle zone già viste, con l’aiuto di varie scorciatoie. Gli incantesimi della giovane Bayonetta ci consentono inoltre di interagire con l’ambiente, facendo fiorire piante, sbocciare nuovi percorsi e svelare segreti di ogni genere.

Un duo imbattibile, ma solo dopo tanta pratica 

Non posso proprio dire che il battle system di Bayonetta Origins Cereza and the Lost Demon sia curato come nei titoli principali della serie. In questo caso, è Cheshire che mena le mani, dando potenti zampate e caricando i nemici, mentre Cereza pensa principalmente a schivare e lanciare incantesimi che, almeno nelle prime ore di gioco, consentono di bloccare i nemici e lasciarli inermi per qualche secondo. Combinare i due stili funziona ed è abbastanza divertente, ma manovrare i due personaggi insieme richiede un po’ di pratica. Cereza si muove ed agisce con lo stick e i pulsanti sinistri e Cheshire con la metà destra del pad e non nego che a volte mi è capitato di confondermi. La stessa modalità si utilizza per spostarli sulla mappa, tranne quando il demone è in modalità pupazzo ed è in braccio alla strega, momenti nei quali siamo molto più agili. Serve parecchia pratica per far filare tutto liscio, sono arrivata persino a chiedermi se possa essere divertente giocare in multiplayer locale con un amico, utilizzando un Joy-con a testa. La possibilità appare interessante e forse semplificherebbe la meccanica. 

Cheshire non mi sembra molto preciso nei suoi colpi e in più è davvero lento, mentre Cereza ha bisogno ogni volta di recuperare il potere magico per poter agire, trovandosi spesso a muoversi sullo schermo senza alcuno scopo, se non guadagnare tempo. Non nascondo di avere un po’ di dubbi sul battle system e l’ho trovato in alcuni frangenti un po’ sciatto, ma proseguendo con la storia ho ottenuto nuove abilità che hanno reso il tutto più sfizioso e prevedo che andando avanti la faccenda possa farsi ancora più interessante. Ad aggiungere pepe alla faccenda è la presenza di mini-dungeon chiamati Tir na nÓg, che ricordano tantissimo le sfide in The Legend of Zelda: Breath of the Wild, seppur in piccolo (molto in piccolo). Nella maggioranza ci questi templi si combatte, ma ci sono anche puzzle game da risolvere o cimenti particolari da affrontare. Trovarli sulla mappa e completarli dà una bella soddisfazione, oltre a garantirci delle ricompense. Le ore di gioco si dividono perciò tra l’esplorazione della mappa, la ricerca e sfida dei vari dungeon e il graduale potenziamento dei nostri eroi. Non so ancora dire se sia sufficiente per intrattenere un giocatore per decine di ore, ma di sicuro è un titolo che sprizza fascino da tutti i pori.

 

PIATTAFORME: Nintendo Switch 

SVILUPPATORE: PlatinumGames 

PUBLISHER: Nintendo 

DATA DI USCITA: 17 marzo 2023 

A conti fatti, le prime ore in Bayonetta Origins Cereza and the Lost Demon mi hanno soddisfatta. Nonostante qualche pecca nel battle system, l’atmosfera è deliziosa ed ho la netta impressione che il gameplay possa migliorare proseguendo nel gioco. Il titolo ha poco a che vedere con i capitoli principali della saga, se escludiamo la lore in comune, ma potrà probabilmente trovare spazio nel cuore degli appassionati e non. Ammetto che non vedo l’ora di proseguire l’avventura e scoprire a pieno il modo in cui la timida Cereza è diventata l’iconica strega che tutti noi amiamo: un cambiamento non da poco.

Mangiatrice compulsiva di sushi e cibarie di ogni genere, ama alla follia tutto quello che è Nintendo, non disdegnando neppure il dorato mondo dei Pokémon. Videogioca sin da quando era bambina, ed ora che è grande forse lo fa addirittura più di prima. Anzi, sicuramente.